DOCUMENTAZIONE SULLA FAMIGLIA GIUSTINIANI

PRESENTE NEGLI ARCHIVI DI STATO ITALIANI



SULLA FAMIGLIA GIUSTINIANI

ARCHIVIO DI STATO DI GENOVA - Corrispondenza di Pier Maria Giustiniani vescovo di Savona e poi di Ventimiglia , 1727-1764, regg. 76.

L’archivio della Famiglia Giustiniani (dinastie "romane")

L’archivio dei Giustiniani di Roma, prima del ramo di Negro, poi del ramo Banca, era conservato nel palazzo a S. Luigi dei Francesi. Nel 1910 Augusto Corsetti, sequestratario giudiziale del fedecommesso Giustiniani e liquidatore del palazzo di famiglia, donò all’Archivio di Stato di Roma l’archivio familiare Giustiniani. L’archivio conserva poche scritture dell’epoca di Chio, prima del 1566, e alcuni atti riguardanti il ramo Banca a Messina. Gran parte dell’archivio fu prodotto a Roma, dal ramo di Negro, fino al 1637, e poi dal ramo Banca. Alcuni atti riguardano parenti come Orazio e Giorgio Giustiniani, personaggi che ebbero rilevanza nelle vicende dei Giustiniani a Roma. Non sono pervenuti a noi i libri mastri, i giornali di entrata e uscita, i libri dei Monti e gli altri registri contabili. Lacuna inspiegabile, vista, oltretutto, la rilevanza dei Giustiniani tra fine Cinquecento e inizio Seicento come banchieri a Roma. Per il periodo fino al 1637 fa fede dell’esistenza del gran numero di libri contabili, oggi irreperibili, l’inventario ereditario di Vincenzo (1637) in cui sono descritti accuratamente registri contabili e volumi di strumenti notarili spettanti a Giuseppe e poi, dal 1600, a Vincenzo e al cardinale Benedetto. Si conservano, in generale, solo i volumi delle filze di giustificazioni e le scritture sciolte (conti, misure e stime, bilanci di dare e avere, ecc.). Al contrario, nel fondo “Archivio Giustiniani poi Odescalchi di Bassano”, di cui si dirà appresso, stralciato dall’archivio familiare all’epoca dell’alienazione di Bassano (1854), i libri contabili di Bassano sono in gran parte conservati. Appare logico congetturare che lo stralcio o la dispersione o la distruzione dei libri contabili dell’amministrazione centrale dei Giustiniani sia evento posteriore al 1854.

Riordinamento settecentesco

Nel 1717 fu affidato a Cesare Giuseppe Bianchi l’incarico di riordinare l’archivio. L’archivista, ispirandosi al metodo da lui adottato nei precedenti riordinamenti degli archivi delle famiglie Ruspoli e Casali, operò secondo precisi criteri: una parte della documentazione fu ripartita entro “armarii” identificati con lettere alfabetiche. Sono a noi pervenute le scritture suddivise negli armarii da A a F, e una busta di lettere dell’armario “O”. Il criterio della ripartizione era per materie, delle quali qui, per semplificazione, si dà un quadro sintetico. Per il quadro completo delle diverse materie e dei titoli originali dei relativi raggruppamenti si veda l’Inventario (presso l’Archivio di Stato di Roma).
Armario A: genealogie e memorie, bolle, brevi, patenti, licenze, indulti, suppliche, memoriali, testamenti e donazioni, strumenti notarili, apoche di contratti, obblighi, capitoli matrimoniali, inventari, misure e stime, piante.
Armario B: bandi, editti e notificazioni; documenti contabili (conti, bilanci e rendiconti, misure e stime; mandati e ricevute di pagamento; cedole di deposito, ecc.); atti civili su materie economiche (inibizioni, monitori, sequestri, ecc.; fedi; esami di testimoni; decisioni e sentenze di tribunali, ecc.)
Armario C: atti di cause.
Armario D: feudi di Bassano di Sutri e di Corbara (in Umbria)
Armario E: possedimenti extra-urbani: commende abbaziali (San Pastore di Rieti, Santo Stefano di Sutri), tenute e casali (Borghetto alla Storta, Polline a Bassano, Settevene di Nepi, Casal Rotondo e Torritola (o Torricola) fuori porta San Sebastiano); Bassano e Corbara; inoltre: Chio.
Armario F: atti di cause; strumenti notarili e obblighi.

