GIUSTINIANI ART ADVISORY - UN PORTALE DEDICATO ALL'ARTE
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AUTENTICITA' DELL'OPERA D'ARTE
IL RUOLO DELL'ART ADVISOR
IL MERCATO DELL'ARTE - LE QUOTAZIONI  

L’investimento in arte, attività prettamente di nicchia, differisce dalle tipologie dell’investimento classico. Risulta operazione alquanto complicata andare ad individuare quali siano le cause ed i motivi per cui le opere d’arte possano avere quotazioni differenti l’una dall’altra. Introdurre il concetto di qualità nella valutazione di un’opera, specialmente se di un’opera d’arte contemporanea non risulta più idoneo, come invece lo era per l’arte classica. I valori estetici hanno caratteri di soggettività e non sono immutabili, e sulla valutazione finale delle opere di un artista vi sono molte altre variabili, tra le principali abbiamo: la quantità di opere prodotte, il prestigio della galleria che propone l’artista, la moda e la minore o maggiore assiduità dell’artista nelle vendite all’asta.
Il curriculum di un artista può facilitare all’ investitore l’acquisto di una buona opera ma non è detto che questa operazione si riveli un investimento redditizio. Gli investitori che hanno avuto grandi soddisfazioni economiche dai propri investimenti in arte, li possiamo definire “visionari” in quanto hanno rotto gli schemi del collezionismo classico, andando alla ricerca e alla scoperta di criteri come: il grado di originalità dell’artista, il grado di pionierismo nell’ambito della storia dell’arte, la loro originalità e capacità di inventare un nuovo linguaggio o filone da trasmettere ad altri artisti andando alla ricerca di opere di artisti non ancora affermati acquistandole direttamente dagli stessi.

CRITERI DI VALUTAZIONE DI UN'OPERA D'ARTE

Prima preoccupazione dell’investitore è quella di conoscere il corretto prezzo di un’opera d’arte da acquistare. Il fulcro, il centro di tutto il mercato dell’arte è il prezzo. Mentre il prezzo delle opere d'arte "antiche" è abbastanza standardizzato, quello dell'opere "moderne", è pressoché impossibile e provarci costituisce un difficilissimo esercizio che molti hanno cercato di svolgere senza però giungere a soluzioni omogenee ed univoche.
Una prima differenziazione che fanno i collezionisti e gli investitori è quella tra artisti emergenti ed artisti famosi o deceduti.
a ) la reputazione di cui gode il gallerista di riferimento; b ) la notorietà raggiunta dall’artista in quel momento. Per gli artisti famosi o deceduti invece essi prestano molta attenzione ai prezzi delle opere dell’artista preso in considerazione raggiunti nelle aggiudicazioni d’asta. I galleristi fanno molta attenzione agli esiti delle aste per stabilire i prezzi delle opere proposte nelle loro gallerie e tendono a non farli discostare di molto da questi anzi, nella maggior parte dei casi, preferiscono o uniformarsi a loro oppure posizionarsi leggermente al di sotto.
Per arrivare a determinare il prezzo delle opere degli artisti emergenti, questi prendono in considerazione:
Possiamo sintetizzare che il prezzo di un’opera d’arte dipenda da un insieme di parametri che valutati nella loro globalità riescono a fornire un’idea esaustiva e pressoché completa del valore di questa opera. I collezionisti e gli investitori, pertanto, nel processo di valutazione delle opere, per determinarne il prezzo ritenuto corretto prestano grande attenzione ad una vasta serie di parametri: a) l’autore e la sua fama; b) la qualità; c) il soggetto; d) il periodo di realizzazione dell’opera; e) la tecnica di esecuzione; f) le dimensioni dell’opera; g) il grado di commerciabilità e piacevolezza; h) la forza economica e l’importanza del gallerista; i) il critico di riferimento; j) le recensioni e le pubblicazioni; k) il curriculum delle mostre; l) il prestigio delle collezioni di appartenenza.


UN SISTEMA DI VALUTAZIONE DELL'ARTE: Il ranking

Uno dei criteri valutati che potremmo reputare più "oggettivi" è quello del ranking. Si tratta di uno strumento che ordina gli artisti per importanza, laddove questa “importanza” è misurata attraverso un punteggio che è il risultato di un calcolo basato su alcuni criteri scelti. Questi sistemi sembrano essere diventati degli strumenti indispensabili nel settore dell'arte contemporanea per misurare il valore economico ed estetico delle opere d'arte, in quanto attraverso un sistema di attribuzione di punteggi permettono di mettere in luce il riconoscimento di ciascun artista e quindi di orientarsi in un panorama artistico fortemente incerto a causa del carattere soggettivo dei giudizi e delle valutazioni forniti dagli esperti del settore. A questo scopo vengono utilizzati, soprattutto nei sistemi più recenti, specifici algoritmi, ragion per cui, pur essendo forme di ranking degli artisti, questo studio esclude dalla tipologia di artist ranking da analizzare quelle classifiche costituite da un elenco di nomi selezionati, come nel caso della sezione “Best of” della rivista Artforum, da artisti, critici, musicisti, esponenti del settore cinematografico e scienziati, per loro natura soggettivi e dalla forma argomentativa.
