PALAZZO GIUSTINIANI - MONTE RINALDO (Fermo)

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Palazzo Giustiniani a Monte Rinaldo (foto dal sito dell'architetto Giacomo Beverati)

A pochi chilometri da Ortezzano in provincia di Fermo, c’è Monte Rinaldo (Altitudine 475 m s.l.m. - Popolazione 435). La sua storia affonda le proprie radici nel periodo romano, la cui testimonianza può essere rintracciata nel grandioso tempio venuto alla luce in località “La Cuma” unitamente alle tante tracce di ville romane, ancora oggi in gran parte inesplorate. Il centro storico è medievale, circoscritto all'interno delle mura che corrono intorno alla piazza dove sono situati Palazzo Giustiniani e la Torre Civica. Il territorio di Monte Rinaldo, considerato “di frontiera”, nel Medioevo fu conteso dal ducato di Fermo, dalla città di Ascoli e dall’Abbazia Farfense della vicina Santa Vittoria. Risalgono a questo periodo i castelli di Bucchiano e di Montorso, già presenti intorno all'anno 1000.
La struttura di maggior rilievo del centro urbano è Palazzo Giustiniani del XVIII sec., esempio di dimora rococò che si affaccia sulla piazza principale del paese, piazza Umberto I. Edificio che occupa gran parte del lato sud del perimetro imponendosi come architettura caratterizzante il nostro piccolo borgo. 
Il palazzo si innesta lungo la cinta muraria che proteggeva l’antico castello di Monte Rinaldo e viene ricavato dall’accorpamento di cellule edilizie preesistenti. Tracce di tale unione sono visibili in facciata la cui parete non è perfettamente lineare, ma segue l’andamento delle cortine edilizie esistenti. L’edificio è a pianta rettangolare e si sviluppa su quattro livelli. Il piano seminterrato era destinato a cantine e magazzini e godeva, oltre che di un accesso dall’atrio del palazzo tramite una scala di collegamento, anche di un ingresso indipendente che si apre direttamente sulla piazza attraverso una rampa in mattoni di laterizio. All’estremità destra del seminterrato era presente una grotta, anch’essa destinata alla conservazione dei prodotti. Il piano terra è stato oggetto di rimaneggiamenti e manomissioni che hanno modificato sensibilmente la disposizione degli ambienti interni per adeguare le superfici alle esigenze abitative degli ultimi proprietari, qui residenti fino agli inizi degli anni ’90. Il piano nobile era la residenza vera e propria della famiglia Giustiniani. Tutti i vani di questo piano sono passanti e collegati trasversalmente, con pareti e soffitti riccamente decorati.
Da segnalare la stanza degli stemmi delle famiglie nobili del palazzo: la famiglia Giustiniani e la famiglia Porfiri, proveniente da Camerino. Casata di Francesca Porfiri unita in matrimonio a Carlo Giustiniani. All’estremità sinistra del piano nobile è presente una piccola cappella dedicata a Santa Flora martire. Qui infatti erano conservate le sue reliquie custodite oggi nella Chiesa del S.S. Sacramento e Rosario. L’ultimo piano è costituito dall’attico corrispondente alle aperture ovali in facciata. Gli ambienti del sottotetto, non abitabili, probabilmente non erano utilizzati come alloggio per la servitù, ma anche questi come magazzini. Nei palazzi ottenuti per “rifusione”, come nel nostro caso, il corpo scala rappresenta un impianto forte e monumentale. Le scale a tre rampe si inseriscono in un vano scala la cui costruzione è avvenuta probabilmente per svuotamento di una cellula dell’antica abitazione medievale, insieme alla realizzazione di un atrio d’ingresso voltato.
La facciata nord, quella prospiciente la piazza, è sicuramente interessante dal punto di vista estetico. Il palazzo è il risultato di accorpamenti edilizi precedenti al 1700 ma ha subito modifiche in questo senso nei primi decenni del XIII secolo con l’intervento della famiglia Giustiniani. Intervento volto ad armonizzare il più possibile la facciata, attraverso un disegno omogeneo e consono alle esigenze di una famiglia signorile dell’epoca. Individuiamo quindi finestre del piano nobile incorniciate da decorazioni in laterizio e travertino che risultano perfettamente allineate alle aperture ovali del sottotetto. Oblò probabilmente creati a questo specifico scopo decorativo. Il colmo del tetto infatti è decentrato verso nord per permettere di alzare la facciata. La facciata sud del palazzo invece, che si innesta sulle mura difensive, non ha avuto la stessa attenzione estetica rimanendo priva di qualsiasi decorazione, delle aperture ovali e essendo nettamente visibili differenze nella tessitura muraria.
Il territorio di Fermo era a forte vocazione agricola e la famiglia Giustiniani di Venezia possedeva numerosi terreni nella zona.  Il primo Giustiniani di cui abbiamo notizia è Raimondo, nato nel 1707, a cui segue Mariano Benizio che avrà quattro figli di cui il Dott. Carlo Giustiniani nato nel 1768. Questo sposerà Francesca Porfiri da Camerino e avrà nove figli. Di questi nove citiamo Maddalena Giustiniani, distintasi per l’impegno sociale che assunse nei confronti dei monterinaldesi e Giovanbattista Giustiniani ricordato come scrittore insigne e studioso stimato dal punto di vista giuridico.
Questi sono gli ultimi discendenti diretti della famiglia, dopo dei quali la proprietà del palazzo è passata di famiglia in famiglia fino a giungere al 2000 quando l’immobile è stato acquistato dal Comune. A dare lustro a questa famiglia vi è un ulteriore personaggio che vale la pena menzionare: Fra Bartolomeo Menocchio dell’Ordine Eremitano di Sant’Agostino. Probabilmente fu lui a consacrare la chiesa del S.S. Rosario e Sacramento nel 1798. Una personalità non di poco conto se si considera che nel 1799, alla morte del Papa Pio VI, fu chiamato a partecipare al Conclave per l’elezione del nuovo Papa. Di Pio VII, il nuovo eletto, Fra Bartolomeo Menocchio diventò assistente apostolico e confessore ordinario. Inoltre il Monsignore lo accompagnò a Parigi nel 1804 quando Pio VII incoronò Napoleone Imperatore di Francia. Lo ricordiamo perché sembra che questo illustre personaggio fosse solito frequentare la famiglia Giustiniani e sostare a Monte Rinaldo di frequente. Di fatti il dispaccio contenente la convocazione al Conclave fu spedito proprio a Monte Rinaldo.