Ciascun armario si suddivideva in quattro “parti”, probabilmente corrispondenti ai ripiani: nella parte prima erano collocati i “mazzi” A-F; nella parte seconda i mazzi G-N; nella parte terza i mazzi O-T; nella parte quarta, corrispondente al ripiano più in basso, erano collocati soprattutto i tomi rilegati (volumi e registri). Ciascun mazzo era costituito da un fascio di fascicoli legati assieme con spaghi a un piatto ligneo, supporto fungente anche da frontespizio; sul piatto fu incollato un foglio recante lo stemma Giustiniani e l’annotazione archivistica della segnatura del mazzo e delle materie ivi contenute. Come si è visto, gli armarii A, B, F radunavano più materie; ciascuna materia costituiva un raggruppamento, un’aggregazione logica ideata secondo considerazioni puramente diplomatistiche (le “bolle”, gli “istrumenti”, le “fedi”, ecc.) o secondo criteri intermedi tra forma e contenuto degli atti (le cause, gli inventari, i conti, ecc.) o in base al contenuto (le abbazie, Bassano, le tenute extraurbane, ecc.). Così, nell’armario A, il mazzo A conservava le “genealogie e memorie”, i mazzi B-C conservavano “bolle”, i mazzi D-F conservavano i “brevi” e via dicendo.
All’interno di ciascun mazzo si trovano le unità archivistiche create dall’archivista riordinatore settecentesco: ciascuna unità, che oggi modernamente definiremmo “fascicolo” o “posizione”, reca sulla camicia annotati in ordine:
- data delle scritture conservate
- breve regesto del contenuto
- numero dell’unità archivistica
- lettera alfabetica del mazzo (mancante nel caso dei registri e volumi collocati nella parte quarta)
- lettera alfabetica dell’armario
- numero della “parte”.

L’archivista Cesare Giuseppe Bianchi redasse diligentemente repertori intitolati “rubricelle”, in parallelo alla sistemazione delle carte entro camicie, mazzi e armarii. In ciascuna rubricella, organizzata per armario, mazzi e numeri di unità archivistiche, fece copiare le intitolazioni di ciascun mazzo così come le aveva fatte scrivere sul frontespizio del mazzo (piatto ligneo) e le intitolazioni di ciascuna camicia delle unità archivistiche così come le aveva scritte di suo pugno. Redasse anche un repertorio cumulativo di tutte le unità create e regestate: fu chiamato “Rubricellone”; non è pervenuto a noi, ma si conserva un “Repertorio del Rubricellone”, cioè un indice del Rubricellone, redatto nel 1729, che fu, probabilmente, l’anno di compimento dell’intervento archivistico del Bianchi. La grafia delle intitolazioni delle camicie è certamente di Cesare Giuseppe Bianchi. Sulle rubricelle sono individuabili altre due grafie dalle quali si riconosce, per confronto con gli atti contabili coevi, che due ufficiali della computisteria (o della cancelleria) di casa Giustiniani provvedevano a riportare sulle rubricelle le intitolazioni apposte dal Bianchi sulle camicie. A queste grafie subentra poi la grafia di altro personaggio, grafia assolutamente diversa e inconfondibile, che, in considerazione delle date delle unità regestate, può con certezza riferirsi all’archivista che successe dopo il 1729 al Bianchi e che proseguì, per qualche tempo, nella aggiunta di nuove unità archivistiche ai vari mazzi, secondo il metodo inaugurato dal predecessore. Questo sistema, pur ordinatissimo e razionale, presenta oggi tutti i limiti propri della mentalità degli archivisti dell’epoca. Va soprattutto notato che il riordinatore settecentesco non ha trasmesso a noi gli incartamenti originari così come si erano formati fino ad allora, ma li smembrò, almeno in parte, ripartendo le carte secondo distinzioni formali. Per esemplificare, possiamo logicamente supporre che ciascun incartamento originale trattasse il distinto contenuto di un “negozio” o “affare” (un’eredità, una compravendita, un matrimonio, ecc.) e che fosse certamente costituito da più scritture formalmente differenti (un breve apostolico di autorizzazione, un atto notarile, una memoria legale, una fede autentica, ecc.); è probabile che il riordinatore settecentesco sfasciasse l’incartamento per negozio o affare, procedendo a smistare il breve nel mazzo dei brevi, l’atto notarile nel mazzo degli atti notarili, la memoria legale tra le altre memorie legali, la fede autentica tra le altre fedi autentiche. E’ la tipica procedura che avvenne nei riordinamenti avvenuti nei secoli XVII e XVIII.