Le cosiddette “Teorie dell'Attenzione” sembrano fornire interessanti stimoli teorici alla creazione di ranking nel settore dell'arte. Si tratta di un approccio d'analisi che riguarda la gestione delle informazioni in relazione alla scarsità di attenzione del consumatore e che si avvale di teorie economiche per risolvere i problemi che questa gestione pone.
In un mondo ricco di informazioni, la ricchezza delle informazioni significa una carenza di qualcosa d'altro: ovvero la scarsità di qualsiasi cosa l'informazione consuma. Ciò che l'informazione consuma è piuttosto ovvio: l'attenzione di chi la riceve. Quindi una ricchezza di informazioni crea una povertà di attenzione e il bisogno di allocare quell'attenzione efficientemente nella sovrabbondanza di fonti di informazione che potrebbero consumarla.
nella nostra società del benessere le insegne della ricchezza materiale non siano più un fattore discriminante, ragion per cui il desiderio di distinzione crea una domanda di attributi che siano più selettivi del reddito monetario, attributi che continuino ad appartenere solamente a una élite.
Indiscusso comune denominatore delle odierne élites è la notorietà, che non è altro che lo status di un soggetto in grado di ottenere la maggiore attenzione possibile, ed è dimostrabile anche solo considerando l'importanza assunta dai personaggi televisivi o cinematografici, il fascino che esercitano loro stessi o i gossip di cui sono protagonisti.
La notorietà è una qualità distintiva che, contrariamente alla ricchezza, non può divenire fenomeno di massa. Non sembra derivare necessariamente dalla ricchezza, ma nemmeno da grandi talenti o dai nobili natali, sembra essere piuttosto il frutto di una carriera standardizzata per iniziare la quale si deve avere un requisito fondamentale: la capacità di farsi strada nei media. Quando la comparsa nei media del soggetto interessato viene commentata e discussa dal pubblico, quando, in pratica, “se ne parla”, allora si mette in moto un meccanismo per l'ottenimento di un successo più duraturo: le apparizioni del soggetto devono farsi più frequenti così da far sì che il medium possa attrarre la maggiore attenzione possibile e si crei quindi possibilità di profitto. La presenza nei media diviene la misura del successo del personaggio ma anche del medium stesso, che può a questo punto sfruttare lo spazio pubblicitario commerciabile ottenendo profitti finanziari.
L'offerta di informazioni alle persone è in realtà una geniale idea di business per attrarre ancora più attenzione. Le masse vogliono vedere e sentire ciò che a loro piace e che non necessariamente coincide con ciò che piace a coloro che vogliono raggiungere la notorietà.
La teoria è utile fin qui per un altro motivo: si potrebbero trasporre le stesse considerazioni nel campo artistico, arrivando a identificare quali investitori che mettono il loro network come capitale a disposizione dell'individuo in cerca di notorietà, i curatori e gli altri soggetti che hanno rilievo nel sistema dell'arte, mentre si potrebbe individuare l'artista in colui che utilizza il capitale mediatico per poter trovare una sua collocazione in questo sistema ed eventuale notorietà, nonché in colui da cui “l'investitore” si aspetta che attragga la maggiore attenzione possibile, divenendo così motivo di profitto.
"Attenzione" che non è difficile ritrovare in quella che nel campo dell'arte si potrebbe definire una necessità di produrre creazioni sempre più originali, sfruttando anche il ridicolo, il volgare o il ripugnante, per ottenere reazioni di forte impatto che mettano in moto nell'osservatore proprio quel meccanismo di immagazzinamento e ricordo, di capitalizzazione, che renda il nome dell'artista familiare a un successivo contatto.
La stessa azione del parlare, del gossip, del pettegolezzo, riguardo a determinate opere d'arte, non importa se positivamente o negativamente, ha l'effetto di attirare un'attenzione che riesce a elevare questi artisti al livello della notorietà più che la loro opera d'arte in sé.
Per un artista questo può essere significativo in due direzioni: realizzare opere sempre nuove e originali gli garantisce una maggiore attenzione dei media e quindi degli individui, all'aumento della notorietà aumenterà anche il grado di riconoscimento degli individui nei confronti delle sue opere e della sua persona. Queste considerazioni riassuntive aiutano a introdurre e a chiarire meglio i criteri dell'analisi multicriteriale utilizzati da alcuni sistemi di ranking. Criteri che apparentemente risultano caratterizzati da oggettività, quali ad esempio il numero di esposizioni tenute da un artista, la quantità di articoli su riviste specializzate che trattano o semplicemente citano le sue opere, possono in effetti essere considerati indicatori della notorietà di un artista. In cosa differisce un articolo di una rivista da un gossip? Forse nel livello qualitativo del contenuto, la maggiore o minore serietà e attendibilità, ma se si considerano a livello di attenzione, si potrebbe dire che hanno il medesimo potere di rendere un individuo più o meno noto semplicemente perché “ne parlano”. E ancora, le esposizioni, altro criterio “oggettivo”, si pongono come garanti della qualità dell'opera dell'artista. Ma non si può non notare che è un mezzo attraverso cui l'artista si rende maggiormente noto, creando, allo stesso tempo, una concentrazione di attenzione che fornisce un ritorno anche economico dal momento in cui il numero di esposizioni funziona da garante della liceità dell'apposizione di un prezzo maggiore alle opere dell'artista in questione.

