BRIZIO GIUSTINIANI

(Fabrizio Giustiniani) detto "il Gobbo" (dal nome della sua nave ammiraglia). (1457 ca. al 1535 ca.)

Brizio Giustiniani venne nominato da giovanissimo capo delle galee della Repubblica a guardia nei mari liguri dagli attacchi dei pirati. La sua prima impresa fu nel 1491 quando al largo della Sardegna attaccò due triremi comandate dallo spagnolo Bernardo de Villamarín costringendolo ad un fortunoso sbarco sulla costa, liberando i numerosi genovesi tenuti prigionieri ai remi. Il fatto gli procurò grande reputazione e rafforzò la sua fama tanto che negli anni successivi fu costantemente impiegato nel comando di convogli militari marittimi. Antifrancese e fiero sostenitore dell’Impero al pari del resto della sua famiglia, con il passaggio della Repubblica nell’orbita francese sul finire del 1499, restò fedele a Ludovico Sforza e fu esiliato da Genova insieme ai figli Galeazzo, Battista e Domenico il 17 giugno 1500 dal governatore francese Filippo di Ravenstein. Riaccolto in patria, nel 1502 e nel 1505 è nel Consiglio dei “dodici anziani” che insieme con il doge governava la Repubblica. Il 18 luglio 1506, a seguito di un tumulto popolare antifrancese, fu nominato tra i sei capitani incaricati di reclutare uomini armati per difendere la città. Nel 1507 riprese il grado di capitano delle galee, ma con il nuovo intervento militare francese nell’aprile 1507 abbandonò definitivamente Genova e si stabilì a Napoli con la sua famiglia al servizio del re di Spagna. A più riprese nel corso degli anni si misurò contro le flotte barbaresche e turche. Tra novembre e dicembre 1520 si trovava a Milazzo da dove, con gran parte dell’armata navale spagnola, doveva spingersi verso Genova a sostegno di un tentativo, poi fallito, di sollevazione degli Adorno per impossessarsi del governo della città. Le galee e gli uomini di Brizio Giustiniani si mossero al grido di «viva il gobo Justinian zenoese, che è la contraria parte di Fregosi» (Diari di Marino Sanuto, tomo XXIX, col. 481). Con la riapertura del conflitto tra gli Imperiali e Francesi nel 1527, Genova si allea con questi ultimi. Brizio Giustiniani è al fianco del viceré spagnolo Hugo de Moncada nella battaglia del 28 aprile 1528, detta di Capo d’Orso, di Amalfi o della Cava, vinta dalle navi franco-genovesi capitanate da Filippino Doria, che sbaragliò gli Spagnoli uccidendo o ferendo 1400 soldati e vogatori, il Moncada e numerosi nobili italiani e spagnoli. Brizio Giustiniani fu gravemente ferito e morì pochi giorni dopo sul convoglio che lo portava prigioniero a Genova. In data non precisata Brizio sposò Geronima De Fornari, figlia di Calverio, da cui non ebbe figli o solo figlie femmine. Ebbe tre maschi: Galeazzo, Battista e Domenico nati da relazioni extramatrimoniali e legittimati con atto pubblico nel 1496 che condivisero con il padre le attività marittimo-militari.  FARINELLA C. Fabrizio (Bricio) Giustiniani, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 57 (2001)
Il figlio di Brizio, Galeazzo Giustiniani, partecipò già giovanissimo alle attività marittimo-militare del padre insieme ai due fratellastri Battista e Domenico, con i quali costituì un gruppo solidale, e in qualche modo autonomo, dentro la grande e potente famiglia Giustiniani. Le sue vicende seguirono quelle del padre che esiliato dal governo francese da Genova nel 1500, si mise al servizio degli Aragonesi e della Corona spagnola, senza più partecipare direttamente alle vicende politiche genovesi. Partecipò, insieme al padre e ai fratelli, alla disfatta del 28 aprile 1528 di Capo d’Orso. Imprigionato e portato a Genova, ebbe un trattamento di favore da Andrea Doria, politicamente giustificato dal passaggio di Genova dall’orbita francese a quella spagnola qualche mese dopo. Alla morte del padre, Galeazzo eredita l’ammiragliato sotto il regno di Carlo V a Napoli. Nel 1529 per 11.000 ducati compra il feudo di Pozzuoli, che poi si riscattò rendendosi indipendente. Né il padre Brizio né Galeazzo e i fratelli furono ascritti al Libro d’oro della nobiltà genovese, lo furono poi i nipoti di Galeazzo, figli del suo omonimo figlio, e i loro discendenti. Galeazzo ebbe due mogli: Nicoletta Spinola di Cristoforo e Isabella Fornari di Domenico, e tre figli: Cesare (una sua biografia in CAVANNA CIAPPINA M. Cesare Giustiniani, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 57 (2001), Caterina e Galeazzo (juniore) che vendette a Filippo II, per la cifra di 20.000 ducati, parte delle terre che il padre aveva avuto dalla corona spagnola. La figlia Caterina sposò un Giovanni di Battista Giustiniani del ramo Campi, mentre il terzogenito Galeazzo juniore sposa Camilla Durazzo di Battista. Quest’ultimo figlio proseguì l’attività marittima familiare e fu valoroso generale di galee della Repubblica di Genova, comprò il feudo di Ariano nel 1560 ed ebbe a sua volta tre figli: Cesare, Giovanni Battista e Brixio, tutti ascritti alla nobiltà genovese. Giovanni Battista ebbe a sua volta un figlio Galeazzo frate teatino, scrittore e celebre predicatore e Virginia che sposando Carlo Pignatelli marchese di Paglieta entrò a far parte della nobiltà napoletana. CAVANNA CIAPPINA M., Galeazzo Giustiniani, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 57 (2001). Negli anni successivi affluirono nel regno Delle due Sicilie numerosi Giustiniani, per ragioni di cariche, di commerci e di possessi. Timoteo fu vescovo di Strongoli nel 1568, Baldassarre di Venosa nel 1572, Angelo di Bovino nel 1578, Vincenzo a Gravina nel 1593, Andrea di Isola nel 1614. Paolo Vincenzo prestava alla corte nel 1621 e Francesco Maria acquistava il feudo di Caprarica di Lecce nel 1675, ottenendovi il titolo di Marchese l’8 maggio 1682.