Una famiglia importante come quella dei Giustinani, proprietaria insieme ad un altro nucleo familare di quasi tutti i terreni del territorio comunale, era certamente un punto di riferimento. Come siano arrivati qui a Monte Rinaldo i Giustiniani di Venezia, non è ancora chiaro. Le prime notizie a Monte Rinaldo risalgono al 1707, anno in cui Raimondo Giustiniani venne registrato come primo nato a Palazzo Giustiniani. Questo ramo della famiglia presumibilmente proveniva da Fermo e immaginiamo che si fossero trasferiti qua per controllare delle proprietà presenti in questa zona. Sono vissuti qui fino ai primi dell’Ottocento e tra loro figuravano anche personaggi illustri, come Giovanbattista Giustiniani, uno studioso particolarmente stimato dal punto di vista giuridico. Ma col tempo la famiglia si andò perdendo.
Il palazzo ha iniziato il suo declino nel ‘900; la famiglia Giustiniani non ha avuto eredi e quindi è passato ai Vecchiotti, una delle famiglie più importanti di qua. Successivamente ai cardinali, poiché neanche i Vecchiotti hanno avuto eredi. Gli ultimi ad abitare questo palazzo, due fratelli e una sorella, hanno vissuto qui negli anni ‘50/’60. L’ultima erede è morta nel 1993. Viveva al piano terra, non più nel piano nobile, e prima della sua morte è stato svenduto un po’ tutto quello che si trovava all’interno, senza che potesse intervenire nessuno. E il palazzo era vincolato già dagli anni ’70 e alla mora dell'ultima erede è rimasto praticamentee vuoto.
Monte Rinaldo: il suo piccolo borgo e la storia di Palazzo Giustiniani (Vivere a Fermo, redazionale 19/12/2018)


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A sinistra lo stemma inquartato dei Giustiniani di Venezia a Monte Rinaldo


la mia fotoA Monte Rinaldo approvati lavori per rinascita Palazzo Giustiniani
(dal sito del Commissario Straordinario per il Sisma del 2016 della Presidenza del Consiglio dei Ministri - 13 dicembre2023)