IL PRIMO SISTEMA DI ARTIST RANKING: IL CAPITAL KUNSTKOMPASS , OVVERO IL GIOCO DELLA BUSSOLA DELL'ARTE
Nel 1970 la rivista Capital pubblica, per la prima volta, il cosiddetto Kunstkompass, una classifica, dei migliori artisti di arte contemporanea al mondo.
il ranking dei 100 artisti più importanti deriva da quello che direttori di musei, curatori di mostre e altri esperti del settore considerano come importante nel campo culturale, raccolto tramite liste di mostre, musei e gallerie a cui questi esperti hanno attribuito un punteggio. Innanzitutto sono state misurate e hanno ricevuto un punteggio:
· esposizioni personali nei più importanti musei ed istituzioni culturali (incluse le Gallerie d'Arte)
· presenze in mostre collettive a livello nazionale ed internazionale
· partecipazioni a eventi internazionali (Biennali, Triennali)
· presenza in collezioni museali importanti
· recensioni in rinomate riviste d’arte Questi essenzialmente i criteri considerati. Il rank dell'artista è determinato, infine, dalla somma dei punti attribuiti a ciascun criterio.
Dal 1971 in poi vengono anche introdotte delle considerazioni sul prezzo che si basano sulla rappresentatività dell’opera, sulla dimensione e sull’essere o meno una prima produzione. In pratica, le classifiche riservano una colonna riservata al giudizio economico che distingue il lavoro artistico degli artisti nel ranking in:
1. molto costoso: 51% e oltre rispetto al valore medio
2. costoso: da 21 al 50% oltre il valore medio
3. di prezzo equo: fra il 20% oltre e 30% al di sotto del prezzo medio
4. conveniente: dal 31 al 50% al di sotto del valore medio
5. molto conveniente: 51% al di sotto del valore medio53
Il valore medio corrisponde a un prezzo medio ottenuto considerando le quotazioni per lavori di medio formato dell'artista54. L’attribuzione di tali giudizi economici avviene, infine, in base alla proporzione fra prezzo medio e punti accumulati.
L'anno successivo questa modalità di elencazione viene modificata: gli artisti vengono elencati in ordine decrescente secondo il punteggio; sono previsti, in aggiunta, un confronto fra le posizioni attuale e dell'anno precedente, i prezzi medi per la grafica e gli oggetti, e la valutazione della rivista. La valutazione è espressa in:
- sehr billig: molto economico
- billig: economico
- preiswert: conveniente
- teuer: abbastanza costoso
- sehr teuer: molto costoso
Al di là di discutibili questioni di preferenza, è evidente già alla base del metodo stesso una impossibilità di totale oggettività. È un problema che accomuna tutte le analisi multicriteriali ed è, allo stesso tempo, alla base del loro funzionamento. Per poter selezionare i parametri con cui determinare la posizione in classifica degli artisti, si è richiesto l'aiuto di esperti del settore dell'arte mediante l'invio di liste di mostre, musei e gallerie. Compito degli esperti è attribuire loro un punteggio seguendo i criteri “importanti, molto importante, poco importante”. È perciò evidente che l'attribuzione del suddetto punteggio è frutto di una decisione arbitraria e soggettiva, che comporta l'impossibilità di una vera oggettività del metodo. Ciò non significa che il metodo non abbia una sua validità, in quanto come “bussola” è un efficace strumento di orientamento nel mercato dell'arte contemporanea, ma la critica è effettivamente valida nel momento in cui si analizzano i suoi presupposti.
C'è poi un altro problema. La questione dei prezzi porta a frequenti fraintendimenti in quanto essi non vengono usati per determinare la posizione nel ranking: i prezzi considerati sono infatti prezzi rappresentativi per un lavoro di media grandezza, da cui viene derivata una stima generale. La valutazione è riportata nella forma di un sintetico giudizio – economico, costoso, etc. - che rende immediatamente evidente il guadagno o meno, in rapporto al prezzo medio che hanno le opere dell'artista considerato, che l'eventuale acquirente può ottenere dall'acquisto delle suddette opere. Il guadagno sembra così essere funzione diretta della fama dell'artista.
In ogni caso osserviamo che il Kunstkompass non è propriamente un indicatore del valore economico delle opere quanto del valore reputazionale degli artisti.