A Napoli, nell’artistica chiesa di Santa Maria delle Grazie a Caponapoli , si nota ancora oggi la Cappella Giustiniani, acquistata da Nicoletta Spinola, prima moglie di Galeazzo Giustiniani Longo. L’altare è ornato da un pregevole bassorilievo di Giovanni da Nola, rappresentante la Deposizione della Croce, da cui la Cappella (della pietà) prese anche il nome come si legge nell’epigrafe posta sul lato sinistro, con la quale si ricordano le speciali indulgenze concesse da Papa Gregorio XIII con Bolla del 10 dicembre 1578 sulle istanze del cardinale Vincenzo Giustiniani (Banca-Longo), nipote di Galeazzo poiché figlio della sorella Caterina o Catarinetta (ramo Longo), che aveva sposato Francesco Giustiniani (ramo Banca) , futura nonna materna di Vincenzo I marchese di Bassano. Sulla destra si ammira il magnifico mausoleo, sormontato dalla figura in armi di Galeazzo che il fratello Battista elevò a memoria del fratello amato, disponendo di esservi deposto dopo morto anche lui: come erano stati inseparabili in vita, così lo fossero anche nell’eterno riposo.

 

Anno, mese Stato, in proprio Avversario Azioni intraprese ed altri fatti salienti
1492

Naufraga con 2 galee nel golfo di Oneglia: i forzati riescono a darsi alla fuga.
1494

Ha il comando delle galee di Genova.
1495


Gennaio..... Milano Napoli Capitano di 4 galee, affronta nelle acque sarde il corsaro spagnolo Bernardo de Villamarin che conduce 2 galee; lo obbliga a sbarcare a terra, lo insegue, si impadronisce delle sue navi e riesce, alfine, a catturarlo. Libera i numerosi genovesi e francesi tenuti prigionieri ai remi. Il Villamarin viene lasciato libero sulla parola. Costui, tuttavia, si collega con il napoletano Saracosa e lo attacca all’improvviso contravvenendo ai patti giurati: il Villamarin recupera una galea dopo un aspro combattimento.
Luglio Milano Francia Ha il comando di una galea per contrastare i fuoriusciti, che vogliono rientrare in Genova con l'aiuto dei francesi. Si trova verso Rapallo con una caracca, 2 barche biscagline ed 8 galee agli ordini di Francesco Spinola. Sbarcate le truppe, soccorre Rapallo ed espugna i borghi difesi dalle truppe francesi; fa prigionieri 18 transalpini che saranno da lui liberati a fine novembre, a seguito di una tregua.
1496


Settembre

Affianca la flotta veneziana contro i francesi con 2 galee sottili. Viene a Porto Pisano. Scorta l'imperatore Massimiliano d'Austria a Livorno.
1497


Gennaio

Contrasta i francesi per conto del governatore sforzesco di Genova Agostino Adorno. Rientra a Genova.
Febbraio

