IL GEMELLAGGIO

TRA  AGHIOS MINAS - KAMPHOKORA E BASSANO ROMANO


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La firma del Patto di gemellaggio da destra il Vicesindaco di Kampohora Charilaos Koutsouràdis il Sindaco di Bassano Romano Luigi De Luca ed il Sindaco di Aghios Minas Ionnis Pantelaras
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Verso Grecia 2007

Dopo il successo del gemellaggio con i comuni di Chios di Aghios Minas e Kampohora soprattutto tra i Bassanesi ed i giovani, non si è mai fermata l’attività del nostro progetto culturale che vuole portare alla formazione di una vera e propria “rete” internazionale di comuni uniti da un percorso storico comune. Ho scoperto con estremo piacere che alcuni Bassanesi sono rimasti in contatto con i nostri amici Greci, realizzando di fatto il primario obiettivo che ci eravamo posti: andare al di la del semplice avvicinamento civico e storico ma lanciare i semi per nuove amicizie. Il progetto è comunque continuato, già nello scorso ottobre in Lunigiana i comuni liguri di Vezzano Ligure e Bolano hanno riproposto un nuovo convegno sulla famiglia Giustiniani e comunicato ufficialmente un loro interesse alla partecipazione al gemellaggio in essere. A settembre i sindaci dei comuni Greci gemellati, sono stati riconfermate nelle elezioni politiche locali, assicurando continuità al nostro progetto. Hanno assicurato il mantenimento degli impegni protocollari è prevedono di contraccambiare il nostro invito, in Grecia l’ultima settimana di agosto o la prima di settembre prossimi, sapremo entro marzo la data definitiva. Mi auguro che l’amministrazione Comunale possa per tempo adeguatamente da impulso per ricostruire e ricompattare il Comitato Gemellaggi con un autentica partecipazione di chi vuole dare il proprio spontaneo contributo, fuori da ogni ottica di colore politico, affinché si possa agevolare il più possibile la partecipazione di una folta rappresentativa popolare e soprattutto “pensare” ad un contributo economico per partecipazione al viaggio, ricordando che i Bassanesi saranno ospitati gratuitamente dai Greci. E’ comunque indispensabile pensare fin da oggi come dare un contributo culturale alla nostra partecipazione in Grecia, mi auguro che tutte le associazioni locali (banda, il coro, la proloco, mercatini del seicento, ecc.) passano già pensare fin da oggi come contribuire ad un analogo evento rispetto a quello dello scorso settembre. Purtroppo come spesso accade nei comitati “volontari”, alla partecipazione nominale, difficilmente corrisponde una “pratica” disponibilità. Rimane ferma la mia piena disponibilità e soprattutto la mia fondamentale idea di trovare, soprattutto nei giovani del posto, i giusti interlocutori per questa attività. Ogni contributo è benvenuto e per qualsiasi informazioni sono sempre a disposizione di tutti (vi ricordo la mia email: enrico.giustiniani@tiscali.it). Entro marzo 2007 saranno pronti gli atti del gemellaggio che curati insieme a Paraskevi Papacosta saranno integralmente in Italiano ed in Greco arricchiti di altri alcuni interventi di altri studiosi. Il Comune ha già stanziato un piccolo contributo per la pubblicazione. Dopo una breve presentazione dei tre Comuni, nonchè i saluti dei Sindaci e dei membri della Pubblica Amministrazione, seguirà un mio breve intervento sul progetto di partenariato Europeo della “Rete Giustiniani” e la cittadinanza Europea attiva. La storica dell’arte Cecilia Mazzetti di Pietralata evidenzierà l’importanza mecenatistica dei fratelli Vincenzo e Benedetto Giustiniani, nati a Chios, e di come i loro palazzi di Roma e Bassano fossero dei veri e propri luoghi d’arte dove oltre ad ammirare la splendida collezione di statue e dipinti, gli stessi artisti cercavano atmosfere e spunti per la loro ispirazione. Viene evidenziato il valore culturale dell’”Accademia” del marchese a Roma e a Bassano, importante crocevia di incontri artistici nel seicento, dal Nord Europa al Mediterraneo. Lo studio analitico di Paraskevi Papacosta è dedicato alle architetture dei Giustiniani di Chios a Bassano Romano. La relatrice enfatizza il valore urbanistico del complesso territoriale ed alcuni caratteri peculiari comuni che ricollegano Bassano a Chios. Attraverso questa nuova lettura, tratta da un’analisi diretta, contribuisce al processo di conservazione e valorizzazione del sito storico. Le ricerche d’archivio delle famiglie Anguillara di Ceri e Giustiniani di Negro a Roma e a Viterbo hanno contribuito allo svolgimento dell’analisi, dedicata al giardino di Vincenzo Giustiniani, dell’architetto Agostino Bureca responsabile del programma di conservazione della villa Giustiniani-Odescalchi a Bassano Romano. Nonostante l’ovvio rinnovo della vegetazione e del deperimento della materia permangono tutt’oggi alcuni caratteri dell’originario genius loci del giardino, dovuti alle aspirazioni antiquarie e alle suggestioni europee del noto mecenate da Chios. Don Cleto Tuderti, ha sviluppato il tema del “Mausoleo” voluto dal Marchese Vincenzo per la sua famiglia, evidenziando altri aspetti, correlati alla religiosità e spiritualità dei Giustiniani, non meno eloquenti ed attuali, che mettono in luce singolare la poliedrica figura di Vincenzo Giustiniani. Rinaldo Marmara si sofferma ancora sull’importanza dei registri parrocchiali di Chios presenti a Tinos e su quelli di Costantinopoli, ricchi di testimonianze ed appunti, di cui alcuni sono del tutto ancora sconosciuti agli studiosi e altri necessitano di essere ricatalogati e soprattutto preservati dall’incuria del tempo. L’architetto Chiota Manolis Vournous ci parla della Chiesa dei Santi Quaranta di Thimianà nel territorio di Aghios Minas, sui suoi ruderi che dopo secoli, si rispecchiano ancora le influenze genovesi nell’architettura chiota. Alice Gànou, con un intervento semantico, evidenzierà come esistano ancora, nel dialetto Chiota, termini vernacolari di derivazione Genovese e Italiana. Questi “cromatismi” locali potrebbero ricollegarsi alle manifestazioni “periferiche” della matrice latina nell’Egeo e più in generale nel Mediterraneo. Cogliendo l’occasione di questo nuovo convegno organizzato nell’ambito del progetto di gemellaggio tra Bassano e Chios, sono stati inseriti due nuovi contributi di sintesi e di approfondimento scritti dai curatori della presente opera collettiva. Essi contribuiscono al riconoscimento dell’opera e all’approfondimento di alcuni dei temi affrontati dai relatori che parteciparono al primo convegno internazionale “Dai Giustiniani all’Unione Europea: un percorso continuo”, svolto a Bassano Romano nell’aprile 2004 che tematicamente aveva introdotto la proposta di gemellaggio. Vengono ricordati i temi illustrati negli atti del primo convegno e le presentazioni al Senato ed a Genova, ove sono state aggiunte nuove valutazioni e commenti costruttivi di natura critica, sulle relazioni di contenuto scientifico. Il secondo testo di Paraskevi Papacosta chiude il presente volume, offrendo contemporaneamente nuove prospettive di studio. La studiosa percorre i temi relativi alle architetture del passato conservate nelle antiche Terre dei Giustiniani. L’analisi documentata con fotografie e disegni contribuisce alla ricerca sulle architetture monumentali e non costruite, ampliate e valorizzate dai Giustiniani di Chios. Il testo è caratterizzato da meditazioni storico-critiche delle architetture “giustinianee”, verificate direttamente sui “testi architettonici” e individua alcuni valori inespressi dalla letteratura che potrebbero essere capaci di suggerire nuove iniziative e soluzioni progettuali finalizzate alla conservazione e al recupero di questi siti degradati. Credo fermamente nella valorizzazione delle testimonianze storico-architettoniche ed antropologiche delle comunità locali, utili per preservarne il patrimonio identitario e per contribuire al miglioramento socio-economico dei suoi cittadini. Il progetto della “Rete Giustiniani” è la logica prosecuzione dell’attuale gemellaggio, mi auguro che l’amministrazione comunale e soprattutto i Bassanesi possano vedere nel progetto una concreta prospettiva culturale sociale ed in un futuro occupazionale, vista anche l’attenzione ed i finanziamenti che l’Unione Europea dedica a queste iniziative transfrontaliere.
Enrico Giustiniani (con il contributo di Paraskevi Papacosta)


BASSANO ROMANO-CHIOS:
ANTICHI LEGAMI E NUOVI PERCORSI NELLO SPIRITO EUROPEO
Atti del II° convegno internazionale sulle architetturee collezioni artistiche dei Giustiniani


nell'ambito del progetto europeo di gemellaggio tra Bassano Romano, Aghios Minàs e Kampohòra di Chios

Si è svolto dal 6 al 10 settembre 2006, l’incontro tra i cittadini del Comune di Bassano Romano, nella Tuscia Viterbese, e quelli dei Comuni di Aghios Minàs e Kampohòra dell’isola Greca di Chios, nell’ambito del progetto co-finanziato dall’Unione Europea per la cittadinanza attiva “gemellaggio di città”. Il tema del gemellaggio venne proposto per prima volta durante il convegno internazionale svolto a Bassano Romano nell’aprile del 2004, Dai Giustiniani all’Unione Europea: un percorso continuo, un lungo viaggio tra storia e cultura per riallacciare, nello spirito europeista, gli antichi legami tra popoli di diverse culture arricchite, grazie anche alla presenza dei Giustiniani, da testimonianze storico-artistiche, appartenenti oggi al patrimonio culturale europeo.
In un atmosfera cordiale e informale, la delegazione Chiota, arrivata mercoledì 6 settembre all’aeroporto di Fiumicino, è stata accolta dal Sindaco insieme alla Giunta Comunale e da numerosi giovani dell’Associazione Culturale Bassanese. Il gruppo Greco, nei due giorni successivi ha visitato i luoghi di principale interesse nella cittadina Viterbese e nella capitale.
Sabato 9 settembre si è svolta la parte ufficiale del programma, presentata in questo volume d’Atti (in Italiano e Greco), aperta dal secondo convegno internazionale di studi storico-scientifici, presentato in italiano e in greco, intitolato Bassano Romano-Chios: antichi legami e nuovi percorsi comuni nello spirito europeo, svolto nella suggestiva Sala dei Cesari del Palazzo Giustiniani. I relatori, rappresentanti della Pubblica Amministrazione, scienziati e studiosi, hanno ripercorso gli antichi legami che uniscono le comunità Italo-Greche intervenute. Dal 1347 al 1566 i Giustiniani furono gli amministratori per conto della Repubblica Genovese dell’isola di Chios nell’Egeo nord orientale. Alcuni di loro dal 1595 al 1854, dimorarono nel feudo di Bassano Romano. Il gemellaggio tra le comunità Chiote e quella Bassanese è un atto di amicizia nel comune legame con la presenza di questa famiglia e con l'eredità ideale, architettonica e culturale che essa ha lasciato ai posteri italiani e greci. Al convegno ha fatto seguito la firma ufficiale del Patto di Amicizia tra i comuni intervenuti. Nel pomeriggio la manifestazione si è chiusa con l’esibizione del Gruppo Bandistico Bassanese e dei danzatori di Aghios Minàs e Kampohòra, presso il Monastero di San Vincenzo Martire, seguita da una serata musicale.
Domenica 10 settembre, la delegazione Chiota è tornata in Grecia, dando appuntamento ai Bassanesi nell’isola del mastice per il 2007. atti gemellaggio giustiniani

