OSTELLO GIUSTINIANI AMELIA (TERNI)

OSTELLO GIUSTINIANI (AMELIA - Terni)

Quello che oggi è noto come palazzo Giustiniani di Amelia, si trova nel cuore del centro storico affacciato sulla piazza del Municipio. Il Palazzo ha avuto sicuramente diverse fasi costruttive e molte vicissitudini. Il periodo di fondazione è da ascrivere, con ogni probabilità, al XIII secolo e sembra fosse il Palazzo del Comune di Amelia.
Di questo grande complesso, purtroppo, oggi non rimane che un’ala sopravvissuta al rovinoso crollo del 1817 in cui le volte delle antiche cisterne romane cedettero per il peso soprastante e inghiottirono parte del Palazzo Comunale.
L’antico uso dell’immobile, destinato in parte nel tempo anche a Palazzo Pubblico, è attestato sino al 1817, anno in cui si verificò il crollo del limitrofo nucleo principale del “Palazzo Comunitativo”, uso giustificato per la sua posizione nell’area centrale della Città antica intorno alla quale ruota tutt’oggi la vita amministrativa. L’immobile, utilizzato poi con la nuova ed ultima pubblica destinazione di Carcere Mandamentale protrattasi sino a circa un decennio fa, ha assolto prevalentemente funzioni di tipo comunitario. Da quanto innanzi documentato risulta quindi utilizzato soltanto per un breve periodo ad uso esclusivamente privato di “Palazzo nobiliare” e tutto ciò va attribuito presumibilmente alla caratteristica dell’attività professionale del proprietario del ramo Genovese.


Palazzo Giustinaini di Amelia prima e dopo il restauro

Particolarmente ridotte sono le notizie storiche rintracciabili su  questa dimora riferibile alla famiglia Giustiniani, ciò va posto in relazione al breve periodo d’uso che la stessa ha fatto di questo immobile e alle vicissitudini del complesso che ha mutato più volte destinazione. L’edificio attualmente mostra all’esterno l’aspetto architettonico sei-settecentesco, e ciò è dovuto ad un intervento unitario di riunificazione dei tre prospetti esterni rivolti allo spazio urbano compreso tra due distinte Piazze e la via di collegamento. Non va sottaciuto però quanto della storia architettonica precedente si può tuttora ammirare. Al piano terreno risaltano, per la maestosità che è opportuno far degnamente riemergere, ampi ambienti voltati d’età tardo medioevale e vani d’età rinascimentale ove compare la pietra squadrata; interventi cinque-seicenteschi corrispondenti all’ambito della scala esterna d’ingresso; al piano primo un’Ultima Coena affrescata sta a testimoniare l’antica presenza di un ambiente religioso; altre stanze, ancora coperte con volta a botte, richiamano la tipologia costruttiva del primo millennio dell’era cristiana. La possenza dei volumi del corpo edilizio, rivolto alla Piazza Comunale, certamente cela sotto gli intonaci un’architettura tutta da scoprire e da ricondurre a migliore uso.
Nella parte che si salvò si trovano inequivocabili tracce del passaggio della famiglia Giustiniani, cosa questa che gli valse l’appellativo, in realtà molto recente, proprio di Palazzo Giustiniani. Nella parte posteriore del Palazzo, rispetto all’attuale piazza, si trova la scalinata d’accesso principale che mostra, per il primo tratto, un aspetto riconducibile al periodo originario particolarmente originale, un’iscrizione a “nastro” posta lungo il lato esterno della balaustra, seppure molto deteriorata a causa della posizione sotto il gocciolatoio del corrimano culminante con pregevoli stemmi in altorilievo sui pilastri d’angolo, aspetti non frequenti nelle opere di finitura locali si legge una lunga iscrizione che dice: «VETUSTATE FERE COLLAPSVM AVXIT REPARAVIT ORNA .. IT». E poi ancora sullo stesso lato del pianerottolo in cima alla scala: «VINCENTIVS IVSTINIANVS PATRICIVS GENVENSIS».
Segue un pilastrino che fa angolo ed ha due facce verso la strada decorate con lo stemma della Famiglia Giustiniani, sull’altro lato corto del pianerottolo, c’è una prima sezione del corrimano senza iscrizione e la seguente in cui si legge: «XC å PONT MAX SyX V». l’iscrizione è stata così tradotta: “QUASI DISTRUTTO PER LA VETUSTÀ VINCENZO GIUSTINIANI NOBILE GENOVESE, INGRANDÌ, RESTAURÒ ED ADORNÒ”, poi ipotizzando che l’elemento di travertino senza iscrizione sia stato messo per una manutenzione successiva e facendo riferimento al pontefice citato si è pensato di poter aggiungere a quella data incompleta, traducendo il restante con: 1590 PONTEFICE MASSIMO SISTO V.