Partono per Savona 13 galee (7 di Venezia, 4 di Napoli e 2 di sua proprietà): trainano a rimorchio 10 barze, sulle quali sono imbarcati 1600 fanti e 40 uomini d'arme. Obiettivo è quello di sfidare la flotta francese nelle acque antistanti la Provenza (Provence).
Marzo

Con le sue 2 galee, nonostante il cattivo tempo, trasporta a Savona la compagnia sforzesca di Lucio Malvezzi.
Maggio

5 barze francesi scorrono nelle acque siciliane, prendono molte navi cariche di frumento ed a Lipari si impadroniscono, a terra, di 2 scafi di galea; catturano pure una nave genovese di 2000 botti, che dalla Sicilia sta portando grano a Genova. Nel complesso sono derubate 15 navi. A Genova si preparano 3 navi grosse, 3 barze e le sue 2 galee per dare loro la caccia.
Giugno

Salpa da Genova ed affianca Gianluigi Fieschi alla ricerca delle barze corsare francesi.
Settembre

Sempre con il Fieschi, si trova all'assedio di Tolone (Toulon).
1499


Gennaio - Aprile Milano Francia
Dicembre

Viene imprigionato dai francesi.
1500


Gennaio Sforza Francia Appoggia Ludovico Sforza nel suo tentativo di recuperare il ducato di Milano. Collabora a tal fine con Giovanni Adorno. Si reca in Corsica per trasportare in Lombardia i balestrieri reclutati dall'ex-duca di Milano.
Giugno

I francesi lo bandiscono da Genova con i figli.
1501


Maggio luglio

Parte da Alessandria (Al Iskandariyah) ed ormeggia a Corfù (Kerkira), alla Punta del Gallo, con 2 navi, una di 2000 botti ed una più piccola. Il viaggio avrà la durata di due mesi.
Ottobre Francia Impero ottomano A Capo Maleo una nave candiotta di 300 botti, carica di frumento, viene conquistata da 7 fuste turche: il Giustiniani interviene con la sua squadra di 8 galee e di 4 navi francesi e mette in fuga gli avversari.
1502


Gennaio-Febbraio Francia
Riprende a solcare i mari al servizio di Genova: la città è ora controllata dai francesi.
Marzo

Presenta un memoriale in cui respinge le accuse, provenienti dalla corte pontificia, di avere compiuto atti di pirateria.
Settembre - dicembre..

E' eletto a Genova nel consiglio degli Anziani. Lo sarà anche nel 1505. Ha l'incarico con altre tre ambasciatori di accompagnare il re di Francia Luigi XII nel viaggio che deve portare il sovrano da Pavia a Genova. La missione non avrà, però, luogo.
1506


Luglio settembre



Fa insorgere Genova ai danni dei francesi. Viene nominato tra i sei capitani incaricati di reclutare uomini armati per difendere la città.
Ottobre

E' scelto fra i quattro capitani urbani, che hanno il compito di ristabilire l'ordine interno in Genova.
Dicembre

Fa parte della fazione degli Adorno. Viene inserito tra gli otto cittadini nominati per regolare in modo equo l'attribuzione di cariche ed uffici pubblici tra i diversi gruppi politici.
1507


Marzo Genova Francia Si occupa delle questioni che concernono le riviere e le podesterie fuori Genova. Ha il comando delle galee.
Aprile

Con la sconfitta della repubblica, abbandona definitivamente Genova con i suoi famigliari. Si stabilisce a Napoli.
1509


Settembre Spagna Corsari barbareschi Ha il compito di dare la caccia nelle acque della Sardegna ad una squadra di corsari barbareschi che sta desolando quei litorali. Si muove con 6 galee (2 al suo comando, 2 a quello di Bernardo de Villamarin, una di Montbuy ed una con a bordo il capitano Chipi). Giunto nei pressi dell'isola di Ponza, viene assalito da 27 fuste nemiche. Agli spagnoli sono catturate 3 galee: una ciascuna, il Giustiniani ed il Villamarin. Secondo le fonti iberiche la sconfitta è da addebitare ai genovesi, che si danno alla fuga lasciando nelle peste le rimanenti galee.
1510


Luglio Spagna
Tunisi
Naviga all'isola di Favignana con le sue 2 galee. Si collega con la flotta spagnola per combattere i mori agli ordini di Pietro Navarro (160 vele).
Agosto Spagna Francia E' nominato ammiraglio. Viene a Napoli e da qui passa ad Ostia con 5 galee, per unirsi con le squadre veneziana e pontificia e combattere i francesi.
1516