SISTEMI ATTUALI DI ARTIST RANKING:
La diffusione di internet ha contribuito al prolificare di siti web che offrono informazioni e valutazioni di artisti nonché i risultati delle aste, anche se spesso si tratta di servizi a pagamento. Siti come Artnet.com e Artinfo.com sono utilizzati soprattutto per conoscere i risultati delle aste. Il primo nasce come database virtuale illustrato in cui è possibile consultare i risultati delle aste di Sotheby's e Christie's, nonché di altre case d'asta che non godono della medesima notorietà delle prime, mentre Artinfo ha recentemente acquistato dei database fra cui l'Art-sales Index che fornisce i risultati delle aste fino al 1922, oltre agli indici di stampe e fotografie e a un dizionario biografico degli artisti.
Sempre legato al mondo delle aste sono altri due strumenti significativi: l' Artnet Auction House Directory che elenca le case d'aste leader nel mondo e segnala le nuove aste e il Market Alert che informa in tempo reale della presenza di nuove opere sul mercato.
L'Artnet Auctions è invece una vera e propria piattaforma d'aste pensata per il commercio diretto su internet. In termini di pura analisi, esistono il Market Analyst , che offre indici di prezzo delle opere e il Market Performance Reports che visualizza l'andamento di mercato di più di 4300 artisti aiutando a individuare i momenti più proficui per vendere o acquistare.
Un altro sito che offre un ranking di artisti è: ArtTatic.com che stila una lista dei vari settori del mercato dell'arte sia occidentale sia dei cosiddetti “emerging markets”, quali, ad esempio, Cina, India, Medio Oriente, basandosi sulle stime e i pareri di circa 160 esperti del mondo dell'arte (collezionisti, esperti d'aste, consulenti). Le analisi sono accompagnate da ranking e “barometri dei trend” forniti da artisti che vengono ritenuti competenti in materia.
Mentre ArtTatic.com è più che altro una risorsa per i collezionisti piuttosto che un motore di ricerca per le valutazioni di opere d’arte, in quanto la sua attività principale è costituita dai resoconti sulle valutazioni relative dei singoli mercati dell’arte e sugli artisti, Artprice.com, invece, funziona in parte come Artnet.com, ovvero ha sviluppato, sin dalla sua fondazione negli anni '90 circa, un database creato mediante una politica sistematica di acquisto di manoscritti e cataloghi di tutto il mondo a partire dal 1700.  L'obiettivo sottostante a questo elenco di acquisti è quello di avere un numero di dati sufficiente a tracciare le opere e a garantirne la corretta attribuzione, così da poter fornire agli utenti del sito informazioni complete del settore dell'arte. Più significativo è il fatto che il sito ha una collaborazione stretta con quasi 4.500 case d'asta che gli permette di ampliare il database con ulteriori informazioni comprensive dei prezzi.
Questa collaborazione è fondamentale per ottenere i dati necessari alla creazione del ranking: ovvero gli hammer price, i prezzi di aggiudicazione delle opere in asta. Sulla base delle vendite in asta il sito pubblica annualmente diverse versioni di artist rankings, distinguendo tra arte contemporanea e ranking collettivi, i quali abbracciano tutte le epoche storiche, oltre a ranking specifici in base alla zona geografica, che prendono in considerazione le chiusure dei mercati nazionali.
Il ranking non è costruito dalla somma del numero di opere vendute dall'artista, ma dalle migliori aggiudicazioni – ovvero dal prezzo raggiunto dal lotto venduto al prezzo più alto - delle aste di pittura, scultura, disegno, fotografia, stampa, manifesti, acquerello, ad esclusione di arredi e antichità; tutte registrate dal sito.
Questa tipologia di informazione, oltre a non essere esaustiva in quanto le trattative private non vengono rese pubbliche, è utile più che altro a visualizzare l'andamento in asta di un determinato artista, ma non è in grado di fornire previsioni dell'andamento di mercato e delle opere che circolano in esso dell'artista considerato.
Diverso dai precedenti è Artfacts.Net in quanto sembra affondare le proprie radici nel “vecchio” Kunstkompass, offrendo dati che non si limitano ai risultati d'asta o agli andamenti di prezzo, ma che si legano al valore espositivo, sul quale viene fondata la classificazione. Il sito ambisce a costituirsi come una guida internazionale per l'arte moderna e contemporanea di rilievo soprattutto per gli attori del mercato primario - curatori, professionisti dei musei, critici e mercanti.
Il database, poi pubblicato sul sito, arriva a comprendere già nel 1999 l'incredibile numero di più di 20.000 artisti, 600 esposizioni attuali e 18.000 esposizioni passate. Per questo entro il 2000 il sito si afferma già come vera e propria rete del mercato dell'arte europea. Questo è stato il primo e significativo passo per l'elaborazione di un sistema in grado di superare il banale ordinamento alfabetico degli artisti e di proporre invece una classificazione degli stessi secondo una prospettiva più vicina al mercato: ovvero in base al grado di riconoscimento tributato dai professionisti del settore agli artisti. A questo riconoscimento viene aggiunta una serie di elementi grafici utili a visualizzare gli andamenti di mercato delle opere degli artisti considerati.
