GIUSTINIANI RAMO DI ROCCAPASSA
Seppur apparentemente curioso, una di queste famiglie ha avuto una feconda discendenza nella “villa” di Roccapassa, attuale frazione del comune di Amatrice in provincia di Rieti. Carlo Giustiniani (ramo Longo), nato a Genova nel 1697, nipote dei dogi Luca e Alessandro, si trasferisce a Roccapassa dove vi muore il 1 maggio 1766. Tumulato nella locale Chiesa di Santa Maria della Presentazione, il suo sepolcro è ornato dallo stemma di famiglia e dalla scritta: «D. CAROLUS LUCAE COSMO FILIUS EX JUSTINIANEA JANUENSI FAMILIA».
Il cognome Giustiniani non è storicamente presente nell’amatriciano, comparendo per la prima volta nei documenti catastali alla fine del XVI secolo, concentrato fino alla fine del XVIII secolo, in sole sue tre “ville”: Roccapassa, Scai e Cornelle.
Il collegamento del ramo Giustiniani Longo di Roccapassa con quello genovese, è stato confermato dalle ricerche effettuate da Raffaele Sassone Corsi genealogista napoletano, che dal 1939 al 1952 per conto di Roberto Giustiniani originario di Roccapassa, ne ha supportato la richiesta di ammissione al Sovrano Militare Ordine di Malta ed il riconoscimento del titolo di “patrizio genovese” presso la Consulta Araldica.
Roberto Giustiniani fu l’ultimo della famiglia nel 1967, ad essere tumulato nella cappella gentilizia nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva dove erano già sepolti i “grandi” del ramo Negro Banca a cui appartenevano il marchese Vincenzo, i cardinali Vincenzo e Benedetto, tutti i principi di Bassano e le loro consorti.
Non si conoscono le ragioni che indussero Carlo Giustiniani, terzogenito di Luca Cosmo e di Livia Balbi, in una data imprecisata, a trasferirsi da Genova alla “villa” di Roccapassa
di cui si ha testimonianza degli interessi di questo ramo della famiglia sia nello stato Pontificio, sia nel regno Delle due Sicilie in cui era già radicata la presenza dei Giustiniani anche come banchieri che ebbero in affidamento dagli spagnoli la vendite di terre, villaggi e i relativi titoli nobiliari (vedi il link:
Le ayudas de costa: la vendita di
titoli nobiliari, terre e villaggi nel Regno delle due Sicilie nel XVII secolo).
Poco prima della nascita di Carlo Giustiniani nel 1692, il feudo dell’Amatrice e le sue ville, inserite nei domini dello stato Pontificio, passano dalla famiglia Orsini di antica nobiltà romana e filo-spagnola, a quella dei Medici tramite la granduchessa Vittoria della Rovere moglie del Gran duca Ferdinando II, il cui figlio Cosimo III tenne a battesimo Luca Cosmo Giustiniani padre dello stesso Carlo. Nel 1759 (quando Carlo aveva 64 anni) Amatrice passa nel regno Borbonico tra i domini personali di Ferdinando IV.
Potremmo anche supporre che questo trasferimento di Carlo nel meridione fosse dovuto ai maggiori ritorni finanziari che potevano garantire rendite a lui spettanti
nel regno Borbonico come è dimostrato da documenti della Camera di Sommariva, piuttosto che quelle a cui avrebbe potuto aspirare a Genova, visto che per competere a posti di governo era necessaria una certa disponibilità di denaro e questo faceva sì che le famiglie nobili a volte spartissero le proprie ricchezze non in maniera omogenea ma in funzione di mantenere il maggior controllo e presenza nei territori dove erano gli interessi del proprio casato. Spesso questi volontari esili erano anche provocati dalle frequenti lotte intestine tra gli stessi nobili delle varie fazioni perennemente in lotta per gli stessi posti di potere. Non era inoltre infrequente che discendenti di nobili famiglie, autori di qualche delitto o invisi politicamente al ceto dominante della Repubblica o al proprio clan, cercassero rifugio nei feudi di famiglie amiche, come potrebbe essere accaduto per Carlo nell’amatriciano a quel tempo controllato dal Gran duca di Toscana Ferdinando II. La zona dell’Amatrice essendo montana ed impervia, era spesso luogo di rifugio di esuli o ricercati politici a vario titolo. La posizione permetteva poi abbastanza facilmente di trovarsi rapidamente o nello stato Pontificio o nel regno Delle due Sicilie.
Da altro canto potremmo anche aggiungere dei motivi di salute per tale trasferimento. La posizione isolata di Roccapassa potrebbe anche aver favorito la migrazione di famiglie dimoranti nei grossi centri per sfuggire ai focolai dell’epidemia di peste diffusasi da Reggio Calabria e Messina nel 1743 in maniera ancora endemica in tutto il meridione.
Un altro indizio di zona "protetta" per i Giustinaini è quello che la diocesi di Rieti, di cui faceva parte la frazione di Roccapassa, tra il 1724 ed il 1754 fu retta dal vescovo domenicano Antonino Serafino Camarda (nato a Messina) e la famiglia Giustiniani è storicamente legata
ai domenicani (ordine dei Predicatori) nelle cui fila gli illustri antenati Vincenzo (1519-1582), Benedetto (1554-1621) e Orazio Giustiniani olim Longo-Ughetti (1646-1649).
