SIMONE VIGNOSO Di Genova.

 

Anno, mese Stato, in proprio Avversario Azioni intraprese ed altri fatti salienti
1346


Gennaio Genova Monaco Il doge Giovanni de Murta promuove l’armamento di 29 galee (3 appartenenti ai nobili e 26 a membri del partito popolare) per combattere i fuoriusciti ed i Grimaldi di Monaco. A fine mese, gli viene consegnato in Genova lo stendardo nella piazza di San Lorenzo, dove sorge la cattedrale cittadina; con la scorta di moltissimi cittadini si dirige verso la chiesa di San Matteo e da qui alla sua galea.
Febbraio

Viene allestita la flotta; su ogni nave sono imbarcati 25 o 50 balestrieri. I Grimaldi si rifugiano nel porto di Marsiglia (Marseille) con 34 galee e, successivamente, si mettono in navigazione verso l’Inghilterra per combattere a favore dei francesi contro gli inglesi. Nessuna di queste galee farà ritorno nelle acque liguri.
Maggio Genova Gaetani Salpa da Genova e giunge al largo di Terracina, città che, al momento, viene assediata da un nemico dei genovesi, il conte di Fondi Nicola Gaetani. Gli abitanti innalzano il vessillo della repubblica di San Giorgio e gli chiedono aiuto. Il Vignoso fa sbarcare le sue truppe e libera Terracina dall’assedio; recupera, poi, due castelli ed il monastero di Sant’Angelo che sono occupati dagli avversari. Naviga verso Gaeta, entra nel Garigliano e fa abbattere molte torri; prende a forza il castello di Traietto (Minturno) ed altre fortezze, in possesso sempre dal Gaetani. Allontana i nemici da Sessa Aurunca e si impadronisce di 2 galee che, per conto del Gaetani, hanno condotto la guerra di corsa a spese dei genovesi. Viene impiccato a Napoli il capitano Simone, un famoso corsaro genovese.
Giugno luglio Genova Costantinopoli La regina Giovanna d’Angiò, ostile anch’essa ai genovesi perché nei territori controllati dagli angioini si trova anche Ventimiglia (loro contesa dai genovesi), impedisce lo sbarco nella città alle truppe del Vignoso. Dopo quaranta giorni costui giorni lascia Napoli e giunge in Levante alla ricerca di quelle terre che devono risarcirlo per recuperare le spese per l’allestimento della flotta. Viene all’isola di Negroponte (Evvoia): vi trova 26 galee, in parte veneziane ed in parte dei cavalieri di Rodi (Rodhos): queste ultime sono capitanate dal delfino Umberto di Vienne. Veneziani ed ospedalieri di San Giovanni vogliono togliere Chio (Khios) e Foglie Nuove, nei pressi di Smirne (Izmir), all’imperatore d’Oriente. Il Vignoso si oppone a questo progetto e rifiuta ogni offerta di denaro fatta dal delfino a lui ed agli altri comandanti genovesi (10000 fiorini l’anno e 30000 subito). Naviga verso Chio; a metà mese informa l’imperatrice reggente di Costantinopoli, Anna di Savoia, vedova di Andronico Paleologo, delle mire dei cavalieri e della Serenissima sull’isola. Offre la protezione di Genova: questa viene rifiutata. Il Vignoso entra nel porto di Chio, sbarca le proprie truppe il giorno seguente; combatte le mura della città facendo ricorso alle macchine ossidionali ed al brillamento di mine. Nell’assalto vengono feriti 500 genovesi. Cadono in potere del Vignoso sei villaggi; assedia il capoluogo facendovi costruire tutto attorno, in terraferma, un muro e, in mare, una catena di legno, lunga 1500 cubiti, che va dalla chiesa di Sant’Isidoro fino all’imboccatura del porto. Nessuno può entrare o uscire dalla città. Negli stessi giorni, dà prova del suo forte senso di giustizia: emana, infatti, l’ordine che proibisce a chiunque di danneggiare giardini e vigneti dei cittadini, pena la frusta per i disobbedienti. Il figlio Francesco viene scoperto in flagrante; il Vignoso lo fa frustare (con le uve ancora pendenti al collo) come avrebbe fatto con chiunque altro.
Settembre ottobre

Salpa da Chio e si dirige con 14 galee su Foglie Vecchie. I greci rifiutano le sue condizioni; dà battaglia alla località e questa cede con il relativo castello. Passa, infine, a Foglie Nuove ed a Foglie Vecchie: gli abitanti si arrendono e si danno in signoria ai genovesi. Vorrebbe dare seguito all’azione per potere impadronirsi anche delle isole di Mitilene (Mitilini) e di Tenedo (Imroz): gli equipaggi della sua flotta si ammutinano ed entra il disordine fra le truppe.
Novembre

Si rappacifica con i marinai e fa ritorno a Genova. A ciascuna galea vengono riconosciuti 7000 lire genovesi da pagarsi nello spazio di venti anni.
1350 Genova Venezia Ricopre l’incarico di podestà a Chio. Dopo la sconfitta di Niccolò Magnerri di fronte a Marco Ruzzini ed a Marco Morosini, offre il comando della flotta genovese a Filippo Doria.
…………

In punto di morte, stimando di avere commesso qualche eccesso di troppo ai danni degli abitanti di Chio, lascia 500 ducati per la dote di povere giovani dell’isola.

CITAZIONI

--“D’egregia virtù.” A. Giustiniani


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