Alla base del sistema vi è principalmente la storia espositiva degli artisti considerati: le mostre vengono considerate come il dato più significativo nella rappresentazione del grado di notorietà dell'artista e quindi anche della sua importanza. Questo fattore si lega a un altro altrettanto significativo: l'internazionalità. Per poter essere selezionati nel ranking, infatti, gli artisti devono avere solidi vincoli con le istituzioni di almeno 3 Stati, intendendo con ciò la presenza di legami duraturi fra artista e gallerie o fra artisti e musei di un determinato Stato che ne garantiscano quindi la rappresentatività in maniera continuativa. Per questo motivo le mostre in aree locali – quindi reputate non abbastanza significative – non vengono considerate.
Maggiore è la fama dell'artista, maggiore lo sarà anche quella dell'istituzione che a lui si lega, in un circolo virtuoso di notorietà. Un'idea che riprende quelle esposte nelle Teorie dell'Attenzione, dove il meccanismo del riconoscimento degli individui è presupposto del loro successo anche economico.
La ragione sta nel valore della conoscenza reciproca: solo artisti il cui lavoro è diffuso in più società, Stati, ma soprattutto culture, otterrà massima importanza e sarà perciò in grado di creare una sorta di brand o di valore universale simile a uno standard.
Infine, nell'elaborare il sistema di ranking, il sito tiene conto del funzionamento della Pagerank, ovvero la pagina ranking di Google.com: gli elementi base dell'algoritmo utilizzato da Artfacts sono simili al funzionamento di quest'ultima.
Il sistema è strutturato in modo tale da permettere al sistema di distinguere le informazioni a seconda di 3 relazioni:
1- rapporti solidi e continuativi nel tempo che vengono a instaurarsi tra un artista e una istituzione (galleria, museo, altre istituzioni): ovvero la rappresentazione dell'artista da parte di gallerie private o la presenza di sue opere in collezioni museali;
2- le relazioni di breve durata tra artista e istituzioni, costituite dalla “partecipazione ad eventi espositivi” da parte di un artista, sia in termini di mostre collettive che personali;
3- il luogo dove hanno sede le istituzioni rappresentative: questo elemento geografico si lega alla questione dell'internazionalità dell'artista. Il sistema di ranking realizzato dal sito Artfacts innanzitutto individua i criteri in base a cui determinare l'ordine in classifica degli artisti. I criteri ineriscono proprio a queste relazioni generali e sono soggetti ad attribuzione di punteggio. Come già detto, il calcolo dei loro punti è necessario alla costruzione del ranking. Questi criteri sono sostanzialmente:
1. Internazionalità dell'artista: ovvero il grado di presenza dell'artista nel mondo dell'arte. Il sistema considera tutte le collezioni pubbliche e le gallerie che rappresentano ogni artista nei diversi Stati. Ogni artista con opere in collezioni pubbliche o gallerie che lo rappresentano ottiene dei Network Points.
2. Luogo sede dell'istituzione: ovvero le città. Il sistema calcola un punteggio - i City Points – considerando sia i punti attribuiti alla città (ne misurano il grado di importanza), sia i punti già ottenuti dall'artista per la sua internazionalità e il numero di Paesi che lo rappresentano, ovvero i Network Points.
3. Istituzioni: gallerie, musei ed eventuali altre istituzioni. L'algoritmo ottiene gli Institution Points utilizzando nel calcolo sia i punti già ottenuti – grado di importanza della città in cui è sita e grado di internazionalità dell'artista rappresentato dall'istituzione ora considerata – sia quelli specificatamente attribuiti all'istituzione per misurarne l'importanza.
4. Esposizioni: mostre personali, in coppia, collettive, periodiche come Biennali e Triennali. Ogni esposizione ottiene un punteggio che pesa la sua importanza. Questo punteggio viene unito ai punti calcolati precedentemente in riferimento all'artista considerato nell'esposizione: internazionalità, città, e istituzione. Gli Institution Points misurano quindi sì l'importanza dell'istituzione ma tengono conto anche del grado di importanza degli altri criteri. Il procedimento sembra voler riprendere quella interconnessione che caratterizza il sistema dell'arte: una interconnessione in cui gli elementi coinvolti – città, istituzione, internazionalità dell'artista … - contribuiscono reciprocamente all'attribuzione di maggiore o minore importanza.
Il sistema funziona pesando i criteri considerati - internazionalità, mostre, istituzioni e città – usando uno speciale algoritmo non rivelato dai creatori del sito. I punteggi parziali così ottenuti vengono sommati per ottenere un punteggio totale che permette di classificare gli artisti in ordine decrescente.