Qualsiasi supposizione comunque non mette in discussione la nobiltà di Carlo Giustiniani nemmeno a Roccapassa dove è sepolto, insieme alla moglie Rosa (o Rosina) Alfieri, nella chiesa di Santa Maria della Presentazione. Sulla sua lapide si legge: «D. CAROLUS LUCAE COSMO FILIUS EX JUSTINIANEA JANUENSI FAMILIA OBIIT KAL.MAI MDCCLXVI ANNO AETATIS SUA LXXI M. I D. XXIV D. ANGELO ANTONIUS REV D. JOANNES BAPTISTA HUIUS PARAECIAE RECTOR FILII EIUS P.P. Da ROSA ALFIERI XUSOR Di CAROLI OBIIT XXIX AP. A.D. MDCCLXIV», iscrizione ornata dallo stemma dei Giustiniani di Genova: «castello a tre torri sormontato da un’aquila imperiale ad aquile spiegate». Purtroppo la lapide non è ad oggi visibile in quanto la pavimentazione originale
della Chiesa negli anni ottanta è stata coperta da un nuovo pavimento.
Il ramo "Giustiniani Longo" è tra i più importanti della famiglia
Giustiniani: oltre Giovanni
difensore di Costantinopoli, ricordiamo due Dogi (entrambi diretti ascendenti
del ramo di Roccapassa): Alessandro (nel biennio 1611-1613) e Luca (nel 1644).
Dichiarazione della Curia Vescovile di Rieti e del Parroco di Roccapassa del
luglio 1940 sull'esistenza di una Lapide Sepolcrale nella
Chiesa di Santa Maria della Presentazione, sulla tomba di Carlo Giustiniani e Rosina Alfieri "D. CAROLUS LUCAE COSMO FILIUS EX JUSTINIANEA JANUENSI FAMILIA OBIIT KAL.MAI MDCCLXVI ANNO AETATIS SUA LXXI M. I D. XXIV D. ANGELO ANTONIUS REV D. JOANNES BAPTISTA HUIUS PARAECIAE RECTOR FILII EIUS P.P. Da ROSA ALFIERI XUSOR Di CAROLI OBIIT XXIX AP. A.D. MDCCLXIV"- Archivio Sassone Corsi Raffaele – Busta 02/Giustiniani Archivio Storico di Napoli
I GIUSTINIANI, UNA NOBILE FAMIGLIA GENOVESE NELL'AMATRICIANO, DA PIAZZA LONGA A ROCCAPASSA
(Phasar edizioni Firenze)
di Enrico Giustiniani
(il testo è acquistabile direttamente dal sito della casa editrice Phasar al
prezzo di € 12,00)
La storia dei Giustiniani di Roccapassa è ora anche in un
testo edito nel gennaio 2022 dalla Phasar Edizioni. Dopo un primo capitolo in
cui viene tracciata la storia dei Giustiniani di Genova, nei successivi vengono
narrate le
vicende del ramo Longo di questa famiglia, una delle "dodici" che
costituirono la "Maona Giustiniani" che esercitò dal 1347 l’amministrazione dell’isola di Chios
nel mare Egeo per conto della Repubblica di Genova fino al 1566, anno della
definiva conquista ottomana.
Il ramo "Longo" è tra i più importanti della famiglia
dei
Giustiniani: oltre Giovanni
difensore di Costantinopoli, ricordiamo tre Dogi: Gianandrea (nel biennio 1539-1541), Alessandro (nel biennio 1611-1613) e Luca (nel 1644)
ed il corsaro Brizio il cui sepolcro si trova nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Caponapoli (Napoli) nella cappella di famiglia decorata da Giovanni da Nola.
Carlo Giustiniani olim Longo nato a Genova
il 7 marzo 1697,
terzogenito di Luca doge di Genova e Livia Balbi, si trasferisce a Roccapassa dove vi muore il 1 maggio 1766. Tumulato nella locale Chiesa di Santa Maria della Presentazione, il suo sepolcro è ornato dallo stemma di famiglia e dalla scritta: «D. CAROLUS LUCAE COSMO FILIUS EX JUSTINIANEA JANUENSI FAMILIA». Uno degli ultimi discendenti di questo ramo
Roberto Giustiniani, fu poi sepolto nel 1967 nella cappella gentilizia nella chiesa romana di Santa Maria sopra Minerva insieme ai “grandi” della famiglia del ramo Negro-Banca
(lapide qui a destra).
Un capitolo è dedicato alle vicende giudiziarie del pio legato di Vincenzo Giustiniani marchese di Bassano istituito nel 1631 che ha interessato, nel corso di oltre tre secoli, tutti i discendenti delle dodici famiglie Giustiniani, fino alla definitiva liquidazione avvenuta nel 1958.
Oltre alle osservazioni di carattere prettamente storico e documentale riguardanti la storia dei Giustiniani,
l'autore aggiunge delle annotazioni intimistiche, e per alcuni versi romantiche, sulla “villa” di Roccapassa.