Le iscrizioni del Palazzo di Amelia

L’architetto Della Rosa, che fu il primo a proporre il progetto di recupero e riutilizzo della struttura, preparando la relazione storico – artistica, fece una ricerca per capire quale ruolo l’esponente di questa importante famiglia genovese avesse avuto nella storia di Amelia, e trovò tracce di un Vincenzo Giustiniani impiegato presso la nostra comunità come amministratore pro tempore, anche se per un breve periodo. Indagando meglio si è trovata la pubblicazione di un altro studioso locale nella cui cronistoria amerina si legge, subito dopo una notizia del 1589, «(…) Vincenzo Giustiniani di Savona pod. (…)».
Un’altra iscrizione campeggia sulla porta d’ingresso: «VINCS IVSTINIANVS IO IS BA Æ F S GENVENSIS» ed è stata così trascritta: «VINCENTIUS IUSTINIANUS IOANNIS BAPTISTAE FILIUS GENUENSIS» e tradotta con: «VINCENZO GIUSTINIANI FIGLIO DI GIOVAN BATTISTA, GENOVESE».
Altre tracce inequivocabili del suo passaggio si trovano all’interno del palazzo e constano di varie iscrizioni sugli architravi delle porte in cui si ritrova la sigla «VINC.S IVSTINIANVS PATRICIVS GENVENSIS» e poi, soprattutto, delle pianelle in cotto dipinte a mano con il simbolo araldico della famiglia e le iniziali VI.


Le mattonelle decorate con lo stemma dei Giustiniani all'interno del Palazzo

Alla decorazione del Palazzo contribuirono i maggiori artisti amerini. Vi si trovavano, quindi, affreschi, quadri, pendoni e mobilii vari riferibili, tra gli altri, a Pier Matteo di Amelia, Mario di Amelia e Gian Francesco Perini.
Solo tra il 1998 e il 1999 nacque l’idea di restituire all’immobile la sua unitarietà cercando di ristabilirne l’identità strutturale originaria togliendo le superfetazioni recenti. È così che ha preso vita il progetto di trasformare l’immobile in Ostello per la Gioventù rispettando, però, la sua natura antica.

Il testo è stato estrapolato dal contributo di Barbara Silvani “Il Palazzo Giustiniani di Amelia” inserito nel libro d’atti “Dai Giustiniani all’Unione Europea un percorso continuo” – Bassano Romano 2004. 

Progetto e nota tecnica per il recupero di Palazzo Giustiniani ad Amelia ed area limitrofa a completamento delle cisterne.
Tratto dal sito www.grupporicercafotografica.it a cura di Franco Della Rosa


Come raggiungere Amelia: provenendo da Firenze o Roma via A1: Uscita Orte. Prendere il raccordo Terni - Orte, quindi uscire ad Amelia, è anche possibile raggiungere Amelia da Orte percorrendo la vecchia statale che attraverso un percorso collinare collega le due città (14km. ca.) Provenendo da Nord o Sud la E45: è presente l'uscita Narni-Amelia-Orte.
 


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