Il libro d'atti è stato curato da Enrico Giustiniani e Paraskevi Papakosta
Nelle prime pagine del presente volume d’Atti, vengono presentati brevemente i tre Comuni e immagini dagli archivi dei relatori, nonchè i saluti dei Sindaci e dei membri della Pubblica Amministrazione. Segue un breve intervento del Presidente del Comitato Organizzatore Enrico Giustiniani, sul progetto di partenariato Europeo della “Rete Giustiniani” e la cittadinanza Europea attiva. La sezione di carattere scientifico del convegno apre con il testo di Cecilia Mazzetti di Pietralata, storico dell’arte, relativo all’opera dei fratelli mecenati Vincenzo e Benedetto Giustiniani, nati a Chios nella metà del XVI secolo, i cui palazzi a Roma e a Bassano, furono dei veri e propri luoghi d’arte - “Accademie” - dove oltre ad ammirare la splendida collezione di statue e dipinti, gli artisti cercavano atmosfere e spunti per la loro ispirazione; un crocevia di incontri artistici nel seicento, dal Nord Europa al Mediterraneo, un patrimonio culturale di enorme valore, lasciato in eredità ai posteri.
Segue lo studio analitico di Paraskevi Papacosta dedicato alle architetture dei Giustiniani di Chios a Bassano Romano. La relatrice enfatizza il valore urbanistico del complesso territoriale ed alcuni caratteri peculiari comuni che ricollegano Bassano a Chios. Attraverso questa nuova lettura panoramica dell’insieme, basata sull’analisi diretta e su ricostruzioni storiche, contribuisce al processo di conservazione e valorizzazione del sito storico.
Le ricerche d’archivio delle famiglie Anguillara di Ceri e Giustiniani di Negro a Roma e a Viterbo hanno contribuito allo svolgimento dell’analisi, dedicata al giardino di Vincenzo Giustiniani, dell’architetto della Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il paesaggio del Lazio, Agostino Bureca responsabile del programma di conservazione della villa Giustiniani-Odescalchi a Bassano Romano. Nonostante l’ovvio rinnovo della vegetazione e del deperimento della materia permangono tutt’oggi diversi caratteri dell’originario genius loci del giardino, dovuti alle aspirazioni antiquarie e alle suggestioni europee del noto mecenate da Chios.
Don Cleto Tuderti, già Priore del Monastero di San Vincenzo, ha sviluppato il tema del “Mausoleo” voluto dal Marchese Vincenzo per la sua famiglia, evidenziando altri aspetti, correlati alla religiosità e spiritualità dei Giustiniani, non meno eloquenti ed attuali, che mettono in luce singolare la poliedrica figura di Vincenzo Giustiniani. Rinaldo Marmara si sofferma sull’importanza dei registri parrocchiali di Chios presenti a Tinos e su quelli di Costantinopoli, ricchi di testimonianze ed appunti, di cui alcuni sono del tutto ancora sconosciuti agli studiosi e altri necessitano di essere ricatalogati e soprattutto preservati dall’incuria del tempo.
Al suo intervento ha seguito quello di Manolis Vournous della Chiesa degli Aghii Sarànda a Thimianà. L’architetto offre una lettura aggiornata compiuta sui ruderi della chiesa e su precedenti studi personali. È interessante il fatto che dopo secoli di storia, si rispecchiano ancora le influenze genovesi nell’architettura chiota.
Dimitris Kokkinakis attraverso la sua antologia critica introduce all’arte medica e farmaceutica di Chios nel periodo genovese dell’isola. Sintetizza il sistema sanitario chiota del passato, ricorrendo a parallelismi con le istituzioni adottate dalle repubbliche marinare nella penisola italica. L’argomento sulle farmacie portatili e sull’arte degli speziali apre nuovi orizzonti negli studi chioto-bassanesi.
Alice Gànou, con un intervento semantico, ha evidenziato come esistano ancora, nel dialetto Chiota, termini vernacolari di derivazione Genovese e Italiana. Questi “cromatismi” locali potrebbero ricollegarsi alle manifestazioni “periferiche” della matrice latina nell’Egeo e più in generale nel Mediterraneo.
Cogliendo l’occasione di questo nuovo convegno organizzato nell’ambito del progetto di gemellaggio tra Bassano e Chios, sono stati inseriti due nuovi contributi di sintesi e di approfondimento scritti dai curatori della presente opera collettiva. Essi contribuiscono al riconoscimento dell’opera e all’approfondimento di alcuni dei temi affrontati dai relatori che parteciparono al primo convegno internazionale Dai Giustiniani all’Unione Europea: un percorso continuo, svolto a Bassano Romano nell’aprile 2004 che tematicamente aveva introdotto la proposta di gemellaggio. Enrico Giustiniani ricorda i temi illustrati negli atti del primo convegno, curati da lui stesso, che presentò al palazzo Giustiniani di Roma al Senato il 1 dicembre 2005 e successivamente al Archivio di Stato di Genova il 7 Aprile 2006 ove sono state aggiunte nuove valutazioni e commenti costruttivi di natura critica, sulle relazioni di contenuto scientifico. Il secondo testo di Paraskevi Papacosta chiude il presente volume, offrendo nuove prospettive di studio. La studiosa percorre i temi relativi alle architetture del passato conservate nelle antiche Terre dei Giustiniani. Segue una nuova lettura a campione, mirata, con relativa documentazione fotografica o grafica di alcune architetture monumentali in stato di rovina ed altre memorie dei Giustiniani di Chios. Il testo è caratterizzato da meditazioni storico-critiche, verificate direttamente sui “testi architettonici” e dall’individuazione di alcuni valori inespressi dalla letteratura che potrebbero essere capaci di suggerire nuove iniziative e soluzioni progettuali finalizzate alla conservazione e al recupero di questi siti degradati.

INDICE DEGLI ATTI
FRANCESCO BROGLIA - Presentazione Atti; ENRICO GIUSTINIANI E PARASKEVI PAPACOSTA - Introduzione al convegno internazionale nell’ambito del progetto di gemellaggio tra i Comuni di Bassano Romano, Aghios Minàs e Kampohòra di Chios; Presentazione dei Comuni del gemellaggio-Saluti ; Messaggio di Benvenuto ai cittadini di Aghios Minàs e Kampohòra; Saluto del Sindaco di Bassano Romano Luigi De Luca; Saluto dell’Assessore alla cultura di Bassano Romano Vittorio Ronconi; Presentazione del Comune di Bassano Romano; Saluto del Sindaco di Aghios Minàs Ionnis Pantelàras; Breve presentazione dell’isola di Chios; Presentazione del Comune di Aghios Minàs; Saluto del Vice-Sindaco di Kampohora Charilaos Koutsouràdis; Presentazione del Comune di Kampohora; Presentazione progetto “Rete fra città gemellate”; ENRICO GIUSTINIANI Il progetto di parternariato e di gemellaggio fra comunità Europee unite da percorsi storici comuni. La cittadinanza Europea attiva; Relazioni di contenuto scientifico sulla storia e la cultura di Bassano Romano e Chios ; CECILIA MAZZETTI DI PIETRALATA - Dal nord Europa al Mediterraneo: i palazzi Giustiniani di Roma e Bassano nel seicento, crocevia di incontri artistici; PARASKEVI PAPACOSTA - Architetture dei Giustiniani di Chios a Bassano Romano:storia e caratteri; AGOSTINO BURECA - Aspirazioni antiquarie e suggestioni europee nel giardino storico del palazzo Giustiniani a Bassano Romano; CLETO TUDERTI - Il mausoleo di S.Vincenzo Martire in Bassano Romano. Contributo per un gemellaggio; RINALDO MARMARA - La storia non è mai completa …. e neppure quella dei Giustiniani; MANOLIS VOURNOUS - La chiesa degli Aghii Sarànda a Thymianà di Chios; DIMITRIS KOKKINAKIS - Breve introduzione all’Ars medica e farmaceutica nella colonia genovese di Chio. Dai primi ospedali al cofanetto dei medicinali di Vincenzo Giustiniani; ALICE GANOU - L' influenza della lingua italiana sul linguaggio Chiotico; Termini vernacolari di origine italiana o genovese presenti nel dialetto Chiota; Firma del “Patto di amicizia e fratellanza”; Retrospettiva e approfondimento sui temi del 1° convegno internazionale di Bassano Romano; ; ENRICO GIUSTINIANI - Sintesi del convegno di Bassano Romano del 17 aprile 2004: Dai Giustiniani all’Unione Europea: un percorso continuo; PARASKEVI PAPACOSTA - Un percorso nelle antiche Terre dei Giustiniani: retrospettiva e approfondimento sui temi architettonici del primo convegno di studi a Bassano Romano; Ringraziamenti.

Il codice ICCU del libro nel database delle Biblioteche Italiane è IT\ICCU\IEI\0284266 , clikkando il link potete visualizzare le biblioteche dove è presente il libro.

Gli atti sono stati presentati una prima volta il 12 maggio 2007 a Bassano Romano dal Prof. Francesco Broglia e dall’Arch. Michele Campisi con il patrocinio della Sovrintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio del Lazio (Redazionale presentazione di Bassano Romano a cura di Domenico Vittorini - Gazzetta Bassanese n. 124 giugno 2007). A seguito poi la presentazione a Roma il 28 novembre 2008 nella sala Capitolare presso il Chiostro del Conventodi Santa Maria sopra Minerva Senato della Repubblica. La Sala, costruita per volontà di Vincenzo Giustiniani, generale dei Domenicani, nel XVII secolo, ancora conserva sul soffitto gli stemmi della famiglia Giustiniani.
Sono intervenuti Silvia Danesi Squarzina, ordinario di Storia dell’Arte Moderna dell’Università di Roma Sapienza e Alessandro S. Curuni, ordinario di Restauro dell’Università di Roma Sapienza. Ha introdotto i lavori Francesco Broglia, Docente di Rilievo dell’Architettura dell’Università di Roma Sapienza. Al termine della presentazione è stato proiettato un documentario sui Giustiniani (vai al video dell'introduzione clikkando il link), creato e montato dall'architetto Papacosta.
Redazionale con foto sulla presentazione del secondo libro degli atti a Roma il 28 novembre 2008

recensione giornalearte

Lo spirito Europeo dei Giustiniani recensione sul volume d'atti del II° convegno internazionale sulle architetturee collezioni artistiche dei Giustiniani - Giornale dell'arte gennaio 2009 a cura di Federico Castelli Gattinara

Gli atti, saranno presentati anche a Genova in primavera 2009 in data ancora da definire.
Il volume "Bassano Romano - Chios: antichi legami e nuovi percosi nello spirito europeo", è acquistabile su richiesta presso la Tipografia Pioda di Roma in Viale Ippocrate, 154 -
Tel: 06 44701500 Fax: 06 4451 862 - info@pioda.it


Si è svolto a Bassano Romano, dal 6 al 10 settembre 2006, l’incontro tra i cittadini del comune della Tuscia Viterbese e quelli dei comuni di Aghios Minàs e Kampohòra dell’isola Greca di Chios, nell’ambito del progetto co-finanziato dall’Unione Europea per la cittadinanza attiva “gemellaggio di città”.
In un atmosfera cordiale e informale, la delegazione Chiota, arrivata mercoledì 6 settembre all’aeroporto di Fiumicino, è stata accolta dal Sindaco insieme alla Giunta Comunale e da numerosi giovani dell’Associazione Culturale Bassanese. Il gruppo Greco, nei due giorni succesivi ha visitato i luoghi di principale interesse nella cittadina Viterbese e nella capitale.
Sabato 9 settembre si è svolta la parte ufficiale del programma, presentata in un volume d'atti.
Nella suggestiva Sala dei Cesari di Palazzo Giustiniani un convegno internazionale di studi storico-scientifici, intitolato “Bassano Romano-Chios : antichi legami e nuovi percorsi comuni nello spirito europeo”, ha ripercorso gli antichi legami che uniscono le comunità Italo-Greche intervenute ed ha preceduto la firma ufficiale del Patto di Amicizia.
Nel pomeriggio, presso il Monastero di San Vincenzo Martire, ha avuto luogo l’esibizione del Gruppo Bandistico Bassanese e dei danzatori di ‘Aghios Minàs e Kampohòra. Una serata musicale ha chiuso la giornata. Domenica 10 settembre, la delegazione Chiota è tornata in Grecia, dando appuntamento ai Bassanesi nell’isola del mastice per il 2007.
Dal 1347 al 1566 i Giustiniani furono gli amministratori per conto della Repubblica Genovese dell’isola di Chios nell’Egeo nord orientale. Alcuni di loro dal 1595 al 1854 dimorarono nel feudo di Bassano Romano, nella Tuscia Romana. Il gemellaggio tra le comunità Chiote e quella Bassanese è un atto di amicizia nel comune legame con la presenza di questa famiglia e con l'eredità ideale, architettonica e culturale che essa ha lasciato ai posteri italiani e greci.
Al convegno sono state presentate alcune relazioni (di cui alcuni brevi abstract sono sotto riportati) in Italiano e Greco.
Dopo la presentazione dei tre comuni, segue un breve intervento del Presidente del Comitato Organizzatore Enrico Giustiniani, sul progetto di partenariato Europeo della “Rete Giustiniani” e la cittadinanza Europea attiva; Paraskevi Papacosta è intervenuta sul complesso territoriale bassanese Giustiniani-Odescalchi e le attività dei Giustiniani di Chios, proponendo una nuova lettura di alcuni caratteri delle opere che realizzarono nel campo urbanistico ed architettonico, mentre nella sua relazione in greco sviluppa una descrizione più analitica di queste opere. La stessa relatrice ha anche tracciato la vita di Francesco Campi Giustiniani e Giovanni di Guglielmo Longo - Giustiniani, tra le figure di spicco di questa polivalente famiglia, da un testo in originale sulle due biografie scritte in katharèvousa, la forma di lingua greca creata nel 1834 dal grande Chiota Adamandios Korais. Al suo intervento ha seguito quello dell’architetto Manolis Vournous della Chiesa dei Santi Quaranta di Thimianà; sui ruderi di essa, dopo secoli, si rispecchiano ancora le influenze genovesi nell’architettura chiota. La storica dell’arte Cecilia Mazzetti di Pietralata ha evidenziato l’importanza mecenatistica dei fratelli Vincenzo e Benedetto Giustiniani e di come i loro palazzi di Roma e Bassano fossero dei veri e propri luogi d’arte dove oltre ad ammirare la splendida collezione di statue e dipinti, gli stessi artisti cercavano atmosfere e spunti per la loro ispirazione. Alice Gànou, con un intervento semantico, ha evidenziato come esistano ancora, nel dialetto Chiota,termini vernacolari di derivazione Genovese e Italiana. Don Cleto Tuderti, già Priore del Monastero di San Vincenzo, ha sviluppato il tema del “Mausoleo” voluto dal Marchese Vincenzo per la sua famiglia, evidenziando altri aspetti, correlati alla religiosità e spiritualità dei Giustiniani, non meno eloquenti ed attuali, che mettono in luce singolare la poliedrica figura di Vincenzo Giustiniani.