Le “rubricelle”, preziosissime, furono riviste ed integrate intorno al 1928 dall’archivista di stato Maria Zappalà, che annotò mancanze e aggiunse alcune unità archivistiche. Mancano le rubricelle degli armarii D-E. La lacuna è spiegabile: a seguito della vendita di Bassano, nel 1854, passarono agli acquirenti Odescalchi anche le scritture riguardanti tale possedimento, come previsto nel contratto di alienazione. Lo stralcio d’archivio, tuttavia, non fu perfetto. Una certa parte delle carte riguardanti Bassano non pervenne agli Odescalchi e costituisce ancora le unità archivistiche degli armarii D-E, oltre a trovarsi disseminata un po’ dovunque nell’archivio Giustiniani. Gran parte, invece, della documentazione di Bassano passò nell’archivio Odescalchi e fu riorganizzata secondo i criteri stabiliti dall’archivista di casa Odescalchi nel corso della seconda metà dell’Ottocento; furono spesso smembrate le antiche unità archivistiche, dando luogo a nuovi fascicoli recanti nuove segnature. Così le antiche rubricelle persero la loro funzione per il reperimento delle carte e, cadute in disuso, non sono a noi pervenute. La documentazione relativa a Bassano, così stralciata, si trova oggi conservata in ASR, in gran parte nel fondo “Archivio Giustiniani poi Odescalchi di Bassano”, in minima parte nel fondo “Archivio Odescalchi – ultimo versamento”. La documentazione riordinata negli armarii settecenteschi è contenuta nelle attuali buste 1-61, oggetto dell’inventariazione effettuata dalla Cooperativa Clavis Aurea.
Un’altra parte dell’archivio della famiglia Giustiniani di Roma restò fuori dal riordinamento in armarii e mazzi, per almeno due distinte ragioni. In un primo caso si trattava di documentazione che, come in tanti altri archivi di privati e di enti, non esigeva complesse ripartizioni e regestazioni: trattandosi di tipologie archivistiche caratterizzate dalla serialità cronologica (corrispondenza, serie contabili come le filze di giustificazioni), bastava un semplice ordinamento cronologico, anno per anno, a garantirne la buona organizzazione, la reperibilità e l’individuazione. In un secondo caso si trattò di materiale formatosi nell’archivio in un’epoca successiva al riordinamento, quando, per incuria, si abbandonarono criteri di buona tenuta delle carte. Si tratta di:
- corrispondenza (buste 103-114)
- documentazione diversa di Bassano e di Corbara: obblighi e polizze, contabilità, corrispondenza (buste 115-122)
- cause (buste 123-124)
- documentazione del secolo XIX: contabilità, affari legali, ecclesiastici, ecc. (buste 126-129)
- manoscritti diversi (busta 130)
- inventari e eredità, ecc. (buste 131-134 e 218)
- strumenti notarili (buste 135-137)
- contabilità: in gran parte filze di giustificazioni, 1699-1806 + poche scritture precedenti e seguenti (buste 138-217 e 219).

Per tutta questa documentazione esiste la schedatura sommaria redatta dalla Zappalà nel 1928, allegata al presente inventario in fotocopia e le cui schede originali sono conservate nella cassetta n. 19 in Sala di studio.

Archivi aggregati o sub-fondi Savelli e Peretti

Nel fondo Archivio Giustiniani di Roma è confluito un troncone dell’Archivio Savelli nel quale, a sua volta, era già confluito un troncone dell’Archivio Peretti. Caterina Giustiniani, figlia di Andrea, aveva sposato nel 1663 Giulio Savelli, nato nel 1626 da Bernardino e da Maria Felice Peretti ultima esponente della discendenza di Sisto V. Giulio Savelli morì nel 1712, senza prole. La successione del patrimonio Savelli pervenne dopo complesse e lunghe controversie, prima ai Cesarini e poi agli Sforza Cesarini. L’archivio fu consegnato a Filippo Sforza Cesarini nel 1744. Si può ipotizzare che alla morte di Giulio una parte dell’archivio restasse presso la moglie Caterina; si tratta di documentazione in buona parte riguardante Giulio Savelli, marito di Caterina, Paolo Savelli, nonno di Giulio, e il cardinale Paolo, fratello di Giulio, nonché di scritture provenienti dall’archivio dei Peretti, in prevalenza di epoca a cavallo tra fine secolo XVI e primi decenni del secolo seguente, carte pervenute a Giulio tramite sua madre Maria Felice Peretti, unica superstite, come detto, della famiglia. Una parte di questa documentazione fu collocata, secondo i criteri del riordinamento settecentesco, entro due distinti armarii:
- Armario unico Savelli: comprende i mazzi B-E, G-I, L-P, R-S (contenuti nelle attuali buste 62-82)
- Armario unico Peretti: comprende i mazzi A-B, F, I, M-N, P, R-S (contenuti nelle attuali buste 83-87)

