La "Tomba" Giustiniani

Una tomba etrusca a Tarquinia conosciuta con il nome della sua scopitrice,  la nobildonna Francesca Giustiniani

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Questa tomba databile a circa la metà del V sec.a.C è dedicata alla principessa Francesca Giustiniani, che nel 1830 assistette alla sua apertura. La camera ha un soffitto a doppio spiovente dipinto con travi rossi e alle pareti una banchina costruita con blocchi riportati. Sui frontoni delle pareti corte due pantere si affrontano ai lati della mensola.

Questa tomba, segna una fase di passaggio, nella seconda metà del V secolo a.C., in cui gli artisti etruschi tornano ad esprimersi con uno stile più originale e meno influenzato dai caratteri greci dominanti nelle pitture più antiche. Il fregio della parete di fondo presenta il viaggio del defunto verso l'aldilà: egli è alla guida di una biga trainata da cavallini rossi e blu ed è accompagnato da musici e danzatori. La scena centrale mostra una donna che suona il doppio flauto e guida la danza di un uomo ed una donna che precedono una biga alla quale sono attaccati due cavalli alati, uno azzurro e l'altro rosso. La donna sembra essere il personaggio principale, ha un sontuoso abbigliamento ed è rivolta verso un giovane dal mantello azzurro che alza la mano, probabilmente in segno di commiato. Sulla parete destra ancora danze, a sinistra invece gare atletiche in onore del morto. Accanto alla porta di ingresso, a destra, un cavallino rosso. 

La necropoli di Monterozzi dove si trova la "tomba Giustiniani" mostra una notevole serie di rappresentazioni riferiti a giochi e a spettacoli (tombe tarquiniesi degli Auguri, delle Olimpiadi, delle Bighe, del Letto Funebre, ecc., tombe dipinte e rilievi di Chiusi). È evidente che l'influsso ellenico domina su questo aspetto della vita etrusca; ma si ha l'impressione che il carattere agonistico e professionale dei giuochi e delle gare greche tenda a trasformarsi nel mondo etrusco in un divertimento spettacolare. Niente è più suggestivo ed interessante, a questo proposito, del piccolo fregio della tomba delle Bighe a Tarquinia, nel quale il pittore ha immaginato un grande campo sportivo o circo, visto spaccato secondo i due assi lungo e corto, con l'arena e le tribune lignee sulle quali trovano posto gli spettatori; nell'arena sono corridori con le bighe, cavalieri, coppie di lottatori e pugilatori, un saltatore semplice e con l'asta, un corridore armato (oplitodromo), giudici di gara ed altri personaggi vari; sulle tribune spettatori dei due sessi s'interessano nel modo più vivace all'esito delle gare, come mostra chiaramente la loro mimica concitata. Non è escluso che ad agoni sportivi partecipassero anche i membri delle famiglie più illustri. Va ricordato a tal proposito il gioco etrusco della Truia (ludus Troiae), che consisteva in una gara di corsa a cavallo lungo una pista intricata in forma di labirinto: esso è riprodotto nel graffito di un vaso etrusco arcaico e sappiamo che era ancora in uso al principio dell'impero come esercizio della gioventù romana. A gare equestri partecipavano assai probabilmente i giovani membri della stessa nobile famiglia proprietaria della tomba tarquiniese delle Iscrizioni. Il rapporto dei giochi agonistici con il mondo funerario è documentato, oltre che dall'evidenza delle tombe, dal passo di Erodoto (I, 167) relativo alle cerimonie espiatorie compiute dai Ceretani per il massacro dei prigionieri focei.


Necropoli di Monterozzi - Tarquinia
Tomba Giustiniani - Tarquinia


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