L'Europa da qui in poi di Michele Campisi ("Il Lavatoio", giornale a cura della sezione di Sutri di Italia Nostra, del 28 giugno 2007)

Bassano Romano 9 settembre 2006

Messaggio di benvenuto a cura del Presidente del Comitato per i gemellaggi di Bassano Romano alle rappresentanze dei Comuni Greci di Aghios Minas e Kampohora in occasione del loro arrivo a Bassano Romano

Benvenuti cittadini di Aghios Minas e Kampohora Bassano Romano porge il suo più sincero benvenuto agli amici di Aghios Minas e Kampohora. Un antico passato unisce i nostri popoli fin dall’antichità, in questa zona della Tuscia: greci, latini e celti hanno dato vita alla misteriosa civiltà etrusca. Il mediterraneo secoli dopo è stata la culla della civiltà greco-romana che insieme al cristianesimo ha gettato le basi delle comuni radici Europee. Ancora avanti nel tempo, intraprendenti mercanti e capitani di ventura genovesi e veneziani rivitalizzarano le rotte commerciali verso il levante greco contribuendo al rinascimento di ciò che allora era il mondo conosciuto. A Chios i Giustiniani cercarono non solo un semplice sfruttamento commerciale, non dominio amministrativo basato sulla forza militare, bensì governo illuminato e partecipato da una classe dirigente cosmopolita, erudita e, soprattutto, duratura, anticipando, quello che ben fecero Olandesi, Inglesi, Spagnoli e Portoghesi con le loro colonizzazioni anni dopo, ma con la netta differenza che i Genovesi non cercarono mai predominare e di imporre la loro cultura e la loro civiltà sulle popolazioni locali, ponendo le basi per la nascita di una comunità internazionale e cosmopolita che viaggiò in tutto il mondo creando importanti società commerciali, esempio concreto di crescita di un ceto multinazionale che oggi viene posto come obiettivo anche oggi dall´Unione Europea. Giuseppe Giustiniani da Chios arriva a Roma e nel 1595 acquista ed amplia a Bassano una lussuosa villa patrizia che sarà della famiglia fino al 1854. I suoi figli Vincenzo ed il cardinale Benedetto, nati anch’essi a Chios, furono abili banchieri e mecenati, ancora oggi conosciuti come i primi grandi collezionisti di opere d’arte, scopritori del famoso pittore Caravaggio. Un illustre passato ancora visibile nel Palazzo di Bassano che conserva intatto il suo fascino architettonico e pittorico e nel Monastero di S. Vincenzo con la splendida statua del Cristo PortaCroce del Michelangelo Vincenzo Giustiniani poneva grande rispetto per le sue origini, nella sala del palazzo di Bassano dedicata “alle muse”, ha voluto far affrescare il porto di Genova a ricordo della provenienza dei suoi avi e il porto di Chios a suggello dell’isola che ha dato tanto a questa famiglia. Oggi i Bassanesi accolgono i loro fratelli Greci e nello spirito del gemellaggio, aprono le loro case e i loro cuori, sperando di poter riallacciare nuove amicizie e duraturi legami. Crediamo fortemente che la comune identità storica possa essere una concreta base di partenza da cui costruire una rete di proficue relazioni istituzionali, economiche e culturali, miranti alla condivisione delle risorse disponibili secondo il principio della sussidiarietà, massimizzando gli effetti moltiplicatori dell'economia su scala, derivanti dalla cooperazione transnazionale e dal partenariato promosso dall'Unione Europea per favorire l'integrazione attraverso lo scambio di esperienze e di risorse. Benvenuti amici greci, tutti ci auguriamo che il vostro soggiorno a Bassano Romano sia piacevole ed indimenticabile. Il Presidente del Comitato per i Gemellaggi Enrico Giustiniani


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Il pubblico durante il Convegno e la delegazione Chiota davanti al Municipio di Bassano Romano

Discorso del Sindaco di Bassano Romano

Autorità, Signore e Signori, Con grande gioia porgo il mio benvenuto a nome dell’Amministrazione Comunale e di tutti i Bassanesi, agli amici di Aghios Minas e Kampohora che si incontrano qui per la prima volta. Paesi molto lontani geograficamente, ma vicini nella loro comune storia. Già agli albori della civiltà mediterranea gruppi di Pelasgi provenienti dalla Grecia solcavano i mari e diedero vita qui nella Tuscia Viterbese, all’antico e misterioso popolo degli Etruschi. Secoli dopo, gli intrepidi navigatori Genovesi approdavano a Chios, l’isola del mastice, facendone la base di un fiorente emporio commerciale. I Giustiniani ben interpretarono il modello Genovese in cui a legami famigliari si antepongono i legami economici. La “Maona” Giustiniani fu a tutti gli effetti una società prima ancora di essere una famiglia. Chios era allora “l’occhio destro di Genova”, dove Italiani, Arabi, Tartari, Turchi, musulmani, cristiani ed ebrei, commerciavano e si scambiavano cultura e speranze senza distinzioni di nazionalità, razza o religione. Nel sedicesimo secolo, dopo la conquista Ottomana, alcuni Giustiniani tornano a Roma e mettono al servizio del Papa le loro esperienze nei commerci e nella finanza; comprano il feudo di Bassano Romano e abbelliscono lo splendido palazzo che ci ospita, creando le basi architettoniche dell’attuale centro storico. I Giustiniani sono allora famosi come mecenati e grandi collezionisti di opere d’arte, ma non dimenticarono le proprie origini Sciote, dove avevano vissuto per quasi tre secoli, tanto che in una delle sale di questo Palazzo, troverete una veduta del porto di Chios. Qualche secolo dopo, al mutare delle fortune dei Giustiniani, anche Bassano Romano segue un decadente destino. Sic transit gloria mundi, “così passa la gloria terrena“, dicevano i latini. La presenza Genovese in oriente ha costituito l´antecedente medievale delle colonizzazioni moderne dei secoli successivi, ponendo quelle basi di una crescita di un ceto multinazionale che viene posto come obiettivo anche oggi con l´Unione Europea. Oggi siamo qui riuniti per ritrovare antiche amicizie e soprattutto per recuperare socialmente e culturalmente queste storiche testimonianze e mi auguro che il Patto di amicizia, che i nostri comuni si apprestano a firmare, sia un sincero reciproco impegno sulla base di interessi concreti da cui ripartire per costruire una rete di relazioni proficue, istituzionali, economiche, culturali, miranti alla condivisione delle risorse disponibili secondo il principio della sussidiarietà, massimizzando gli effetti moltiplicatori derivanti dalla cooperazione transnazionale, per favorire l'integrazione Europea attraverso lo scambio di esperienze e risorse. Spero di tutto cuore che il Vostro soggiorno a Bassano sia piacevole ed interessante e soprattutto che Vi possa restare il tangibile ricordo di aver ritrovato qui dei nuovi amici. Luigi De Luca

Discorso dell'Assessore alla Cultura di Bassano Romano

Autorità, Signore e Signori, Saluto il folto pubblico presente e porgo il mio personale saluto, agli amici di Aghios Minas e Kampohora. Vincenzo Giustiniani di ritorno da Chios nel sedicesimo secolo, acquista a Roma il Palazzo in Via della Dogana vecchia e qualche anno più tardi il feudo di Bassano Romano dagli Anguillara per farne la sua residenza di campagna. Una famiglia, che nonostante fosse esiliata da Chios e ormai legata a Roma, mantenne sempre un solido legame con le proprie origini. Ne sono testimonianza, come a ricordato il Sindaco, gli affreschi del porto di Genova e di Chios presenti nella stanza “delle muse” all’interno di questo palazzo. In un momento in cui le sorti delle bellezze del nostro paese sono oggetto di degrado e di svendita, lo Stato nel 2001, ha acquistato la Villa Giustiniani di Bassano. Un bellissimo palazzo seicentesco dove il tempo e l’incuria non ha ancora del tutto cancellato i segni del suo illustre passato. La nostra amministrazione, ideale custode del prezioso compendio, è consapevole che soltanto attraverso percorsi e iniziative culturali altamente qualitative, si riuscirà a mantenere sempre alta l’attenzione delle Istruzioni, nel sollecitare il suo costante restauro per fermarne il suo ineluttabile declino, affinché possa essere presto restituito al suo antico splendore e costituire un nuovo polo culturale scientifico, aperto a tutti i cittadini. Sappiamo che anche a Chios incombe un progressivo ed inesorabile processo di ruderizzazione delle antiche dimore Genovesi e che sono quanto mai urgenti processi di conservazione e soprattutto di valorizzazione affinché possano diventare anche risorsa per la popolazione. La cultura deve necessariamente essere propulsore di idee concrete che mediante la loro attuazione possano contribuire agli altissimi costi che i processi di restauro richiedono. Il convegno che abbiamo organizzato con Voi questa mattina ne è un esempio, dove amministratori e studiosi possono confrontarsi e studiare strategie comuni. Sia qui nell’ambito di un Bando Europeo, a testimoniare che crediamo negli ideali di fratellanza tra cittadini di nazioni diverse e siamo certi che partendo da questo gemellaggio possiamo aspirare a progetti più grandi. Continueremo a lavorare per esplorare le nuove forme di mutuo soccorso, per costruire dal basso, da cittadini europei, la nostra nuova identità, basata su nuovi diritti e doveri, ma fondamentalmente caratterizzata dalla cittadinanza attiva, creativa, libera. Siamo perciò interessati a contribuire anche da questa sede all’avvio di nuovi gemellaggi tra i nostri Comuni e altri che vogliano riconoscersi in questo progetto, stimolando il confronto tra cittadini, lo scambio d esperienze amministrative, soprattutto il sentimento di fratellanza che ci unisce e cementa la coesione europea desiderata. Europa etimologicamente significa tendere al bene, e noi, suoi figli, le dobbiamo coerenza e obbedienza al suo imperativo morale. Intendiamo perseguire la creazione tra noi, di una relazione duratura, fondata su rapporti tra individui e non a solo a livello politico. Ci auguriamo che questa opportunità consentirà ai Bassanesi e ai cittadini di Aghios Minas e Kampohora di stringere amicizie personali, apprenderne le abitudine e condividerne la quotidianità. Ci piace pensare che da questo primo incontro possano nascere nuove amicizie, comprensione, solidarietà reciproca e soprattutto riscoprire il profondo senso di appartenenza dei Greci e degli Italiani all’Europa, come lo furono i loro antichi progenitori, tali da essere ancora oggi ricordati nella Costituzione dell’Unione come la base delle comuni radici Europee. Ad maiora semper! “sempre a successi più grandi” per tutti noi, Vi ringrazio ancora della Vostra visita e Vi auguro buon ascolto per il convegno di oggi. Vittorio Ronconi


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L'esibizione del Gruppo bandistico di Bassano Romano

Intervento del Presidente del Comitato per i gemellaggi di Bassano Romano: Il Progetto della rete Giustiniani