La corrispondenza Savelli, come nel caso della corrispondenza Giustiniani, restò fuori dall’ordinamento per armarii, e si trova attualmente sistemata nelle buste 88-102 (in gran parte lettere del principe Paolo, primi decenni del sec. XVII) e memoriali del principe Paolo e del cardinale Paolo).
Mezzi di corredo dei sub-fondi Savelli e Peretti:
- rubricelle, in fogli sciolti non rilegati, degli armarii “unici” Savelli e Peretti; corrispondono ormai solo in parte a quanto pervenuto. La rubricella dell’Armario unico Savelli fu redatta successivamente e a parte rispetto al riordinamento generale concluso da Cesare Giuseppe Bianchi nel 1729; lo comprova la grafia diversa e la registrazione, per l’Armario Savelli, di un incartamento che arriva al 1735; la rubricella dell’Armario unico Peretti presenta due grafie di cui una è certamente la stessa dell’altra rubricella; si trattò, come è logico, di un unico intevento archivistico, giacché il nucleo documentario Peretti era confluito in passato nel nucleo documentario Savelli, come detto.
- per la documentazione effettivamente pervenuta esiste la schedatura sommaria redatta dalla Zappalà nel 1928, allegata al presente inventario in fotocopia e le cui schede originali sono conservate nella cassetta n. 19 in Sala di studio.

ARCHIVIO DI STATO DI ROMA - Luoghi di monte , voll. e bb. 3.768, (1532-1824). Luoghi di monte , voll. e bb. 3.768, (1532-1824). Inventario. [vol. III, pag. 1083]
La disastrosa situazione finanziaria dello Stato pontificio e la impossibilità di adottare nuovi provvedimenti fiscali indussero clemente VII verso la fine del 1526 ad istituire un debito pubblico 1 Esso ebbe il nome di " monte " e le relative obbligazioni furono chiamate " luoghi ". I luoghi di monte potevano essere " vacabili " cioè non trasmissibili per successione e " non vacabili o perpetui " cioè trasmissibili agli eredi. I monti a loro volta potevano essere, in base alle autorità che li erigevano, camerali, comunitativi o baronali. Essi assunsero vari nomi derivanti o dal nome del pontefice (monte Giulio, monte Sisto e così via); o dalla causa per cui venivano eretti (monte della fede); o dai redditi assegnatigli (monte Allumiere, monte del sale, monte del macinato); o, quando erano comunitativi, dai nomi delle comunità (monte Zagarolo, monte Sermoneta); o, infine, quando erano baronali, dai nomi delle famiglie in favore delle quali erano eretti (monte Savelli, monte Colonna ed altri). Il primo monte istituito da Clemente VII prese il nome di " monte della fede ".

L'archivio era conservato in Camera apostolica; dopo la restaurazione fu, invece, aggregato alla Direzione generale del debito pubblico, vedi p. 1172, istituita nel 1816. Contiene la documentazione sui seguenti monti: abbondanza ridotto non vacabile; addizioni ai monti restaurati; alleanza; Allumiere; annona; annona di Bologna; annona ridotta; annona vacabile; archivi; Barberini; baroni; Borghese; camerariato; cancelleria vacabile; Carbognano; carità; Cesi; Cesio; comunità; Conti; Crescenzi; dataria; difesa per la lavorazione dell'oro e dell'argento; difesa vacabile; difesa non vacabile; difesa vacabile di nuova erezione; dogana di Ripa; Farnese; fede; fede antica; Giulio; Giulio anconetano; guerra ungherese; macinato del popolo romano; Muti non vacabile; Nettuno; Nettuno e ungherese ridotto; novennale; nuovo abbondanza delle comunità; nuovo comunità; nuovo difesa oro non vacabile; oro vacabile; Orsini; ospizio apostolico dei poveri; pace dei Giustiniani; Pamphili; Pio non vacabile; Pio recuperato vacabile; province; province incorporato al monte comunità; province per l'annona dello Stato ecclesiastico; province per il recupero del ducato di Ferrara; quattrino; religione; religione non vacabile; restaurato; recupero degli aratri; recupero di Ferrara; sale; sale non vacabile in oro; sale vacabile; San Bonaventura; San Giovanni; San Paolo delle religioni; San Pietro; Santo Spirito non vacabile; Savelli; Sisto; soccorso avignonese; stamperia vaticana; sussidio triennale; Viano.