Palazzo Giustiniani è uno dei simboli di Monte Rinaldo, comune del fermano. Tipico esempio di residenza nobiliare settecentesca, era stato danneggiato dal sisma del 2016.
«Con la sua struttura imponente a pianta rettangolare che si staglia in Piazza Umberto I, Palazzo Giustiniani rappresenta un tesoro molto caro a tutto il territorio marchigiano – spiega il Commissario straordinario alla Riparazione e alla Ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli -. Ecco perché, dopo i diffusi danni riportati a causa del terremoto, la sua riparazione risulta particolarmente importante. In tal senso, la Conferenza regionale si è appena conclusa positivamente in merito al progetto, che prevede un importo per i lavori di 2.2 milioni di euro. Dunque, l’azione sinergica tra Struttura commissariale, Regione, Ufficio Speciale Ricostruzione, Soprintendenza e Comune compie un altro passo in avanti».
Il sito si caratterizza per lo stile rococò e per particolarità architettoniche come le aperture ovali o il portale di ingresso. Per quanto attiene gli interventi descritti nel progetto c’è da sottolineare come, parallelamente alle opere di tipo strutturale, saranno eseguiti anche alcuni interventi architettonici. Tra questi, il restauro degli infissi interni ed esterni, a piano terra e al primo piano, e degli apparati decorativi e interventi di demolizione-ricostruzione finalizzati a migliorare la fruizione degli spazi e ad adattare la distribuzione interna alle future destinazioni d’uso del palazzo.
Nella stanza degli stemmi sono rappresentati i blasoni delle famiglie nobili proprietarie del palazzo: Giustiniani e Porfiri. Quest’ultima famiglia era originaria di Camerino e giunse a Monte Rinaldo alla fine del ‘700 in occasione del matrimonio tra Francesca Porfiri e Carlo Giustiniani. All’estremità sinistra dell’edificio c’è una piccola cappella che, si presume, sia dedicata a Santa Flora martire. Qui infatti erano conservate le reliquie della Santa, dono a Carlo Giustiniani da parte di fra Giuseppe Bartolomeo Menocchio, più volte ospite della famiglia tra il 1799 e il 1801.
Nonostante si abbastanza evidente che lo stemma Giustiniani di Monte Rinaldo sia quello del ramo Veneziano, si aggiunge che nelle carte dell'Archivio Giustiniani di Roma Inventario 035 sono presenti alcuni documenti che testimoniamo che anche i Giustiniani di Genova (in particoalre il ramo Banca-Negro di Roma discendente dal marchese Vincenzo Giustiniani) hanno avuto una presenza nel Fermano, citiamo alcuni documenti:

- A.3.P.11 Notizie dal 1614 ago. 19 al 1668 giu. 29 e altri documenti relativi a due censi ceduti dalla comunità di Fermo al marchese Vincenzo Giustiniani e trasferiti dopo la sua morte agli eredi (1614 ago. 19).
- B.2.G.47 Ordini di pagamento della principessa Caterina Gonzaga Giustiniani per complessivi scudi 12.000 a favore di suo figlio Vincenzo Giustiniani, di cui è tutrice, con cui gli trasferisce la somma corrisposta dalla Comunità di Fermo per un censo retrovenduto
- B.2.G.50 Estratto dalla partita dei depositi di scudi 3.325 e scudi 8.675, versati dalla Comunità di Fermo al Sacro Monte della Pietà, a favore della principessa Caterina Gonzaga Giustiniani, madre e tutrice di Vincenzo Giustiniani, per le rate della retrovendita un censo di scudi 12.000 complessivi, 24 e 29 lug. 1687. Il censo venne imposto nel 1614. In calce, ordine di pagamento della principessa Gonzaga Giustiniani, con sottoscrizione originale, per scudi 3.390 da pagarsi a chi venderà 30 luoghi del monte San Pietro al figlio Vincenzo, 6 set. 1687. Allegati: copie di atti giudiziari relativi alla causa mossa da Andrea Giustiniani contro la Comunità di Fermo per scudi 7.000, 1663-1664; conti di dare della città di Fermo, 1657-1664. 1657 - 1664; 1687 lug. 24, 29 e set. 6 1614 e s.d. Si rinviene spesso questa tipologia di documento contabile: nella prima parte è riportato l'estratto dai libri di deposito del Monte, per le partite a credito; nella seconda parte, sulla base della disponibilità sopra certificata, si dispone un nuovo ordine di pagamento, con sottoscrizione originale. La camicia è realizzata riutilizzando parte di un foglio di conti, s.d.
- B.3.P.3 "Discorso pro veritate" sul diritto della città di Fermo di alienare alcuni suoi beni ai Giustiniani, al fine di estinguere due censi, di importo totale di scudi 19.000. Allegate, copie delle bolle emanate da Eugenio IV fino a Clemente VIII, e copie di altri atti comprovanti la giurisdizione e il diritto di possesso di Fermo sui castelli presenti nel proprio territorio. 1664 circa 1446 - 1595 L'indicazione cronologica si basa sul periodo in cui i Giustiniani entrarono in causa con la città di Fermo, cfr. b. 26, Armario B, Parte 3a, Mazzo T, fasc. 17. Confronta anche la data della copia autentica dell'atto notarile datato 15 marzo 1578. Filza di fogli.
- B.3.T.17 Mandato esecutivo di Paluzzo Paluzzi degli Albertoni, Uditore della R.C.A., su istanza del principe Andrea Giustiniani, contro la Comunità di Fermo, debitrice per due censi, affinchè siano depositati presso il Monte della Pietà di Roma rispettivamente scudi 7.000 e scudi 12.000, del 3 mar. 1663. ) 1663 mar. 3; 1664 feb. 22 pag. 178 Sul verso, atto notarile del 22 feb. 1664. Pergamena con sigillo cartaceo impresso.

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