Inquadramento storico-territoriale Alla fine dell’impero Romano, dopo alcuni secoli bui, si affermarono nel mediterraneo alcune città Stato, le Repubbliche marinare che costituirono l´antecedente medievale delle colonizzazioni moderne dei secoli successivi. Grazie all’intraprendenza commerciale ed a volta guerriera di Genovesi, Veneziani e Pisani, fiorino, attorno al Mar Mediterraneo, nel medio oriente e nel cuore dell’Africa, colonie, porti e comunità internazionali, dove Italiani, Arabi musulmani, cristiani, ebrei, commerciavano e scambiavano cultura e speranze senza distinzioni di nazionalità, razza o religione. A volte erano singole famiglie che grazie ai loro legami clanici, a costituire fitte relazioni mercantili e culturali. I loro palazzi e le loro dimore, sparse in tutto il mondo conosciuto di allora, costituivano dei veri e propri punti di riferimento per ciò che allora era considerato “civile”. I Giustiniani ben interpretarono il modello Genovese in cui a legami famigliari si antepongono i legami economici, tali che questi ultimi diventano predominanti sui primi. Una serie di brillanti iniziative commerciali, che anticipò quello che ben fecero dopo Olandesi, Inglesi, Spagnoli e Portoghesi con le loro colonizzazioni anni dopo, ma con la netta differenza che non cercarono mai predominare e di imporre la loro cultura e la loro civiltà sulle popolazioni locali, ponendo le basi per la nascita di una comunità internazionale e cosmopolita che viaggiò in tutto il mondo creando importanti società commerciali, esempio concreto di crescita di un ceto multinazionale che oggi viene posto come obiettivo anche oggi dall´Unione Europea. Convegno internazionale di Bassano Romano del 2004 Partendo dall’idea che siano nuovamente riscopribili e valorizzabili quegli antichi legami e che le comunità di oggi, possano ritrovare attraverso la rilettura delle loro testimonianze storiche ed antropologiche nuove risorse e gli antichi legami, Bassano Romano nell’aprile del 2004 ha voluto proporre quest’idea al centro di un convegno internazionale: “Dai Giustiniani all’Unione Europea un percorso continuo”. All’evento, patrocinato dal Senato della repubblica, dal Sovrano Militare ordine di Malta, Regione Lazio e Provincia di Viterbo, ha fatto seguito la pubblicazione del libro d’atti, presentato a Chios a settembre 2005 e poi a Roma presso la Sala dei Presidenti di Palazzo Giustiniani ora sede del Senato della Repubblica e a Genova presso l’Archivio di Stato. Al convegno i contributori agli atti (più di venti interventi), hanno ritracciato il lungo percorso dei Giustiniani nel Mediterraneo: dall’epopea della marineria genovese nel Levante, al collezionismo seicentesco dei grandi mecenati fino alle suggestioni architettoniche dei loro palazzi sparsi nel mediterraneo. Un confronto che ha rappresentato anche un esperimento nuovo per eventi di questo genere, spesso riservati esclusivamente agli addetti ai lavori, agli accademici si sono intrecciate le relazioni degli amministratori dei comuni Italiani, Greci e Francesi intervenuti (Chios e Omiroupolis dalla Grecia; Bastia dalla Francia; Mirano, Lari, Amelia, Ortona, Caprarica di Lecce dall’Italia a cui si aggiungono anche Aghios Minas, Kampohora e Ionias dalla Grecia e Fauglia dall’Italia che hanno dato la loro simbolica adesione). Importanza dei Giustiniani nel contesto culturale attuale Bassano Romano è un comune di circa 4.000 abitanti, in provincia di Viterbo a pochi chilometri da Roma. Il suo centro storico è dominato da un imponente Palazzo del XVI secolo appartenuto ai Giustiniani, le sue vicende storiche sono intimamente legate alle fortune e al declino di questa famiglia. In particolare i fratelli Benedetto e Vincenzo vissuti ad inizio del XVII secolo, furono i primi grandi collezionisti di opere d’arte scopritori del famoso pittore Caravaggio. L’importanza più recente della famiglia Giustiniani, è proprio legata alla riscoperta e ricatalogazione della loro collezione di opere d’arte che ad opera di un gruppo internazionale (Progetto Giove) celebrate in una mostra a Palazzo Giustiniani di Roma nel 2001 (“Caravaggio e i Giustiniani toccar con mano una collezione del seicento”), poi portata a Berlino, a cui ha fatto seguito un'altra mostra sulle sole opere classiche (“I Giustiniani e l’antico”). Assolutamente non trascurabile è il legame tra il Senato ed i “Giustiniani”. Quello Romano è già sede istituzionale, quello di Bassano, comprato dallo Stato nel 2001, oggi oggetto di un lento restauro, sarà dato al Senato per farvi una sede culturale polivalente. Progetto gemellaggi e costituzione di una rete La possibilità di collegare e integrare aree lontane nello spazio, spesso di piccole dimensioni, ma accomunate da reciproco interesse nello sviluppo turistico, economico, architettonico e culturale, è un´ottima opportunità per il rilancio di ambiti territoriali poco o mal conosciuti, eppure dotati di caratteri ambientali, culturali, storici, sociali e agro-alimentari di grande interesse e attrattiva. La presenza al Convegno di alcuni rappresentanti di Comuni italiani ed esteri, dove si sentì l’influsso dei Giustiniani nel campo dell’architettura e in altri aspetti sociali, testimonia l’interesse delle amministrazioni pubbliche per questa iniziativa, anche al fine di costituire un organismo permanente atto a valorizzare eventi futuri, con la finalità di salvaguardare i beni storico-culturali e di valorizzare siti, palazzi, oggetti e tutte le memorie appartenenti ai Giustiniani e più in generale alle antiche repubbliche marinare Italiane. Questo organismo potrà presentare proposte per interventi integrati, cofinanziati dai fondi strutturali europei per gemellaggi tra diverse comunità e il recupero di siti urbanistici di interesse storico, artistico, culturale o villaggi tradizionali in stato di abbandono e di degrado. Il comune di Bassano, per le sue piccole dimensioni, sta compiendo un notevole sforzo organizzativo in tal senso affinchè si possa costruire, un lavoro condivisibile con gli altri Enti partecipanti e che le relazioni istaurate, sia con il mondo accademico che con gli altri amministratori, possano rappresentare un’opportunità di concreto sviluppo per tutti e non soltanto un semplice, seppur valido, dibattito scientifico. Un primo passo verso una futura è più fattiva sinergia è stato compiuto. L’Unione Europea ha approvato il progetto di gemellaggio presentato dal Comune di Bassano Romano (“Incontri con i cittadini - fase 3/2006) con i comuni greci di di Aghios Minas e Kampohora. L’evento si terrà il prossimo 6-10 settembre 2006. Il cammino di coesione tra piccole comunità, spesso prive di esperienza internazionale e delle competenze per affrontare gli “sconosciuti” percorsi dei finanziamenti dell’Unione Europea, è sicuramente lento e faticoso. Noi siamo disponibili a far condividere questa nostra esperienza, al fine di predisporre una vera e propria “Rete”, un agile comitato paritetico, con la presenza di un membro per ciascuna comunità. Consapevoli di non voler costituire costosi nuovi “Enti burocratici”, insostenibili per i budget comunali, crediamo che nell’era digitale, si possa agilmente costituire un circuito virtuoso tramite internet e la posta elettronica al fine di condividere esperienze reciproche e scambiarsi progettualità, superando gli inevitabili costi, insostenibili per le piccole comunità, che incontri “personali” farebbero scaturire. Il progetto che intendiamo portare avanti e sottoporre alla Vostra attenzione si pone le seguenti finalità: · approvazione di una bozza di protocollo di generale adesione al progetto, aperto in futuro a qualsiasi ente pubblico nazionale (anche provinciale o regionale) o estero che ne condivida le finalità; · costituire un comitato paritetico, anche senza una preventiva ratifica da parte degli enti interessati, in cui ciascun membro nominato (uno per comunità) possa scambiare per posta elettronica esperienze e progetti; · attivare una serie di gemellaggi amministrativi nell’ambito dell’Unione Europea tra tutti i comuni coinvolti; · ricercare e proporre le progettualità finanziabili con i fondi nazionali o Europei che possano coinvolgere gli Enti partecipanti alla costituenda “rete” e a dare sostegno ad altre attività economiche, meno direttamente collegate all’offerta culturale (convegni, seminari, corsi di formazione, spettacoli), ma ugualmente interessanti in un’ottica di lungo periodo; · attivare iniziative di promozione turistica anche scolastica, costituendo un sito internet dove ciascuna comunità possa presentarsi e promuoversi, mettendo in evidenza le affinità reciproche; · progettare una linea culturale condivisa e riconoscibile che coinvolga i singoli beni dal trascorso storico comune;


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L'esibizione dei gruppi folkloristici di Aghios Minas e Kampohora

Intervento di Paraskevi Papacosta: Il complesso territoriale bassanese Giustiniani-Odescalchi e le attività dei Giustiniani di Chios: storia e caratteri

La conoscenza della storia delle città gemellate pone come scopo iniziale la catalogazione delle rispettive comuni radici, e come obiettivo finale dei cittadini sensibilizzati, la conservazione del patrimonio architettonico ed artistico in base alle attuali tendenze delineate secondo i criteri culturali locali. L’entroterra della Tuscia Romana e l’isola di Chios, siti ai quali appartengono rispettivamente i Comuni di Bassano Romano, di Aghios Minàs e di Kampohòra, sono delicati ecosistemi territoriali, esposti pericolosamente alle rapide trasformazioni dei nostri tempi, e per questo motivo necessitato di essere tutelati e salvaguardati con adeguati strumenti operativi. Negli ultimi vent’ anni in tali luoghi ricchi di testimonianze archeologiche, sono stati effettuati convegni e incontri nell’ambito dei quali vennero presentati lavori di catalogazione, di rilievo dei monumenti, e schemi analitici di lettura, finalizzati alla valutazione del degrado subito.I sopraddetti lavori, con l’adeguato grado di approfondimento e sempre in base alle esigenze e alle priorità di ogni Comune, potrebbero essere presentati dagli istituti universitari, dalle soprintendenze dei monumenti e da enti privati, uniti in partenariato, per la candidatura nell’ambito di Programmi Europei. Nella relazione che segue si propone, una nuova lettura di alcuni dei caratteri delle opere realizzate nel campo urbanistico ed architettonico dai Giustiniani provenienti dall’isola di Chios.

Intervento di Cecilia Mazzewtti di Pietralata: Dal nord Europa al Mediterraneo: i palazzi Giustiniani di Roma e Bassano nel Seicento, crocevia di incontri artistici.

Il momento di maggior splendore culturale della presenza a Roma e nel Lazio dei Giustiniani è segnato dalla personalità del marchese Vincenzo. Committente accorto, collezionista appassionato, intenditore esperto e curioso, Vincenzo Giustiniani è uno dei più interessanti interpreti di una congiuntura culturale sovranazionale, aperta agli scambi tra Nord e Mediterraneo, che riconosceva in Roma il centro dell’Europa ma mai si chiudeva in affermazioni localistiche. Grazie alla sua lucida visione il palazzo di san Luigi dei Francesi diventa un luogo di incontro e di studio per più generazioni di artisti che provengono dalle Fiandre, dalla Francia, dalla Germania, a confrontarsi con la statuaria antica e con i pittori moderni italiani, con esiti tra i più alti dell’arte seicentesca. Del clima fecondo di questi incontri offre una testimonianza Joachim von Sandrart, che ricorda Vincenzo come vero e proprio maestro nel giudizio dei fatti artistici, e menziona più volte anche il palazzo di Bassano. Quest’ultimo, con il suo giardino, occupa uno spazio importante nella considerazione del marchese, e il suo Discorso sopra l’Architettura lo denuncia con urgenza. L’arte dei giardini è una componente ineludibile della cultura seicentesca che gli studi hanno riscoperto in tempi relativamente recenti; le parole di Vincenzo ne dimostrano la sua consapevolezza, e ancora una volta il suo guardare con occhio curioso ma autonomamente critico ai più aggiornati modelli d’oltralpe. Il complesso di Bassano diventa dunque nelle intenzioni del suo proprietario un’espressione dei propri interessi del tutto complementare alle collezioni stabilite in città.

Intervento di Don Cleto Tuderti: Il mausoleo di S.Vincenzo Martire in Bassano Romano Contributo per un gemellaggio.