BIBL.: A. ROTA, Notizie intorno al più antico registro nei luoghi di monte pontifici, desunte da un volume di ' Giustificazioni ' dell'Archivio di Stato di Roma, in NAS, VIII (1948), pp. 92-97.

ARCHIVIO DI STATO DI ROMA - Giustiniani , bb. 141, filze 77, regg. 2 e rubb. 5, (1569-1869). Inventario 1928. [vol. III, pag. 1246]
Comprende anche documentazione relativa alle famiglie Savelli e Peretti. vi sono documenti relativi a Genova.

ARCHIVIO DI STATO DI ROMA - Giustiniani , bb. 141, filze 77, regg. 2 e rubb. 5, (1569-1869). Inventario 1928. [vol. III, pag. 1246]
Comprende anche documentazione relativa alle famiglie Savelli e Peretti. vi sono documenti relativi a Genova

ARCHIVIO DI STATO DI ROMA - Odescalchi , bb. e regg. 415 e varie pergamene, (1390-1917). Inventario sommario 1982. . [vol. III, pag. 1247]
Archivio del feudo di Bassano di Sutri delle famiglie, in ordine di tempo, Anguillara, Giustiniani, Odescalchi.

ARCHIVIO DI STATO DI VENEZIA - S. Eustacchio e S. Lorenzo Giustiniani, scuola a S. Stae (S. Eustacchio) , 1780-1805, b. 1.

ARCHIVIO DI STATO DI VENEZIA - S. Lorenzo Giustiniani, scuola ai SS. Maria e Donato di Murano , 1684-1806, bb. 6.

ARCHIVIO DI STATO DI VENEZIA - S. Lorenzo Giustiniani a S. Donato di Murano , 1799-1804, b. 1.

ARCHIVIO DI STATO DI VENEZIA - S. Giorgio in alga o SS. Giorgio e Lorenzo Giustiniani, benedettini poi agostiniani eremitani poi canonici secolari quin quindi regolari poi minimi infine carmelitani scalzi , bb. 5 di cui 1 di pergamene, (1139-1801). Inventario 1969. [vol. IV, pag. 1106]

ARCHIVIO DI STATO DI VERONA - Dionisi Piomarta , bb. e voll. 931, (1408-1943), ff. 56 di disegni (1589-1842); pergg. 1.510 (987-1728: secc. X 1, XI 1, XII 6, XIII-XIV 170, XV-XVIII 1.332) . Inventario 1988. [vol. IV, pag. 1306]
Comprende anche carte delle famiglie Giustiniani, Piomarta e Stoppi. Ne fanno parte 24 buste di carteggi e manoscritti (1741-1805) del canonico ed erudito Gian Giacomo Dionisi, corredate di indici dei corrispondenti. Unito all'archivio è inoltre il Codex diplomaticus veronensis, opera manoscritta del suddetto G.G. Dionisi, costituita da due volumi di trascrizioni di documenti dal 585 al 1517 e da un volume di glossario.