Il sistema suddivide le istituzioni prima di tutto per tipologia: alle mostre personali viene attribuito un punteggio derivato dalla divisione degli Institution Points per il numero di partecipanti. Il punteggio delle collettive è calcolato diversamente a seconda che si tratti di gallerie private o istituzioni pubbliche: nel primo caso sono considerate come eventi commerciali di gruppo, per cui il punteggio è calcolato dividendo la somma degli Institution Points e dei City Points per il numero degli artisti partecipanti. Nel secondo caso, bisogna distinguere fra musei e esposizioni a carattere biennale o triennale. Infine per ciascun artista viene sommato il totale dei punti delle mostre - gli Exhibition Points - a cui l'artista ha partecipato più il numero degli anni di attività. Si deve notare che quindi gli Exhibition Points ricomprendono già tutti i punti parziali calcolati per gli altri criteri. Il punteggio totale è chiamato Artists Points ed è in base a questo che l'artista viene classificato.
Oltre al database e al ranking degli artisti, il sito Artfacts.Net offre la possibilità di realizzare anche elenchi e classifiche personalizzate e, nell'Analytical Section, una analisi di mercato più tradizionale.
Nell'Analytical Section, al contrario di Artnet.com e Artinfo.com, il sito fornisce 3 strumenti di grande utilità per gli agenti del mercato: si tratta dell'Exhibition Analyser, dell'Auction Analyser e del Classic Career Analyser. L'Exhibition Analyser si basa su due presupposti: il punteggio delle mostre ed il rank dell'artista. Lo strumento d'analisi parte da quello che, per i creatori, è il vero principio d'analisi degli artisti nel mercato dell'arte contemporanea: la loro storia espositiva. L'idea sottostante è quella per cui conoscere la storia espositiva dell'artista permette di conoscerne anche l'andamento futuro nel mercato.
L'Auction Analyser mostra invece i risultati delle vendite in asta – in particolare delle vendite record - ottenuti grazie alla collaborazione con i siti Findartinfo.com e ArtTactic.com; li compara e li traspone graficamente.

Uno dei rischi legati alla questione della notorietà che trova in queste classifiche la sua rappresentazione più concreta, ovvero il fatto che gli operatori del mercato siano spinti, in virtù dell'importanza attribuita ai primi 100 artisti classificati, a indirizzarsi proprio su di essi anziché su altri, influenzando così i prezzi delle opere nel mercato. Questa possibile implicazione generata dall'utilizzo di questi strumenti, ha suggerito un tentativo di stima dell'influenza del ranking sui prezzi in asta degli artisti in essi considerati.
Rispetto al numero di artisti attivi in tutto il mondo, solo una cerchia ristretta di nomi è al vertice del successo e può permettersi di ottenere ampi guadagni.Si osserva che i principali artisti si ritrovano, a grandi linee, ai vertici delle classifiche degli artisti del Kunstkompass, del sito Artfacts.Net e di Artprice.com. Pochi nomi, quindi, intorno a cui si concentra l'attenzione dei media e l'interesse dei professionisti del mondo dell'arte.

Alcuni concetti espressi dalle suddette teorie sembrano, in questo contesto, utili all'individuazione di questi criteri. Innanzitutto, evidenziano che l'attenzione è una risorsa scarsa e preziosa da cui coloro che hanno il privilegio di ottenerla possono ottenere successo in termini di notorietà e di denaro. Il modo in cui questa attenzione nasce e interagisce con i media è anche l'aspetto più stimolante a livello riflessivo. I media sfruttano, infatti, determinati soggetti per catturare l'attenzione degli individui; allo stesso tempo costituiscono un mezzo attraverso cui proprio quei soggetti possono ottenere maggiore considerazione all'interno del proprio campo d'azione. Da quest'ultimo punto di vista, i media possono essere visti come un modo per filtrare quegli individui il cui operato è percepito come di qualità, laddove la qualità può essere anche solo un riflesso della maggiore popolarità. Se si osserva la società contemporanea, non si può negare questa capacità dei media di condurre attraverso di sé l'attenzione e incanalarla verso pochi individui.
La conseguenza pratica, dal punto di vista modellistico, è che i ranking che vengono ad essere realizzati per il settore dell'arte contemporanea tengono conto proprio di questo: ovvero i criteri scelti per filtrare gli artisti ai fini della costruzione di graduatorie considerano quelle istituzioni che funzionano in maniera affine ai media “tradizionali” (televisione e di internet ad esempio), vale a dire mostre, riviste specializzate, esposizioni in gallerie d'arte o ad eventi (mediatici, guarda caso) quali le varie Biennali e Triennali, che veicolano l'attenzione verso determinati artisti piuttosto che altri e che vedono agire, all'interno di esse e quindi alla base di tutto, quegli “esperti”, la cui azione si può definire di vero e proprio “gatekeeping”, cioè del determinare o meno inclusione od esclusione degli artisti.