Siamo in tempi nei quali in tutti i campi della presenza umana si sta affermando il fenomeno della globalizzazione, intesa come visione universalistica dell’essere, volta a superare gli angusti limiti nazionali, per scoprire percorsi di sinergia e di collaborazione in un mondo che si fa sempre più piccolo, abbattute le barriere, artificiosamente erette, di razza, lingua e colore. Il patto di gemellaggio che si sta stipulando tra i due Comuni chioti di Aghios Minas e Kampohora, e il nostro Comune di Bassano Romano, ne è un riflesso. Validi e secolari motivi storico-culturali e, perché no, anche religiosi e spirituali, legano queste due sponde del Mare Nostrum. Grazie all’illustre e benemerita famiglia Giustiniani, dominante sull’isola egea dal 1346 al 1566, i nostri contatti, pur rarefatti da allora, si sono recentemente ripresi, per non sono più interrotti. Fu lì, che i Giustiniani vennero in contatto con quel mondo ricco di monumenti di arte bizantina ed ellenica, che entusiasmò i fervidi ingegni dell’illustre famiglia. Una versione, quindi io credo, in chiave rinascimentale, del famoso detto latino: Graecia capta ferum victorem cepit (la Grecia conquistata ha conquistato il rozzo vincitore). Bassano di Sutri, come era allora chiamato, passato in feudo ai Giustiniani nel 1595, ne ha derivato duraturi e benefici effetti socio-culturali, artistici e religiosi. Solo pensando alla erezione giustiniana del mausoleo di S.Vincenzo M. che sorge sulla collina sovrastante il paese, già chiamata “boschetto dei monti”, oppure al Borgo di Bassano intitolato a S.Filippo Neri, voluti entrambi dai Giustiniani, già vedo che più di un vincolo lega il paese all’isola di Chios, definita paradiso dell’est, patria di Omero, quel grande maestro di ispirazione poetica, nativo luogo privilegiato del lentisco-mastice, che la leggenda vuole sia sgorgato in calde lagrime versate per il martirio del patrono S.Isidoro. In questo contesto, vorrei solo di passaggio rilevare un dettaglio circa il quadro caravaggesco del S.Vincenzo nella nostra chiesa, opera commissionata dal marchese Vincenzo Giustiniani al pittore fiammingo Timan Cracht. Più di un critico vede nello sfondo del dipinto un panorama, alquanto idealizzato, dell’isola di Chios. Nel Convegno del 17 aprile 2004, tenutosi nel nostro monastero, dal titolo Dai Giustiniani all’Unione Europea: un percorso continuo, volto a riallacciare i fili di comunione momentaneamente sospesi tra le due comunità, sebbene la presenza italiana sull’isola fosse durata sino al 1943, il contributo del nostro monaco D.Angelo Casertano si richiamò al programma istruttivo predisposto per i giovani del paese dal marchese Vincenzo Giustiniani, idealmente ripreso dal benemerito Abate Ildebrando Gregori nel 1941 grazie al suo coraggioso e lungimirante progetto educativo e ricettivo di oltre 600 ragazzi di famiglie gravemente colpite dalla guerra. Le positive conseguenze di questa scolarizzazione e istruzione superiore perdurano ancora sia nei fruitori bassanesi impiegati nei ministeri romani sia nel noto e per molti inspiegabile fenomeno di vedere in Bassano un numero ed una varietà di scuole superiori che neanche un grosso centro come Bracciano possiede. In questo mio contributo vorrei sviluppare altri aspetti, correlati alla religiosità e spiritualità dei Giustiniani, non meno eloquenti ed attuali, che mettono in luce singolare la poliedrica figura del marchese Vincenzo. Questa si evidenziò in modo emblematico nell’erezione della chiesa di S.Vincenzo M., “Santo mio Avvocato”, come lo chiamava, sacrario ad un tempo dei Giustiniani e vedetta provvidenziale e vigile sulle esigenze del paese. Da un excursus su questo modello di architettura tardorinascimentale e sul suo fiore nell’occhiello, la statua michelangiolesca del Cristo Portacroce, passo ad offrire una sintesi delle istituzioni improntate ad autentica solidarietà filantropica e cristiana ad essa annesse. Mausoleo di S.Vincenzo Martire. Ben a ragione l’Avv.Teodoro Amayden, amico del marchese Vincenzo Giustiniani, ne scolpì a sbalzo la personalità, definendola con frase memorabile: “Non vidi mai tale ingegno al mondo”. A Bassano questo vivace ingegno ha lasciato un’opera imperitura che io amo specificare con il termine trittico, quasi tre pannelli, interconnessi fra di loro, di cospicua importanza e rara bellezza: il Palazzo, la Rocca con il giardino, una volta stupendo, e appunto il tempio di S.Vincenzo Martire. In essi si è profuso il genio universalistico del Marchese Vincenzo, arricchito anche dall’esperienza derivante dal tour europeo ch’egli fece insieme al Pomarancio nel 1606. Nel mio studio storico del 1997 descrissi il tempio: agile e svettante, tricuspide e armonioso, degno sacrario dei resti mortali dei Giustiniani, sito su un colle ameno, alto ed isolato, balcone naturale sulla estesa pianura in digradante declivio sino al lontano Tevere. Chi fu l’ideatore del monumento? Non se ne fa menzione nei documenti d’archivio. Nel testamento del 22 gennaio 1931, il marchese fa obbligo al suo successore il Principe Andrea Giustiniani di finire e ridurre all’ultima perfezione la chiesa da me principiata e ridotta per grazia del Signore a buon termine, ad onor di S.Vincenzo martire…conforme al disegno ed intenzione, che sono a notizia di M.Giacomo Pacifici, architetto e di mastro Niccolò Valle capomastro muratore Pacifici. Nel tentativo di risolvere il dubbio c’è chi ha pensato, data la classicità della linea architettonica del monumento, ad un disegno del Vignola, vissuto nel secolo precedente, che il marchese avrebbe adottato. Senonché conosciamo la genialità del marchese che si rispecchia nel suo Discorso sopra l’architettura. Per l’intenditore Vincenzo Giustiniani il modello assoluto da proporre all’imitazione degli architetti era la nobilissima basilica di S.Pietro, di cui l’architetto Carlo Maderno aveva nel 1612 completato la facciata. Studiandone le proporzioni, teorizzava nel suddetto saggio: Si deve premere che la pianta sia distinta con figure regolari e con angoli retti e più che si può in isquadra,mantenendo ciascuna stanza o altro membro ampio al possibile, ma che non ecceda di molto la debita proporzione, che deve avere con l’altezza stabilita della fabbrica universale….Proprietà, queste, ben rilevate dal rinomato arch. Paolo Portoghesi. Possiamo quindi concludere, con buon margine di sicurezza, che la visione architettonica del tempio è sua, scaturita dalla sua accurata analisi condotta della facciata del nuovo S.Pietro, integrata forse nell’evidenziazione dei due campanili con uno sguardo alla chiesa di Trinità dei Monti a Roma. Corrispondenze, ovviamente in scala ridotta, con la facciata della basilica di S.Pietro, sono visibili nella analoga ripartizione in due elementi, parte inferiore ed largo attico superiore divisi da trabeazione, il tutto sormontato dalla balconata in colonnine di peperino. Parimenti, analogie sono riscontrabili all’interno. Doveva suscitare l’ammirazione del marchese la fuga concitata e febbrile di dentelli, ripresa dalla basilica di S.Pietro, convergenti senza interruzione verso l’altare maggiore, per riprendere, dopo breve respiro contemplativo, la corsa di ritorno. Altro elemento, forse previsto dal marchese, attuato con gusto borrominiano dopo al sua morte, è dato dal volo ardito delle lesene, che sembrano perforare impavide la trabeazione e solcare l’imbotte, quasi immagine di mani oranti elevate verso il cielo, rientranti in basso cariche di grazie celesti. Ulteriore elemento di spiritualità architettonica si può notare, con applicata attenzione, sia con uno sguardo all’interno che all’esterno, in quell’effetto stupendo dell’avvicendarsi in rapida successione di elementi richiamanti in chiave ideologica la duplice entità di tempio e palazzo. Superandosi a vicenda in moto ascensionale rievocano il predominio ora della civitas iuris (città terrena), evidenziato dallo stemma gentilizio ricorrente, ora il primato della Eccclesia pneumatis (chiesa dello Spirito), scandito da volti di cherubini, dal busto del Salvatore e, in vetta sulla cupola, dalla Croce, impiantata sulla rocca giustiniana, resa quasi fortilizio della fede, rievocante l’eroica presenza dei Giustiniani a Chios come avamposto di difesa contro le scorrerie ottomane. Interessante e degna di nota è la personale, io credo, spiritualità che il marchese Vincenzo ha saputo trasfondere nella statua di Cristo Portacroce da lui comprata incompleta e fatta rifinire secondo il suo gusto e la sua convinzione teologica. Mentre Michelangelo aveva concepito il capo del Salvatore con la bocca serrata, atta ad esprimere l’uomo dei dolori (the man of sorrows), come ben a rilevato la professoressa Danesi Squarzina, nella rilavorazione del volto voluta dal marchese la bocca è dischiusa e così è giunta a noi. Non è un questo un particolare di poco conto o semplice gusto barocco che voleva la statua vivente e alitante, espressione di “affetti”, secondo l’efficace interpretazione della Danesi Squarzina. Secondo me, nella modifica vi è nascosta una intuizione teologica: l’Uomo dei dolori, uscito appena dal sepolcro, prende la Croce non più faticosamente come strumento di patibolo, bensì come scettro di trionfo sulla morte, emblema della gloria della risurrezione. Così l’hanno vista i vescovi delle diocesi di Sutri e Nepi, succedendosi nelle visite pastorali, dichiarandola simulacrum resurrectionis (effigie della risurrezione). Istituzioni di solidarietà cristiana Nella mente del marchese la chiesa di S.Vincenzo, ideale dimora dei resti mortali dei Giustiniani,non doveva rimanere in splendido isolamento, avulsa dal contesto cittadino di Bassano, quasi cattedrale nel deserto. Tre benemerite opere sociali, da lui fondate, finanziate e affidate con testamento a suoi eredi per pronta esecuzione, dovevano far capo al mausoleo di famiglia. il sussidio dotale, il vitalizio per tre cappellani secolari e la costruzione di un borgo intorno alla chiesa per abitazioni e botteghe: A) il sussidio dotale di sc.30 di moneta, di giuli dieci per scudo (da assegnarsi) ad una povera vergine forestiera, che venga a maritarsi, ed accasarsi nella mia Terra di Bassano, con un marito forestiero, che no sia nato né allevato in d.terra e marchesato di Bassano…con l’obbligo d’ambedue loro tanto del marito quanto della moglie negli atti della Corte di detta Terra di Bassano di dover abitare decentemente in detta Terra, sotto pena di restituzione della dote…e la concessione della detta dote voglio che segua nel giorno della festa dei Santi Vincenzo e Anastasio nel mese di Gennaro, nella chiesa di S.Vincenzo da me fabbricata dai fondamenti, e così voglio che si osservi in perpetuo. Un’opera meritoria, questa, di alto significato cristiano e nel contempo valido strumento di incremento demografico. In quest’ottica possiamo anche ricordare un’altra benemerita figura, quella della Principessa Donna Cecilia Mahony, irlandese, moglie del Principe Benedetto Giustiniani, rimpianta da tutta Bassano per lungo tempo dopo la sua morte avvenuta il 18 febbraio 1789. Attesta di lei il cronista bassanese settecentesco il Sac. D.Giacomo Marchetti: Fu grande la perdita di sì degna eroina volgarmente detta la Madre della Pietà e dei Poveri…il popolo di Bassano non cessa ancora di piangere una tal morte immatura..Il bene che ha fatto in Bassano in dotar zitelle, sovvenire i poveri, vestire ignudi, sedar liti e turbolenze è stato immenso. Il signor Iddio l’abbia in Cielo a godere per sempre l’eterna felicità. B) l’istituzione del vitalizio per tre cappellani del clero secolare, domiciliati nelle stanzette ricavate nei muri della chiesa con accesso tramite scala a chiocciola. Ad essi era affidato i compito non solo di officiare il tempio, ma altresì di insegnare la Dottrina Cristiana, di leggere, di scrivere e di far abbaco a chiunque vorrà da loro imparare. La tradizione educativa Giustiniana interrotta con la vendita del feudo di Bassano agli Odescalchi nel 1854, è stata ripresa su più vasta scala dall’Abate Ildebrando Gregori dal 1941 al 1984, fino al tempo della mutata legislazione scolastica in Italia. La sua opera prosegue ancora nelle istituzioni scolastiche da lui fondate, divenute ora governative, ma rimaste a Bassano, mentre la presenza dei monaci specifica la propria azione in campo spirituale, ecclesiale e sociale. C) di estremo interesse sono le disposizioni circa l’erigendo Borgo da chiamare Giustiniano, non realizzato, che sarebbe dovuto sorgere ai due lati della chiesa di S.Vincenzo Martire. Esso doveva risultare di case piuttosto piccole, che grandi incontro o vicino alla detta chiesa di santo Vincenzo in luogo che parrà più comodo et onorevole, con buon disegno e regole d’architettura massime nella prima intentione e nel dar principio, il qual borgo si debba nominare Giustiniano. Per la messa in opera del progetto il marchese stabiliva un’assegnazione di mille scudi annui da erogarsi per venti anni. Questo grandioso progetto di borgo, di cui si conserva disegno nella Galleria Giustiniani, di cui la professoressa Danesi Squarzina ha pubblicato di recente gli inventari in tre volumi, non si realizzò. Per mancanza di fondi, in parte assorbiti dai lavori di consolidamento della chiesa che si protrassero sino agli anni 80 del sec.XVII, dopo reiterate richieste di proroga alla Santa Sede dell’ adempimento dell’obbligo testamentario, l’interessamento per il Borgo Giustiniano venne meno. In compenso, l’idea fu in parte ripresa in zona più vicina al centro storico dalla principessa Maria Panfili, moglie di Andrea Giustiniani, la quale ne trasferì l‘attuazione all’attuale Borgo S.Filippo, in ossequio alla memoria del santo caro alla famiglia Giustiniani, S.Filippo Neri. Anche in questo caso il borgo fa capo alla chiesa da lei fondata, dedicata al santo. La religiosità dei Giustiniani si riflesse altresì nell’opera di ampliamento e di ristrutturazione della chiesa parrocchiale di Bassano nei primi anni del ‘700, assicurando la presenza del balcone che dalla cappella del Palazzo si affaccia sul nuovo presbiterio, per la partecipazione dei principi ai sacri riti. Leggo in Internet sulla Guida di Chios, la prima guida dell’isola completamente in italiano,compilata ed illustrata secondo moderni accorgimenti dall’amico Enrico Giustiniani,circa il più famoso monumento di Chios, il Monastero Nea Moni, già abitazione di 3000 monaci, impreziosito da affreschi creati dai migliori pittori di arte bizantina, attualmente sotto restauro. Questo potrebbe costituire per noi monaci d’occidente, attesa la comune base di spiritualità cristiana, uno stimolo di interesse in più perché, qualora il sacro luogo venisse ripopolato dai corrispondenti cenobiti, si gettassero i ponti per una sintonia di idee e di programmi di vita monastica. Come si è visto, le distanze che una volta separavano comunità lontane, grazie ai recuperati motivi storico-culturali e religiosi, si stanno annullando. Anche la religione cristiana, comune denominatore dei nostri popoli, svolge come nel passato un ruolo di primaria importanza insieme all’arte e alla cultura da lei promosse. Voglia questo felice traguardo di gemellaggio tra i due Comuni di Chios e Bassano apportare frutti benefici di comune intesa e cooperazione ai vari livelli e servire da fattispecie per altre analoghe comunità assimilate da fondamentali legami di valori umani e di cultura.