ARCHIVIO DI STATO DI VICENZA - pacchi 195, b. 1, ff. di mappe e disegni 75, pergg. 4.500 ca, (secc. XIV-XVIII). Non ordinato. [vol. IV, pag. 1368] Una delle più antiche famiglie nobili del vicentino, ricordata già alla fine del sec. XIII e stabilitasi nella villa omonima a partire dal secolo successivo.
L'archivio, comprende 3 archivi posti in essere da tre dieversi rami della famiglia Caldogno, ed è articolato in tre fondi distinti a causa della loro provenienza: il primo ("Codogno-Curti"), comprendente pacchi 140, ff: 76 di mappe e disegni, pergg. 4.000 ca., proviene dalla famiglia Curti che, a sua volta, lo aveva acquisito dai Pagelli all'inizio del sec. XIX. La documentazione è riferita al ramo dei Caldogno confluito nella famiglia Curti che ha depositato l'archivio nel 1977. Esso è costituito da circa 140 pacchi di materiale, due catastici, disegni e alcuni sacchi di pergamene suddivise per secolo. Nell'archivio sono reperibili carte riguardanti le dimore palladiane di Caldogno (Vicenza) e di Al Finale di Agugliaro (Vicenza). Quest'ultima pervenne ai Caldogno in seguito al matrimonio di Scipione con Euriemma Saraceno figlia di Pietro; il secondo fondo ("Codogno-Rasi", comprendente pacchi 48, 36 disegni e pergg. 1.500 ca., attiene al ramo dei Caldogno confluito nell'Ottocento nella famiglia Rasi di Padova. Dalla stessa famiglia è stato acquistato nel 1977. Esso è costituito da pergamene arrotolate e conservate in un mobile a comparti, materiale amministrativo e contabile, "processi", alcuni disegni e stampe. Parte della documentazione è descritta in un catastico seicentesco aggiornato nel Settecento. L'archivio non è ordinato. Si vedano inoltre l'archivio Caldogno Curti e le carte Caldogno. Il terzo fondo ("carte Codogno"), contiene anche alcuni documenti (ff. 17) di materiale di diversa natura relativo ad alcuni Caldogno, donata nel 1963 dalla famiglia vicentina Zorzi Giustiniani. relativi a beni della famiglia in località di Villaverla e Caldogno donati nel 1963 dal conte Giangiorgio Zorzi Giustiniani.


SUL DISTRETTO DI AMATRICE

ARCHIVIO DI STATO DI L'AQUILA - Amatrice , regg. 6, (1817-1861).

ARCHIVIO DI STATO DI L'AQUILA - Atti dei notai del distretto di Aquila , voll. 10.861 e bb. 219 di doppie minute, (1403-1860:1403-1545 voll. 245, 1501-1650 voll. 1.6151 1600-1750 voll. 2.202, 1700-1800 voll. 4.852, 1801-1860 voll. 1.947).

ARCHIVIO DI STATO DI L'AQUILA - Catasto antico preonciario , regg. 132, (1544-1788).

ARCHIVIO DI STATO DI L'AQUILA - Catasto onciario , regg. 176, (1740-1804).

ARCHIVIO DI STATO DI L'AQUILA - Atti demaniali , bb. 213 e voll. 184, (1808-1890).

ARCHIVIO DI STATO DI RIETI - Amatrice

ARCHIVIO DI STATO DI RIETI - Catasto provvisorio , regg. 360, (1809-1928).

ARCHIVIO DI STATO DI RIETI - Catasto italiano , ff. di mappe 2.705, (1932-1962).

ARCHIVIO DI STATO DI RIETI - Monastero del Ss. Crocifisso , regg. 2, (1605-1801).


SUL DISTRETTO DI BASSANO ROMANO

ARCHIVIO DI STATO DI VITERBO - Bassano (Bassano Romano) , voll. 11, (1601-1815).

ARCHIVIO DI STATO DI VITERBO - Bassano (Bassano Romano) , voll. 6, (1815-1855).

ARCHIVIO DI STATO DI VITERBO - Ronciglione , voll., bb. e regg. 464, (1826-1950).

ARCHIVIO DI STATO DI VITERBO - Bassano (Bassano Romano) , voll. e bb. 68, (1576-1853).

ARCHIVIO DI STATO DI VITERBO - Atti dei notai del comune di Bassano (Bassano Romano) , voll. e bb. 82, (1493-1742).

ARCHIVIO DI STATO DI VITERBO - Patronato scolastico del comune di Bassano Romano , voll. e bb. 32, (1962-1979).

Inventario dei documenti su Bassano Romano


Per una ricerca più completa andare direttamente al Sito del Ministero dei beni culturali:
Sistema archivistico nazionale
ufficio centrale per i beni archivistici divisione studi e pubblicazioni
Oppure direttamente alla guida per la ricerca:
ricerca per parola sul database degli Archivi di Stato Italiani


home

Torna alla pagina iniziale di Enrico Giustiniani