VILLA GIUSTINIANI - BARI

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Villa Giustiniani, detta anche la "casa rossa", si trova a Bari all'incrocio tra via Fanelli e largo Omodeo. Davanti ad un largo piazzale in cui carte e spazzatura sono di casa. La storica dimora di colore rosso nel quartiere San Pasquale attende la riqualificazione e il recupero dei preziosi ipogei che custodisce. Nel 2017 l'acquisizione del Comune, nel febbraio 2024 partirà il bando per la riqualificazione della zona con un piccolo parco verde attrezzato.
Si pensava che fosse una semplice casa abbandonata vicino alla scuola Omodeo di proprietà di Vittorio (detto Vito) Giustiniani, uno dei più famosi giuristi baresi (poi affittata a contadini) e che nel 1800 abitava in questa zona, appartenente al territorio di Ceglie-Carbonara. Sono ancora visibili una colonna d'ingresso e una parte del muro di cinta; un intervistato ci ha raccontato che pare esista un passaggio sotterraneo che conduce al mare.
Da studi più recenti sembra che questa Villa corrispondesse alla Grancia Benedettina tra il IX e XII secolo, ovvero San Nicola fuori le Mura.
Tipica costruzione extraurbana adibita a residenza, la villa è composta da un parallelepipedo a due piani con facciata e ambienti interni. Il portone principale, in facciata, è formato da un arco a tutto sesto sormontato da balcone al piano nobile.
Una notizia certa è quella secondo cui, sotto l'area, si trova un ipogeo di epoca romano-bizantina che ha la forma di "dromos" (rettangolo allungato con aperture ai lati per aerazione e illuminazione, costituito da un corridoio scoperto che dal piano di campagna scende fino al piano di calpestio dell'ipogeo). Negli anni ’80 alcune associazioni, tra cui ADIRT (Associazione Difesa Insediamenti Rupestri territorio), bloccarono l’abbattimento per la realizzazione di una strada e parcheggio e portarono all’imposizione del vincolato del Ministero per i Beni C.A. con DM 11/05/1981 e DM 2/04/1982. Sbaglia quindi chi ritiene si tratti solo di un rudere, perché per importanza storico-archeologica la villa è sottoposta al vincolo del Ministero delle Belle Arti e non può essere abbattuta.
L'ipogeo, che ha accesso da un dromos con gradoni scavati nel terreno, oggi in stato di abbandono è murato, è costituito da sei ambienti, alcuni scavati nella roccia, altri delimitati da murature in tufo che fanno da fondamenta per la villa sovrastante. Secondo l’archeologo Nino Lavermicocca, originariamente poteva trattarsi di una struttura sepolcrale, probabilmente ebraica, vista la sua ubicazione lungo l’antico tracciato della Bari-Taranto. Luogo questo, d’insediamento in età tardo-antica e medievale di piccole colonie ebraiche extra urbane, quando gli ebrei lasciarono la città intorno al 1071. L’ipogeo non è accessibile per motivi di sicurezza per pericolo crolli, ma anche per la villa ci sono pericoli di distacchi di pietre. Il terreno è accessibile attraverso sentieri tra le erbacce e i rifiuti.
Sarebbe curioso scoprire cosa nasconde l'ipogeo, ma soprattutto sarebbe necessario un opera di riqualificazione e valorizzazione dell’immobile. Dal 1993 in poi si cerca di far tornare l’attenzione sul luogo per giungere ad un adeguata sistemazione della piazza a verde pubblico e la realizzazione di un museo della civiltà rupestre, come da progetto comunale vecchio ormai di oltre venti anni.
La zona, nel secolo scorso, fu integrata progressivamente e totalmente nella città di Bari con la costruzione di case, edifici pubblici e strade. L'edificio, vincolato negli anni '80, fu acquistato dal Comune di Bari nel 2017, per una cifra di circa 580mila euro. Da allora non sono andati a buon fine i tentativi dell'Amministrazione cittadina di procedere con una sua valorizzazione, non dimenticando gl ipogei e l'area verde che circonda la casa 'rossa'. Villa Giustiniani, infatti, è attualmente al centro di un'affollata zona residenziale, recentemente rinnovata e ampliata con il piano urbanistico Pirp, a pochi metri dal Campus universitario. La sua riqualificazione potrebbe rappresentare un valore aggiunto per il quartiere da un punto di vista culturale, turistico, senza dimenticare la possibilità di avere un giardino in più, in un'area fin troppo cementificata.
Per ora, dunque, non si può accedere liberamente nell'edificio, né tantomeno negli ipogei. L'ambiente sotterraneo, qualche anno fa, è stato scannerizzato in 3d attraverso dispositivi laser, grazie al lavoro dei tecnici dell'Autorità di Bacino di Puglia: all'interno sono state individuate sei stanze, parte di un percorso che potrebbe anche dipanarsi nelle zone immediatamente vicine alla villa. Un tesoro che, con buona probabilità, dovrebbe riservare ancora delle sorprese in una città che ha un ricco patrimonio storico sotterraneo (salvo importanti eccezioni) poco valorizzato, soprattutto nelle zone più lontane dal centro.

Bibliografia
-C. dell’Aquila, F. Carofiglio, Bari extra moenia, insediamenti rupestri ed ipogei, vol. 3, Bari, 1985, pp. 116-121;
- N. Lavermicocca, I sentieri delle grotte dipinte, Bari, 2001, p. 17.
vedi anche:
Ipogeo di Villa Giustiniani
Menhir, chiese e ipogei I tesori dimenticati di Bari

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tratto da "Ville, villini e casali stroici interni e limitrofi al Campus" di Vincenzo D'Alba e Francesco Maggiore


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