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Il patto di gemellaggio

IL PATTO DI GEMELLAGGIO


Noi, Sindaci dei comuni di BASSANO ROMANO, Italia di AGHIOS MINAS DI CHIOS e di KAMPHOCHORA DI CHIOS
accettiamo che: la ragione del gemellaggio tra i comuni di Bassano Romano, Aghios Minas e Kamphochora risiede nel comune legame con la presenza della famiglia dei Giustiniani e con l'eredità ideale, architettonica e culturale che ci ha lasciato ai posteri italiani e greci.
Pertanto, noi eletti liberamente dal voto dei nostri concittadini, con il consenso dei rispettivi consigli comunali, certi di interpretare le aspirazioni delle loro popolazioni, avvertiamo, nell'attuale momento storico in cui si sta unendo l'Europa, l'esigenza di promuovere rapporti amichevoli fra le nostre comunità.
Considerando che l'opera della storia deve continuare in un mondo aperto nell’ambito democratico e con il rispetto dei diritti umani, in questo giorno noi prendiamo l'impegno solenne di mantenere dei legami duraturi fra i nostri comuni, di favorire in tutti i modi lo scambio fra i loro abitanti per sviluppare, attraverso una reciproca comprensione, il sentimento vivo di una fraternità europea, di unire i nostri sforzi per aiutare, usando tutti i mezzi legali possibili, il raggiungimento dello scopo del giorno odierno. Le amministrazioni comunali convengono che il gemellaggio, nello svolgimento e nei suoi successivi sviluppi, costituisca uno strumento di cooperazione e di scambio tra enti locali di Paesi diversi, valorizzando al meglio le organizzazioni di categoria, la partecipazione umana e una maggiore integrazione nell’ambito dell’Unione Europea.
Riconoscono al gemellaggio il compito di affermare nuovi metodi e nuove regole nei rapporti fra le città, i popoli, le nazioni: metodi di pace, di comprensione, di solidarietà, di ricerca di ciò che ci accomuna e non di ciò che ci divide; a forgiare autentici legami di amicizia fra persone di lingua, cultura e costumi diversi, fondati sul rispetto dei Diritti Umani.
In questo particolare giorno, le Amministrazioni comunali di Bassano Romano, Aghios Minas e Kamphochora, nel suggellare il "Patto di Amicizia e di Gemellaggio" prendono solenne impegno di:
- sviluppare legami permanenti fra le rispettive Amministrazioni e promuovere incontri periodici, scambi di informazioni ed esperienze e di conoscenza reciproca;
- realizzare fra i cittadini di Bassano Romano, Aghios Minas e Kamphokora un profondo rapporto di amicizia; promuovere, fra le istituzioni scolastiche dei rispettivi comuni, la conoscenza delle radici storiche e culturali; lo scambio e la produzione di strumenti didattici, di ricerche di visite fra classi, allo scopo di irrobustire il grado di istruzione e di formazione dei giovani, incrementare l'amicizia e migliorare la conoscenza generale comprendente quella delle lingue;
-facilitare gli scambi di natura turistico-culturale ed economico-professionale.
Le modalità di attuazione dei suddetti impegni saranno periodicamente valutate per assicurare che gli intenti del presente patto vengano perseguiti con piena e reciproca condivisione.
Il Sindaco del comune di Bassano Romano sig.Luigi De Luca, il Sindaco di Aghios Minas sig. Ioannis Pandelaras e il legale rappresentante del sindaco di Kamphokora sig.Emmanouil Krakari, sig.Charilaos Koutsouradis, vicesindaco di Kamphochora, stipulano questo accordo con la loro firma e con il sigillo dei loro Comuni; si impegnano, inoltre, a risottoscrivere lo stesso documento in Grecia nel 2007.
Bassano Romano, 9 settembre 2006

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Il programma del 9 settembre 2006 dell'incontra tra Bassano Romano e le comunità Chiote


IL PROGETTO DELLA RETE GIUSTINIANI

Un filo rosso unisce alcuni piccoli comuni Italiani ed Europei, la presenza nel corso dei secoli della Famiglia Genovese dei Giustiniani, importanti tracce architettonicche ed antropologiche da valorizzare e da collegare nel tempo e nello spazio, percorsi turistici comuni per uno scambio di idee e confronti per riallacciare gli antichi legami in uno spirito Europeista.


6 settembre 2006 "Il Tempo" di Yuri Gori

Gemellaggio nel segno dei Giustiniani. La delegazione greca arriva oggi da Chios per firmare il patto
Entra nel vivo il percorso che porterà il centro della Bassa Tuscia al gemellaggio con Aghios Minas e Kamphokora, i due comuni dell’isola greca di Chios. Arriva, infatti, oggi a Bassano Romano una delegazione dei due paesi che porterà alla firma del patto di gemellaggio per un progetto, finanziato anche dall’Unione Europea, iniziato oltre due anni fa con il convegno internazionale «Dai Giustiniani all’Unione Europea: un percorso continuo». I tre comuni sono legati tra di loro dalla storia della famiglia Giustiniani che ha lasciato un’eredità di tutto rispetto sia ai viterbesi che ai greci. I Giustiniani, ricca famiglia genovese di mecenati e di collezionisti di opere d’arte, dopo una lunga permanenza nell’isola di Chios durata per circa trecento anni, nel sedicesimo secolo tornarono a Roma comprando anche il feudo di Bassano Romano dove abbellirono un palazzo proprio al centro del paese. L’illustre passato della famiglia genovese è oggi visibile nello stesso Palazzo Giustiniani, ricco di affreschi di pregevoli artisti del Seicento, e nel Monastero San Vincenzo dove è presente la statua di Cristo Portacroce di Michelangelo. È proprio da questi legami profondi tra i due popoli che le relative amministrazioni comunali hanno avviato il percorso che porta a riscoprire i loro antichi progenitori con uno sguardo verso l’Europa. La delegazione greca, nella sua permanenza a Bassano Romano fino a domenica prossima, avrà anche la possibilità di conoscere il territorio della Tuscia con visite guidate. Ma il momento centrale della cinque giorni sarà sabato pomeriggio con la firma degli impegni protocollari e di fratellanza, preceduta, nella mattinata, da un convegno storico-culturale aperto al pubblico. Le relazioni affronteranno il tema della presenza dei Giustiniani a Chios ed a Bassano Romano e la loro committenza artistica. Dopo la firma, invece, la banda musicale di Bassano Romano eseguirà gli inni nazionali italiano e greco, mentre i gruppi folcloristici di Aghios Minas e di Kamphokora si esibiranno in piazza. La giornata si chiuderà con una cena a buffet in Piazza Umberto I e la serata danzante. I rappresentanti dei tre comuni si saluteranno domenica per un arrivederci in Grecia nel 2007.


11 agosto 2006 "Il Tempo" di Yuri Gori
Il centro della Bassa Tuscia ed il comune greco di Aghios Minas vanno verso il gemellaggio. Ed il progetto, presentato nell’aprile scorso dall’amministrazione comunale dell’ex sindaco Giuseppe Marchetti, ha ottenuto anche un finanziamento dall’Unione Europea di oltre 6.000 euro. Un contributo che arriva dopo oltre due anni di lavoro e di contatti tra i due Comuni, partiti dal convegno internazionale «Dai Giustiniani all’Unione Europea: un percorso continuo» dell’aprile 2004. Il progetto presentato all’Unione Europea prevede un incontro a Bassano Romano tra i rappresentanti dei due paesi dal 6 al 10 settembre, con il coinvolgimento attivo delle popolazioni. È con questo spirito che l’attuale amministrazione comunale del sindaco Luigi De Luca e del consigliere con delega al Turismo Francesco Colletti sta organizzando l’iniziativa, che prevede l’alloggio degli ospiti greci presso le famiglie bassanesi, in vista di una futura reciprocità per l’anno prossimo. «Ci aspettiamo - ha detto il consigliere Colletti - che ci sia una risposta importante da parte delle famiglie per ospitare gli amici di Aghios Minas e da parte delle associazioni e dei commercianti locali che possono dare un notevole contributo per l’organizzazione della manifestazione. Per questo abbiamo organizzato un incontro pubblico per lunedì, alle 15, per discutere insieme dell’iniziativa». Durante i cinque giorni di permanenza nel centro viterbese dei cittadini di Aghios Minas sono previsti un convegno sulla famiglia Giustiniani, alcune visite guidate sul territorio e feste in piazza.

luglio 2006: Approvato dall'Unione Europea il progetto di gemellaggio tra il Comune di Aghios Minas con Bassano Romano

L'Unione Europea ha approvato il progetto di gemellaggio presentato dal Comune di Bassano Romano con il Comune greco di Aghios Minas (DG EAC N. 25/05 Incontri tra cittadini - fase 3). Progetto 06/2082. La manifestazione che verrà coinvolti entrambi i comuni greci di Aghios Minas e Kamphokora si svolgerà a Bassano Romano dal 6 al 10 settembre. Sabato 9 presso il Palazzo Giustiniani la firma del patto di fratellanza tra le tre comunità.

maggio 2006: Kamphokora approva all’unanimità il progetto di gemellaggio con Bassano Romano

A seguito dei contatti avuti a Chios nell'agosto del 2005, il vice-sindaco di Kamphokora Argyrios Brouzàkis che ha portato i saluti della sua comunità e del sindaco Krakaris a Bassano Romano in una prima visita di contatto tra le due amminsitrazioni. Una bella panoramica della località nel sito internet in greco Sito Ufficiale di Kamphokora

dicembre 2005: Aghios Minas approva all’unanimità il progetto di gemellaggio con Bassano Romano