Un altro aspetto che queste teorie sottolineano, e che si lega a quanto detto finora, è che questa attenzione ha un valore maggiore se proviene da una persona rispettata. Se si riflette in che modo questa considerazione può essere applicata all'arte e agli strumenti di artist ranking è facile pensare all'importanza che hanno specifiche figure professionali del settore, come i critici d'arte, la cui opinione è ritenuta di grande valore dai non esperti; e non solo il parere di critici ed esperti è alla base dei sistemi di ranking, ma alcuni studiosi ne utilizzano i punteggi come equivalente del loro giudizio. Vale a dire che i ranking sembrano essere il perfetto corrispettivo del parere degli esperti e che questo parere è autorevole per il rispetto di cui sono oggetto queste figure, vuoi per gli studi specifici che hanno svolto, vuoi per l'autorità in materia di cui sono investiti dagli stessi individui, anche grazie – è bene sottolinearlo – all'aiuto dei media. Un esempio di quest'ultima “investitura mediatica” che rende riconoscibile il parere di un esperto come il più autorevole è la familiarità che gli spettatori televisivi acquisiscono nei confronti di quelli che vi fanno la loro apparizione e che proprio in virtù di questo vengono assimilati come i più competenti in materia.

Il Mei-Moses Art Index:
Jainping Mei e Michael Moses, docenti di finanza alla Stern School of Business della New York University, hanno elaborato un indice che permette di avvicinare il mondo della finanza a quello dell'arte. Nel loro lavoro, Art as an Investment and the Undeperformance of Masterpieces (2002), hanno considerato i dipinti venduti presso le case d'asta di New York tra il 1950 e il 2000, tutti commerciati più di una volta ciascuno. Assunto come i due maggiori ostacoli nell'analizzare il mercato dell'arte siano l'eterogeneità delle opere e la non-frequenza del loro commercio, i due economisti hanno cercato di superare questi problemi costruendo un nuovo insieme di dati, basati sulle vendite ripetute, e facendo riferimento ai prezzi record raggiunti; si è così avuto un decisivo incremento nel numero delle comparazioni dei prezzi rispetto agli studi precedenti, come quelli di Baumol e di Goetzmann. Gli indici comprendono un database costantemente aggiornato di 45.000 vendite ripetute di oggetti d'arte divisi in otto categorie di collezionismo, dei quali circa 4.000 passano di mano ogni anno. Hanno raccolto quasi 5.000 coppie di dati riguardanti i prezzi delle opere vendute nel periodo 1875-2000; con questo grande numero di dati a disposizione, sono stati in grado di costruire un indice annuale per l'arte, così come degli indici minori (sempre annuali) per le opere americane, per gli Old Masters, gli Impressionisti e le pitture moderne per diversi periodi. Questi indici annuali vengono quindi utilizzati per indirizzare la discussione se la caratteristica rischio- rendimento delle opere d'arte sia in grado di reggere bene il confronto con i tradizionali titoli finanziari, come azioni ed obbligazioni.
Secondo l'opinione di molti, comunque, analizzare solo le vendite ripetute significa limitarsi ad un campione troppo ridotto e non rappresentativo della complessità del mercato. Mancano, infatti, le vendite private e le tutte le vendite singole. L'indice si basa, inoltre, solo sulle vendite di Christie's e Sotheby's
Nell'ottobre 2016 Sotheby's ha annunciato di aver acquistato i diritto al Mei-Moses art-index.

Per ciò che riguarda indicatori prodotti in Italia, la società Nonisma dal 2010 pubblica l'“Osservatorio sul Mercato dei Beni Artistici” (OMBA). L’Osservatorio realizza un rapporto a cadenza semestrale con l’intento di monitorare l’andamento economico dei mercati dell’arte in Italia e nel mondo. Le due principali fonti informative utilizzate dal rapporto sono la Banca dati Nomisma su aggiudicazioni d’asta (BDNaste) e la Banca dati Nomisma su dati ufficiali di mercato (BDNmercato). La prima fa riferimento ai dati delle aggiudicazioni d’asta tratte da rilevazioni dirette sui cataloghi e sulle principali banche dati disponibili; la seconda fa invece riferimento a dati derivanti dalle dichiarazioni degli scambi rese dagli intermediari professionali alla Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE) a partire dal 2006. Quest’ultima consente di accedere a informazioni sugli scambi avvenuti sia in asta sia in galleria.
Per quanto riguarda l’analisi del mercato internazionale, è stato creato un apposito indice, il Nomisma World Art Price (NWA), basato su informazioni consolidate provenienti dalle case d’asta internazionali; è frutto della ponderazione di più indici, sviluppati per diversi mercati utilizzando la Banca Dati Nomisma su aggiudicazioni d’asta. L’utilizzo di varie fonti consente di raggiungere una visione più equilibrata del trend generale di mercato. Per l’ambito italiano troviamo due indici che si riferiscono all’arte moderna e contemporanea, che sono il Nomisma Italian Modern Art (NIM) e il Nomisma Italian Contemporary Art (NIC), ottenuti dalla BDNaste. Questi indici guardano gli scambi in asta effettuati in Italia di 25 artisti italiani moderni, di 25 artisti italiani contemporanei e di 7 artisti italiani classificati, in diversi pesi, come moderni e contemporanei. Gli artisti sono stati selezionati in base agli anni di lavoro e al volume, monetario e reale, degli scambi.