Ottobre Chiesa Corsari barbareschi Cattura 4 fuste sulle coste maghrebine.
1519


Novembre Impero Corsari barbareschi Incrocia con 2 galee nelle acque sarde presso l’isola di San Pietro; è inserito nella squadra di Ugo di Moncada ( 8 galee nel complesso). Sono avvistate 5 fuste barbaresche; queste vengono attaccate. Nelle vicinanze vi sono altre 13 fuste con una galea bastarda (150 turchi a bordo), una galeotta (sulla quale sono imbarcati 150 schioppettieri) ed un brigantino. Le galee imperiali investono le 5 fuste. Il Moncada è ferito sopra il naso da una freccia e da una palla di archibugio alla schiena; nella capitana imperiale vi sono 20 morti e 25 feriti. Le 2 galee genovesi abbordano 2 fuste di 20 banchi; sono fatti 12 prigionieri e vengono liberati dal remo 22 cristiani. Con l'arrivo dei rinforzi agli avversari, il Giustiniani richiama i suoi uomini, dispersisi alla ricerca di bottino. Attacca la galeotta, ma non è in grado di impossessarsene; si disimpegna; 2 galee vengono, viceversa, conquistate dai nemici: molti sono coloro che muoiono affogati fra gli equipaggi di queste navi. Per quanto riguarda i corsari sono affondate 3 fuste. Il Giustiniani riesce a riparare a Palermo con 4 galee, le 2 sue (in cattive condizioni, peraltro) e 2 di Napoli; altre 2 si fermano, viceversa, a Trapani.
1520


Novembre dicembre Impero Genova A Milazzo. Si spinge verso Genova a sostegno di un tentativo, fallito, di sollevare la città a favore degli Adorno ed a discapito del doge Ottaviano Fregoso.
1521


Maggio

Si trova con 2 galee a Milazzo.
Luglio

E' con la sua squadra a Rapallo e da qui minaccia Genova. Invia in avanscoperta una feluca e questa viene inseguita da un brigantino. Sbarca le truppe, che hanno il compito di congiungersi con quelle di Antoniotto Adorno.
1525


Maggio

A Genova, con la flotta spagnola.
1526


Agosto Francia Impero A Marsiglia (Marseille), agli ordini di Pietro Navarro. Ha il comando di 4 galee.
Settembre

Viene inviato a Savona. Il Navarro lo spedisce a Marsiglia per sollecitare l'arrivo della flotta francese.
1527


Agosto Impero Francia Si trova alla difesa di Genova con 2 galee, quando la città viene assediata dal mare da Andrea Doria.
1528


Maggio

E' impegnato alla difesa di Napoli con 10 navi e 6 galee. E’ bloccato nel porto da Filippino Doria con 12 galee, 4 galeoni e 5 fuste. Comanda la flotta imperiale alla battaglia di Capo d'Orso dove è battuto da tale capitano. Sebbene contrario allo scontro, salpa da Posillipo con la sua flotta, tocca Capua, lascia a sinistra Capo Minerva e naviga in alto mare mandando in avanscoperta 2 galee. Filippino Doria dispone che Nicola Lomellini lo preceda con 3 galee e si getti in mezzo allo schieramento imperiale, nel quale le navi grosse hanno difficoltà a manovrare. Vi è lo scontro tra le due capitane ed esso si estende, successivamente, a tutta la flotta. Il Giustiniani viene fatto prigioniero con altri capitani imperiali; è ferito gravemente. Muoiono 1000 fanti imperiali; peanti sono anche le perdite tra i franco-genovesi. Si sparge la voce della sua morte, avvenuta a bordo del convoglio che lo sta trasportando ferito a Genova, o appena sbarcato nella città.
1530


Maggio Impero Corsari barbareschi Una sua galea è catturata da 6 fuste barbaresche a Capo Palinuro.
1532


Settembre Impero Impero ottomano Comanda 2 galee di Napoli per contrastare i turchi.
1533


Maggio

Ha il comando delle galee di Napoli.
1535

Muore a Chio (Khios).

CITAZIONI

-Con Ugo di Moncada "In maritimis rebus plurimum exercitati, et magni nominis ducis"; Bizari

-"Claro et prudenti viro" Senarega
Una citazione documentale del 1498 riferisce che Brizio Giustiniani fu uno dei primi proprietari di galee a dotarle delle nuove (per allora) artiglierie in bronzo.
Nella foto sotto indicata un esempio di canna tortile Genovese presente nel Museo Bizantino di Chios.

la mia foto


pagina web del sito www.condottieridiventura.it


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