A seguito della recente visita delle delegazione Chiota del comune di Aghios Minas, rappresentato dal vice sindaco Signora Charitou Kiziaki, a Bassano Romano, in occasione della presentazione a Roma al Senato degli atti “Dai Giustiniani all’Unione Europea: un percorso continuo”, il consiglio comunale del comune greco ha deliberato all’unanimità di procedere ad un gemellaggio con il comune di Bassano Romano. L’approvazione ufficiale della nostra proposta ci permette finalmente, dopo un lavoro cominciato nel 2004 con il convegno sui Giustiniani, di cominciare attivamente a coinvolgere i cittadini in questa opportunità di scambio tra le due culture Italiane e Greca unite da un percorso storico comune rappresentato dai fratelli Vincenzo e Benedetto Giustiniani, nati a Chios alla fine del XVI secolo, che nel 1595 acquistano ed ampliano nel comune di Bassano il palazzo che sarà di loro proprietà fino al 1854. Il marchese poneva grande rispetto per le sue origini, nella sala del palazzo dedicata “alle muse” ha voluto far affrescare il porto di Genova a ricordo della provenienza dei suoi avi e il porto di Chios. Un legame con Chios comunque ininterrotto nel tempo, tanto che anche in alcuni documenti Pontifici del 14 giugno 1839, dopo ben 275 anni, si parla dei Giustiniani come principi di Chios. Nell’isola Greca sono ancora presenti le lussuose ville patrizie appartenute agli illustri genovesi nella zona del Kampos, i resti di numerosi villaggi fortificati nella zona del mastice e le torri di avvistamento lungo tutta la costa dell’isola. Il territorio del comune di Aghios Minas si trova nella parte sud orientale dell’isola di fronte alla costa Turca, qui ci sono le località turistiche più rinomate e sviluppate, le spiagge di Agia Ermioni and Agia Fotini, numerose torri di avvistamento costiere e le cave di pietra di Thimiana, uno dei centri più grandi dell’isola, sede del municipio di Aghis Minas, le cui caratteristiche pietre rossicce, venivano utilizzate per la gran parte delle residenze medievali e delle Chiese presenti sull’isola. Un esempio tale utilizzo, la Chiesa di Aghios Efstratios, uno dei più grandi templi dell’isola. Una bella panoramica della località nel sito internet in inglese Sito Ufficiale di Aghios Minas <> che invitiamo a visitare per prendere un primo contatto con questa nuova realtà. La nostra amministrazione Comunale procederà il prossimo 7 marzo alla ratifica e accettazione del progetto del gemellaggio, delegando al Comitato di cittadini costituito nel 2004 la predisposizione di una manifestazione a settembre nell’ambito dei programmi Europei, che veda coinvolte le due cittadinanze per un primo incontro ufficiale. Il Comune di Aghios Minas si è già detto disponibile ad inviare un gruppo folkloristico ed a ospitare nello spirito di reciprocità un gruppo di Bassanesi per il 2007. L’Unione Europea favorisce ed incentiva i gemellaggi tra le comunità che hanno trascorsi comuni, che consentano ai partecipanti di apprendere o sperimentare che l'integrazione europea è utile e positiva per l’Europa e i suoi cittadini. Il gemellaggio tra città è un relazione duratura che si fonda su rapporti d’amicizia tra comuni. Gli incontri tra cittadini dovrebbero far sì che tali rapporti si sviluppino a livello dei singoli individui e non a livello politico. Ci auguriamo che questa opportunità consentirà ai Bassanesi di stringere amicizie personali nella città gemella, conoscere altri stili di vita e il modo in cui le persone vivono la loro quotidianità, nonché venire a contatto con la cultura e i servizi locali. Queste esperienze devono favoriscono la nascita di amicizie, comprensione reciproca e solidarietà tra i cittadini d’Europa. Il vero spirito del gemellaggio non è quello di coinvolgere solo un gruppo ristretto di persone già dedite alle attività di gemellaggio. Ecco perché la selezione dei progetti comunitari dà rilievo ad un'ampia partecipazione locale e sollecita l’adesione delle associazioni locali o di altre organizzazioni pertinenti. Gli incontri tra cittadini non devono avere un’impostazione pratica, ma devono includere attività concepite in modo che i partecipanti non si ritrovino nel ruolo passivo di spettatori. Occorre che i gruppi di partecipanti di città diverse lavorino insieme e non in parallelo, è molto importante coinvolgere i partecipanti nelle fasi di programmazione e preparazione dell’incontro, nonché in eventuali iniziative successive. Va sottolineato che gli elementi summenzionati sono strettamente correlati ai criteri per la valutazione qualitativa dei progetti che riflettono gli obiettivi dell’invito a presentare proposte e traducono l’idea che è alla base degli incontri tra cittadini. Augurandoci, come nella precedente delibera consigliare che ha permesso l’avvio dei rapporti tra Bassano e Chios, che la delibera di accettazione del gemellaggio abbia un unanime e trasversale consenso, affinché il lavoro svolto non vada perduto nella prossima legislazione, abbiamo chiesto ad Enrico Giustiniani, presidente del comitato gemellaggi la sua opinione. “Fino ad oggi le attività culturali finalizzate al gemellaggio, a partire dal convegno internazionale del 2004, nonostante il grosso successo e visibilità presso gli studiosi e la partecipazione di diversi comuni Italiani e stranieri, non hanno avuto ancora una grossa presa sui Bassanesi che sembrano ancora estranei a questa iniziativa che ha come obiettivo principale proprio il loro coinvolgimento. Un gemellaggio è innanzitutto compartecipazione dei cittadini specie dei giovani e degli studenti, categorie che dovrebbero avere sensibilità verso esperienze culturali con paesi diversi dal loro abituale contesto. Entro la fine di marzo dovremmo presentare la nostra proposta alla Comunità Europea per il gemellaggio, sono a disposizione di tutti i cittadini (questa è la mia email: enrico.giustiniani@tiscali.it ) e delle scuole affinché il coinvolgimento possa essere il maggiore possibile, pronto ad accogliere ogni idea ai fini del prossimo evento. Penso alla possibilità di poter ospitare presso le case un ragazzo greco per settembre in uno spirito di ospitalità e futura reciprocità a Chios nel 2007, spero inoltre che le scuole di ogni ordine e grado prendano in serie considerazione la possibilità di fare un lavoro in collaborazione con i loro pari età greci, l’amministrazione di Aghios Minas ha dato la sua disponibilità in tal senso.”


dicembre 2005: Visita della delegazione chiota in Italia focalizzata sulla prospettiva di gemellaggio tra il Comune di Bassano Romano e i Comuni chioti

Articolo di Toula Vogiatzi-Batsoùka del quotidiano Xiaki Foni, pubblicato sul sito www.xiakifoni.gr tradotto da P.Papacosta


“Positiva è stata valutata la visita della delegazione chiota, nel Comune italiano di Bassano Romano. Tra i delegati furono il consigliere comunale del Comune Aghiou Minà Kikì Charìtou, il Signore Melachrinoùdis dal Comune Ionìas e l’ Ingegnere Saliaris interprete ufficiale. Il primo giorno parteciparono alla presentazione del volume degli Atti del convegno “Dai Giustiniani all’Unione Europea : un percorso continuo” che ha avuto luogo a Bassano Romano il 17 aprile del 2004. I relatori hanno analizzato i temi......” [segue una parte del testo originale scritto e pubblicato sui giornali nell’occasione del convegno nonchè alcuni paragrafi riguardanti Chios, della introduzione originale del volume degli atti in greco] “.... Nel volume degli atti sono state pubblicate molte immagini dell’isola: un torrione sormontato dai stemmi Giustiniani nel Kastro a Chios-città, il monastero di Nea Monì, i monumenti a Kallimasià e a Elàta ed altrove. I Chioti hanno incontrato a Roma il discendente della famiglia, Enrico Giustiniani, il quale ha espresso la sua felicità di aver conosciuto l’isola e le testimonianze collegate ai Giustiniani, durante la sua visita a Chios. Il giorno successivo la delegazione di Chios visitò il Comune di Bassano Romano, ove il sindaco Giuseppe Marchetti dopo una visita al palazzo Giustiniani-Odescalchi e il seguito caloroso pranzo, invitò gli ospiti al palazzo comunale. Entrambi le parti hanno affrontato il tema propositivo dei gemellaggi sottolineando, i benefici che derivano dalle attività di scambio nel settore culturale, turistico e commerciale tra comuni gemellati. I delegati di Chios si sono impegnati a riferire ai consigli comunali quello che è stato detto e di inviare gli atti entro le feste di Natale al Comune italiano. Rispettivamente farà anche il sindaco di Bassano Romano”.


DAI GIUSTINIANI ALL'UNIONE EUROPEA
UN PERCORSO CONTINUO


Si è svolto il 17 aprile 2004, a Bassano Romano (Viterbo) in collaborazione con l'Amministrazione Comunale e la Lega Italo-Ellenica, il convegno dal tema: "DAI GIUSTINIANI ALL'UNIONE EUROPEA UN PERCORSO CONTINUO".
All'evento hanno partecipato i Comuni Italiani di: Mirano (Venezia), Ortona (Chieti), Caprarica (Lecce), Amelia (Terni), Lari (Pisa), il Comune Francese di Bastia, i comuni Greci di Chios ed Homiroupolis. Il convegno è stato patrocinato dal Senato della Repubblica, dal Sovrano Militare Ordine di Malta delegazione Granpriorale Ligure, dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Viterbo
Le relazioni hanno analizzato il percorso storico dei Giustiniani, da diverse angolazioni: dall’epopea della marineria genovese nel levante fino al collezionismo seicentesco dei grandi mecenati e alle suggestioni architettoniche della Villa di Bassano. Un lungo viaggio tra storia e cultura per riallacciare, nello spirito Europeista, gli antichi legami tra popoli di diverse culture e società.
Le amministrazioni intervenute, si sono impegnate a predisporre un protocollo d’intesa, per dare seguito a questa iniziativa, anche al fine di realizzare un organismo permanente, tra vari soggetti non solo pubblici, atto a valorizzare eventi futuri per conto dei suoi partner, anche attraverso una Fondazione con una pluralità di soci attivi con la finalità di salvaguardare i beni storico-culturali, per la valorizzazione piena dei siti, palazzi, oggetti, memorie dell'illustre casato. Questo organismo potrà presentare proposte di interventi integrati, cofinanziati dai fondi strutturali europei per gemellaggi tra diverse comunità ed il recupero di siti urbanistici di interesse storico, artistico - culturale, villaggi tradizionali in stato di abbandono e di degrado. Il progetto avviato rimane comunque aperto sia ad associazioni private che ad altri enti pubblici come altri comuni che in ogni momento possono farne parte. Già hanno dato la loro adesione i comuni di Fauglia (Pi), Monterinaldo (Ap), e Aghios Minas, Ionias e Kampochora (Grecia)

Gli atti sono stati presentati in anteprima a Chios il 31 agosto 2005 ed a Roma il 1 dicembre 2005 presso la Sala dei Presidenti di Palazzo Giustiniani di Roma, con il patrocinio del Senato della Repubblica, da Enrico Basso, archivista di Stato direttore nella Sovrintendenza Archivistica per la Liguria e Christina Strunck, Assistente scientifico della Biblioteca Hertziana.

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Venerdì 7 aprile 2006, a seguito la presentazione Genovese nella cornice del Complesso Monumentale si Sant’Ignazio presso l’Archivio di Stato. Un simbolico ritorno nella città di origine della famiglia, durante le manifestazioni Genovesi dell’ottava settimana della cultura. Patrocinatore dell’evento oltre il Senato della Repubblica, il Sovrano Militare Ordine di Malta Delegazione Granpriorale Ligure.
Gli atti, già presenti nei cataloghi di diverse Biblioteche pubbliche, sono stati presentati da Giovanni Assereto, ordinario di storia moderna dell’Università di Genova che ha commentato i contributi storici al volume e da Christina Strunck, assistente scientifico della Biblioteca Hertziana di Roma che ha commentato gli aspetti più artistici ed architettonici trattati nel volume. Alfonso Assini, funzionario dell’Archivio Genovese, è intervenuto sul lascito fedecommissorio di Vincenzo Giustiniani, la cui contabilità e molti degli atti notarili rogati per conto di questa famiglia sono conservati nell’Archivio stesso. Durante la manifestazione, sono stati esposti, a cura dello stesso Assini, Ignazio Galella e Roberto Santamaria, alcuni dei più significativi documenti dell'Archivio Giustiniani, in rapporto soprattutto alle loro committenze artistiche, disegni (fra cui il bellissimo stemma della famiglia), stampe e incisioni (dalle collezioni del marchese Giustiniani verrà una copia della "Galleria Giustiniana"), monete e oggetti legati alle funzioni dogali e di rappresentanza svolta da alcuni membri della famiglia., provenienti anche da alcune preziose collezioni private.

IIl codice ICCU del libro nel database delle Biblioteche Italiane è IT\ICCU\IEI\0241428
Redazionale con foto sul Convegno a Bassano Romano
Redazionale con foto sulla presentazione degli atti a Roma
Articolo degli atti a Roma sulla "Croce Ottagona" periodico della Delegazione Ligure del SMOM gennaio 2006 con il discorso del Delegato dell'Ordine Giovanni Della Croce di Dojola
Redazionale con foto sulla presentazione degli atti a Genova
Intervento del delegato alla cultura di Bassano Romano alla presentazione degli atti a Genova

INDICE DEGLI ATTI

1) Lettera di saluto del senatore Marcello Pera, presidente del Senato della Repubblica. 2) Presentazione di Giovanni Della Croce di Dojola, delegato granpriorale per la Liguria Del Sovrano Militare Ordine di Malta. 3) Presentazione di Giuseppe Marchetti, sindaco del Comune di Bassano Romano. 4) Fu Giustiniano l’eponimo fondatore del casato? Introduzione a cura di Enrico Giustiniani. 5) PARASKEVI PAPAKOSTA - Introduzione al convegno in lingua greca moderna 6) GABRIELLA AIRALDI - Genova e il Mediterraneo. 7) STEFANO GRILLO di RICALDONE - I Giustiniani: “cives” e “reges”. Le distinzioni nobiliari del ceto dirigente genovese dall’età comunale ai riconoscimenti della regia Consulta Araldica. 8) ANDREA LERCARI - La vicenda storica dell’albergo Giustiniani: dalla fazione popolare al patriziato sovrano della Repubblica di Genova. 9) SILVIA DANESI SQUARZINA - Il Cristo portacroce di collezione Giustiniani. Prima versione incompiuta di un’opera di Michelangelo. 10) MANUELA TOZZI RAMBALDI - Il Campos di Chios, caratteri e confronti. 11) VALERIA MONTANARI - Orientamento e prassi del restauro a Chios. 12) PARASKEVI PAPACOSTA - Sulle tracce dei Giustiniani nella storia dell’architettura di Chios, Bassano Romano, Gravina in Puglia e Caprarica di Lecce. 13) DIMITRIS PAPALIOS - Il progetto di parco medievale tematico come valorizzazione dei beni architettonici a Chios. 14) RINALDO MARMARA - La formazione della comunità latina a Costantinopoli e le migrazioni da Chios. 15) AGOSTINO BURECA - La Villa di Vincenzo Giustiniani a Bassano Romano: interventi e prospettive per la tutela e la valorizzazione. 16) RITA FABRETTI - I Giustiniani a Bassano: rapporti tra potere centrale e locale (sec. XVII e XVIII). 17) ANGELO CASERTANO - Il Monastero di San Vincenzo: dall’idea di Vincenzo Giustiniani alla donazione Benedettina-Silvestrina. 18) REMO DE MARTINO - Il viaggio di San Tommaso apostolo da Chios a Ortona. 19) ALEXANDRIS EVANGHELOS - Progetto di gemellaggio fra Comunità Mediterranee unite da percorsi storici comuni. 20) EMMANUEL VASTA e JEAN BAPTISTE RAFFALLI - La Villa Giustiniana a Bastia. 21) BARBARA SILVANI - Il palazzo Giustiniani di Amelia. 22) GIAMPAOLO GRASSI - Il modello socio economico di Chios: riscontro nei modelli di organizzazione agricola e d’imprenditoria nella Val d’Era e sulle colline pisane. 23) MARIO ESPOSITO - Ville Venete nel territorio di Mirano. 24) ALESSANDRA ZABBEO - I Giustinian a Mirano e il loro insediamento.