l'Art Market Report dell'area research di Monte dei Paschi di Siena viene pubblicato a cadenza semestrale. L'obiettivo è quello di sintetizzare i risultati delle opere vendute dalle maggiori case d'asta mondiali e analizzare quelli degli ultimi cinque anni: tutti i dati si riferiscono ai soli prezzi battuti in asta, considerati gli unici dati certi e disponibili per il periodo analizzato. L'analisi per aree territoriali mira ad individuare come l'andamento dell'economia globale e il cambiamento degli stili e nei consumi di alcune macro regioni si stia riflettendo sul giro d'affari internazionale dell'arte. Vengono evidenziati gli andamenti delle quattro macro regioni considerate, a cui sono state affiancate degli indici di riferimento (mercato USA, mercato UK, mercato UE, mercato Asia). Il comparto della pittura è stato distinto in tre principali segmenti a seconda del periodo storico di riferimento; per ognuno è stato creato un apposito indice che sintetizza i risultati delle maggiori transazioni di case d'asta. Questi indici sono l'MPS Art Old Masters e 19° secolo Index, MPS Art Pre War Index e MPS Art Post War Index; questi vengono infine sintetizzati nell'MPS Global Painting Art Index. L'MPS Global Painting Art Index viene costruito grazie ai dati provenienti dal fatturato delle principali case d'asta mondiali nel settore dell'arte pittorica. L'indice, per il principio di competenza territoriale, viene espresso in dollari. Un'altra parte del report si concentra sulle performance delle arti minori; gli indici si occupano di segmenti quali i gioielli, gli oggetti antichi, arredi e sculture, vini e fotografia. La parte conclusiva si occupa di analizzare l'andamento borsistico della pittura, con l'MPS Art Market Value Index, e di quello dei gioielli, l'MPS Jewel Market Value Index; questi indici vengono rapportati con quelli borsistici dei principali mercati europei e del mercato americano. L'indice viene espresso in dollari, poichè è la moneta su cui avviene la maggior parte delle transizioni. L'Mps Art Market Value Index, si legge in uno dei tanti rapporti disponibili gratuitamente online, è un indice costruito su un paniere di 10 società quotate nei mercati finanziari internazionali e operanti nel mercato artistico. All'indagine semestrale viene affiancato un rapporto settimanale, l'Art Weekly Report, destinato a tutti i fruitori dell'industria culturale. Oltre all'analisi del trend e delle quotazioni dei mercati borsistici, vengono presentate le proposte per la settimana, il calendario delle aste, una rubrica di approfondimento.

                                        
Le serie storiche esaminate (dal 2007 al 2015), MPS Art Market Value Index, S&P 500 e FTSE MIB, comprendono un arco temporale di medio lungo termine, caratterizzato da andamenti mutevoli, così da verificare ed includere condizioni di mercato discontinue. Lo scopo è confrontare le caratteristiche dei fondi nei periodi: Pre Global Financial Crisis, Gennaio 2005-Giugno 2007; Periodo di forte caduta dei corsi azionari, Giugno 2007-Giugno 2009; Periodo di ripresa dei corsi azionari USA, Giugno 2009-Giugno 2015. Idealmente è stato determinato un arco temporale che avesse al proprio interno la convulsa dinamica economico- finanziaria caratterizzante gli ultimi anni. Dall’analisi della serie storica compresa tra il 2005 e il 2015, il MPS Art Market Value Index +72%, presenta una performance migliore, a fronte dell’elevata volatilità che caratterizza il mercato dell’arte q Lo S&P mostra una crescita del +112%, che conferma la ripresa e forza del mercato statunitense. Il Ftse Mib mostra una crescita negativa del -31%, ancora sotto i livelli pre-crisi (fonte:MPS- Art Market Report del secondo semestre 2015)

L'Equivalent Sales Index nasce dalla collaborazione tra Unicredit e Arsvalue che permette di realizzare delle analisi esaustive e attendibili circa l'andamento delle quotazioni del mercato italiano e dei suoi artisti. Per ogni artista sono stati costruiti tre diversi indici: un indice delle classi dimensionali, ottenuto dall'aggregazione delle valutazioni semestrali delle opere di ogni classe dimensionale182, suddivise in base all'artista e alla tecnica di esecuzione; un indice delle tecniche pittoriche, e un indice dell'artista. Sono stati in seguito individuati i cinquanta, cento e duecento artisti più rappresentativi del mercato italiano; i singoli indici di questi artisti sono stati aggregati tramite la metodologia “equally weighted” (gli indici equally weighted sono caratterizzati dall'uguaglianza dei fattori di ponderazione per tutti gli elementi che formano l'indice), andando così a costituire gli Indici per il mercato italiano dell'arte moderna e contemporanea: UPB-Arsvalue 50, UPB-Arsvalue 100 e UPBArsvalue 200.


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