Gli Atti sono acquistabili nelle principali librerie specializzate del settore.
ROMA: Tipografia Pioda Viale Borelli, 15 Tel: 06 44701500 Fax: 06 4451 862 - info@pioda.it
GENOVA: Libreria degli Studi via Balbi, 40 r - 16126 GENOVA, tel. 010.24.65.789 fax 010.86.02.735
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atti giustiniani


settembre 2003: Ad Ortona sono state gettate le basi del futuro gemellaggio tra Bassano Romano e l’isola di Chios: un legame antico per un amicizia futura.

In occasione del gemellaggio tra Ortona e l’isola di Chios nel nome di San Tommaso Apostolo le cui spoglie giunsero nella cittadina Abruzzese nel 1258 dall’isola greca, il comune di Bassano ha presentato, tramite l’interessamento della lega Italo-Ellenica, al vice sindaco dell’isola Liparis e al rappresentante del Metropolita Ortodosso dell’isola Geomelos Dimitros, una lettera d’intenti per gettare le basi di un futuro gemellaggio tra le due comunità.
Bassano e Chios sono unite nella lunga storia della famiglia Giustiniani che fino al 1566, per oltre due secoli, amministrò l’isola per conto della Repubblica Genovese. L’amministrazione dei Giustiniani ha dato luogo nell’isola ad una comunità internazionale e cosmopolita che viaggiò in tutto il mondo creando importanti società commerciali.

Le colonie genovesi, in effetti, non mancavano di risorse. Poste ai confini dell’oriente, vedono arrivare nei loro porti i prodotti dell'Estremo Oriente, seta e spezie, tanto ricercate nel mondo occidentale. Esse propongono in scambio, fino al cuore dell'Asia, panni e tele, vino e balocchi. Esse raccolgono gli schiavi, delle tribù caucasiche, che vanno a servire nelle famiglie agiate delle città d'Occidente o a potenziare i feudi agricoli della Sicilia.
Le colonie Genovesi d’oltremare sono il punto d'incontro privilegiato tra il mondo della steppa e della foresta e le città mercantili mediterranee. Intermediari fra economie complementari, le colonie genovesi sono anche centri che valorizzano le più importanti risorse locali: cera, miele, pellicce e cereali per quelle di Crimea, allume destinato a fissare le tinture delle stoffe d'Occidente per Focea (Asia Minore), mastice, questo “chewing-gum” del Medioevo per Chios, che contingenta la produzione e commercializzazione in tutto il mondo. La nascita dei primi “cartelli commerciali” si deve allo spirito d'invenzione dei genovesi d'Oltremare.
Già dall’epoca dei Giustiniani a Chios fu applicata la concezione pragmatica delle leggi civile e tributarie delle consuetudini mercantili Genovesi con una parsimoniosa distribuzione dei privilegi a tutti i componenti delle diverse casate dirigenti: genovesi, greche, bizantine, anche con matrimoni misti tra i diversi gruppi etnici sempre volti a favorire le attività commerciali, ponendo quelle basi di una crescita di un ceto dirigente multinazionale che viene posto come obiettivo anche oggi con la nascita dell’Unione Europea.

Il Marchese Vincenzo Giustiniani, nasce a Chios nel 1564 ed eredita dal padre il feudo di Bassano. Fu un uomo educato alle arti, al gusto del bello ed attraverso i suoi molti viaggi ebbe una visione cosmopolita della vita. Dimostrò un grande eclettismo e una grande passione per le scienze e un forte attaccamento per le suo origini Genovesi e Greche e per la gente di Bassano.
Bassano intende, nell’ambito di un progetto finanziabile dall’Unione Europea, in sinergia anche con la provincia di Viterbo, incoraggiare i rapporti tra le due comunità al fine di favorire uno scambio culturale, turistico e sociale al fine di rafforzare il dialogo tra i cittadini dell’Unione Europea e il comune retaggio culturale, allo scopo di migliorare le conoscenze sull’integrazione europea e lo scambio di esperienze che si possono concretizzare in scambi culturali con viaggi di istruzione, sinergie commerciali e turistiche. Un gesto che vuol significare riconciliazione, dialogo, amicizia e scoperta di un mondo lontano e misterioso.

La ragione per cui viene ricordata la famiglia Giustiniani non è solo per l’aver realizzato in pochissimo tempo cospicue ricchezze ed essere stati i primi mecenati dell’arte, celebrati in una grande mostra nel 2001 a Roma, ma soprattutto per il fatto di essersi dedicati a finanziare iniziative benefiche già esistenti in favore dei meno fortunati della Famiglia e dei poveri in generale e tra questi specialmente dei profughi da Chios e del feudo di Bassano.

Alla fine del cinquecento una dietro l’altra cadono le ultime colonie Genovesi e Veneziane nel mediterraneo. La Spagna ad occidente e gli Ottomani ad oriente controllano le principali rotte commerciali.
A Chios fin dal XIV secolo la famiglia Giustiniani, tramite la “maona”, una vera e propria società per azioni (la prima documentata nella storia), aveva esercitato per conto della Repubblica Genovese l’amministrazione dell’isola posta a pochi chilometri dalla costa dell’odierna Turchia. Chios, grande più o meno un quarto della provincia di Viterbo, era fin dal medio evo un fiorente porto noto soprattutto per il suo mastice dal gusto leggermente dolciastro, utilizzato nell’alimentazione (gomma da masticare, nelle bevande e nei dolci), nella cosmetica e nella farmacologia.

Nel 1566 i Turchi conquistano Chios, saccheggiando l’isola, diciotto ragazzi uccisi dopo atroci torture il 6 settembre 1566, furono canonizzati dalla Chiesa, un dipinto fregia il palazzo dei dogi a Genova un altro e nel museo Capodimonte di Napoli.

I pochi superstiti tornarono in Italia, tra di essi Giuseppe Giustiniani. Dopo le tappe di un esilio che è poi un fuga, prima a Malta, poi a Messina, quindi a Napoli ed infine a Civitavecchia, venne a Roma, con grandi ricchezze e con cinque figli: due maschi, Benedetto e Vincenzo e tre femmine: Angelica, Virginia e Caterina che sposa con nobili famiglie Romane.
A Roma, tramite l’aiuto del cognato, Giuseppe Giustiniani fu introdotto con la sua attività negli affitti o nei negozi camerali riuscendo ad aumentare prodigiosamente le sue sostanze. L’esperienza di più generazioni dedite al commercio e ai cambi, saldamente acquisita nel corso dei secoli, non poteva passare inosservata nella dinamica Roma di Gregorio XIII.
Giuseppe Giustiniani si occupa anche di beneficenza con copiosi lasciti ad opere di bene, con la particolare raccomandazione di assistere i profughi di Chios con varie attività, tra cui alcune considerate oggi anacronistiche come la dote alle “zitelle sciote illibate”. Nel 1595 Giuseppe compra il feudo di Bassano dagli Anguillara.
Dei due figli di Giuseppe, entrambi nati a Chios, Benedetto intraprese la carriera ecclesiastica divenendo Cardinale, Vincenzo, ereditò dal padre il feudo di Bassano ed il 22 novembre del 1605 ottenne il titolo di Marchese.

Vincenzo è uomo educato alle arti, fu lo scopritore del grande pittore Caravaggio, dimostrò un grande eclettismo e una grande passione per le scienze. Entrambi i fratelli furono accorti collezionisti d’arte coltivando una viva passione per l'antico, accumulando una straordinaria quantità di sculture e bassorilievi che letteralmente invasero tutti gli spazi delle sue residenze. La natura eclettica dei suoi interessi è dimostrata dall'inventario della sua biblioteca, nel quale sono elencati volumi di storia, di filosofia, ma anche di astrologia, medicina e divinazione. Nel 1606 Vincenzo intraprese un viaggio nel Nord Europa che, passando per la Germania, lo condusse fino in Inghilterra e quindi, sulla via del ritorno, in Francia.
Almayden, storico dell’epoca, parlando del Marchese Vincenzo I Giustiniani e delle sue doti di sapiente, mecenate e viaggiatore, lo descrive così: "cavaliere di virtù e meriti incomparabili, noti a tutto il mondo … Non vidi mai tale ingegno al mondo …. Di tutto s’intendeva, di tutto discorreva, anche delle scienze più recondite; e con essere affabile aveva ridotto in casa sua una conversatione di cavalieri et uomini letterati …. Fece mobilissimo viaggio in tutta Europa, il quale pose in carta e diresse a me” (pubblicato da un Codice Ottoboniano della biblioteca Vaticana)

Tornati da Chios, i Giustiniani trovarono a Bassano Romano il posto ideale per costruirvi la loro residenza che nel casino di caccia detto "la rocca" nel giardino all’italiana riproduce il castello a cinque torri merlate che nelle sue linee architettoniche ricorda lo stemma della famiglia ancora presente sui alcuni palazzi di Chios.
La “rocca” era un piccolo forte perso nel verde dove sembra che la famiglia trascorresse la maggior parte del loro tempo a Bassano forse anche per l'incredibile somiglianza di questa "rocca" con le fortificazioni della terra natia del Marchese.

Il marchese poneva grande rispetto per le sue origini, nella sala del palazzo di Bassano dedicata alle muse ha voluto far affrescare il porto di Genova a ricordo della provenienza dei suoi avi e il porto di Chios a suggello di una località che ha dato tanto a questa famiglia.
Girolamo Giustiniani cugino del marchese Vincenzo nel 1585 scrive probabilmente la prima storia di Chios (documento conservato nell’archivio di Stato di Roma).
Un legame con Chios comunque ininterrotto nel tempo, tanto che anche la Sacra Rota non più tardi del 14 giugno 1839, dopo ben 275 anni, li appella ancora come Giustiniani principi di Chios (“Vincentius ex Nobilissima Ianuensi familia Justinianorum dynastarum olim Chij in mari Aegeo”).

Vincenzo Giustiniani, all'età di 67 anni si trovò senza eredi legittimi e decise di nominare suo erede universale Andrea Giustiniani, figlio di Cassano Giustiniani Banca, il quale dall’isola di Chios si era trasferito a Messina.
Andrea Giustiniani, sposa Donna Maria Pamphili, figlia di Donna Olimpia e nipote del Cardinale Gio Batta Panfilio futuro Innocenzo X. Questo matrimonio gli consente di aumentare notevolmente il suo prestigio personale, tanto che il Papa lo nomina Principe di Bassano nel 1645. Un incisione d’epoca mostra una sua immagine con lo sfondo del porto di Chios.
Questo fu un periodo d’oro per la comunità di Bassano che da villaggio si trasforma, sotto la spinta dei Giustiniani, rapidamente in un vero e proprio borgo, attraverso un piano regolatore concepito e realizzato secondo il gusto del tempo.
Il popolo di Chios, come il popolo di Bassano chiamava i Giustiniani con i titoli di Signori, Principi, Sovrani; i documenti e gli scrittori li dicono “Dynastae” e “dynastes” dal greco è princeps, regulus: signore, barone, principe e re, ma i Giustiniani memori della madre patria, riconobbero sempre su Chios la sovranità assoluta di Genova (“non prima dell’antica reggia s’impossessarono e lo scettro di questa alla Repubblica ne inviarono, e volentieri addossandosi la primiera dipendenza, che veros Genova professava quell’isola, si compiacquero di non comunicare la propria signoria con la sua patria” da Gammurri: “Historia Genealogica delle famiglie nobili toscane e umbre”) e i cospicui lasciti testamentari ai bisognosi delle due comunità sottolineano un esercizio non dispotico del potere, fatto davvero inusuale a quel tempo.
I Scioti come i Bassanesi, popoli fieri e diffidenti degli stranieri consideravano i Giustiniani “signori”, non nel senso di “despoti”, ma nel senso buono della parola che eleva l’uomo nobile d’animo, con la cultura e con l’umanità ed il rispettoso del prossimo di qualsiasi grado sociale.



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